11. Fine Novembre

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« Bene signorina Moore, ho avuto notizie dal professore di storia. Mi ha fatto sentimento sapere che questa mattina lo hai importunato, anzi, disturbato e accusato di sapere cose riguardanti tua madre. É così?» mi chiese il preside, dopo avermi fatto uscire dalla classe durante l'interrogazione di inglese. Sinceramente non mi aspettavo che il professore di storia spifferasse tutto al preside, speravo stesse zitto. Ma a quanto pare, in quella scuola, persino i muri avevano gli occhi. Qualsiasi informazione arrivava direttamente in presidenza. Non che fosse strano, ma la collaborazione così stretta mi lasciava qualche dubbio.

« Non lo nego »

« Lo sai che il professore si è offeso? Oltre che sentito preso in causa per una cosa che non lo riguarda?» mi domandò.

« Lo sa che quanto me ne può importare? Zero. Ci pensi su, se si è sentito così tanto preso in causa, vuol dire che qualcosa forse sa » non riuscii a non far uscire di bocca i miei pensieri. Quella mano tremante, me la ricordavo molto bene. Così come lo sguardo totalmente perso nel vuoto alla domanda che gli avevo fatto. Non c'erano dubbi, c'entrava più di qualcosa.

« Non puoi andare in giro per la scuola ad accusare le persone. Devi avere delle prove evidenti »

« Lei lo sa che la polizia ha sospeso le indagini proprio a causa delle mancanze di prove? E sa anche che qua a scuola ci sono delle persone che hanno almeno un'idea, anche piccola, di chi possa essere stato o di che cosa possa essere successo? Eppure nessuno parla. Tutti zitti. Tutti innocenti. Tutti che tengono la parte al vero colpevole » risposi arrabbiata:« Può dirmi di quello che vuole, ma se c'è una cosa di cui sono certa è che, se ci sarà la possibilità, interrogherò qualsiasi persona presente in questo istituto »

« Non ti sospendo, ma solo per questa volta. Dal 15 Novembre non sei stata più un'alunna diligente e se mi causerai altri problemi, sarò costretto a lasciarti  a casa. Come pensi che potrebbe prenderla tuo padre?» domandò, sapendo bene dove andare a parare.

Mio padre era un mio punto debole. Il fatto che lui stesse soffrendo più di tutti, rappresentava una mia debolezza. Avrei voluto avere la capacità di rubargli tutto quel dolore, solo per vederlo di nuovo sorridere.

Mi alzai senza aggiungere altro e, soprattutto, senza voler ascoltare una parola in più da parte del preside. Non mi convinceva la sua pacatezza, come non mi convincevano le sue parole. C'entrava qualcosa, non avevo dubbi. 

Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria, respirare e ricordare a me stessa che ce l'avrei potuta fare. Scaricare il peso che sentivo sul mio petto, senza sentirmi in colpa. Fu così che, con massima cautela e senza farmi vedere da nessuno, mi rifugiai sul tetto della scuola.  Fu un sollievo quando misi piede lassù.

Era fine Novembre ormai, prossimi all'inverno. E, se nella mia vita avevo sempre preferito un rifugio, un posto sicuro al chiuso e al caldo, in quel momento sentivo solo la necessità di sentirmi fredda. Sentire il gelo sulle mie guance, l'aria fredda tra le dita, i polmoni raffreddarsi e stare ferma così. Guardai il cielo, stesa per terra. Era grigio. Non c'era l'ombra di una nuvola. Nemmeno uno spiraglio di luce. Se avessi dovuto dipingere sulla tela il mio stato d'animo, sarebbe stato esattamente come quel cielo. Senza speranza. Senza colore.

Chiusi gli occhi, nel vano tentativo di sconnettere la mia testa dalla vita che mi stavo trovando ad affrontare e, senza nemmeno pensarci su troppo, la mia testa cominciò a viaggiare da mia madre, a Noah, al mio futuro, a mio padre, a quella città, alle persone misere e vuote... Poi presi un respiro profondo e mi bloccai.

Mi lasciai completamente guidare dal silenzio. Il silenzio. L'unico di cui avevo bisogno.

Una tazzina di camomilla e la tristezza scompare mi diceva mia madre, con quel sorriso smagliante e sincero. Avrei voluto tornare indietro nel tempo, nella sua camera, stesa sul suo letto con il broncio per aver preso un brutto voto a scuola. Lei che mi accarezzava dolcemente i capelli, mi rincuorava e mi dava la grinta per rialzarmi.

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