16. E come ti senti?

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I momenti di tranquillità vengono sempre seguiti da momento frenetici, in cui non possiamo nemmeno chiudere gli occhi perché sappiamo che qualcosa sicuramente succederà. Bene, mi sarebbe piaciuto essere una persona normale, avere una vita normale o, almeno, riavere quelle che era la mia vita prima della morte di mia madre. Non che fosse noiosa, era tranquilla, che non è una cosa negativa. Potevo andare a letto senza mille pensieri che non facevano altro che tormentarmi. Ma non si poteva tornare indietro. Anche se, in quell'esatto momento davanti a Noah avrei tanto voluto poterlo fare. Se al mio fianco fosse comparso un genio della lampada, sarebbe stato quello il mio desiderio più profondo.

Non solo avevo scoperto di mio padre, non solo non ero riuscita a capire che cosa avesse detto il preside ai genitori di Jacob, ma mi trovavo pure davanti a Noah con una ragazza che l'aveva appena chiamato amore.

« Ehi » sussurrò di nuovo Noah, passandosi la mano tra i capelli e abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.

La ragazza dietro di lui si sporse da dietro il muro e mi osservo con i suoi occhi grandi e scuri. Sembrava parecchio confusa, ma per niente preoccupata. Incrociammo lo sguardo per qualche secondo, ma non mi imporrò perché tornai a guardare Noah.

« Ehm... » non sapevo cos'altro dire:«... Scusami, non pensavo che... »

« Oh, non ti preoccupare... Non stai disturbando... » continuò a borbottare anche Noah.

Eravamo visibilmente scossi entrambi. Io perché non mi aspettavo di trovarmi in mezzo a quella situazione, lui che non si aspettava di vedere me... Non riuscivamo nemmeno a guardarci negli occhi.

« Ciao » disse la ragazza avvicinandosi all'ingresso:« Piacere sonno Annabel »

« Piacere, Lili... Sono una compagna di classe di Noah »

« Ah certo, l'amica di cui mi parlavi, amore?» marcò la parola finale, come se stesse cercando di tenere sotto controllo la situazione e delimitare subito i confini.

« Sì, Lili » rispose Noah.

Calò subito un silenzio imbarazzante. Era un continuo scambio di sguardi, senza risposte, senza parole.

Capii che per me era giunto il momento di andarmene e di togliere il disturbo.

« Ero solo passata per dirti che... » che? chiesi tra me e me:«... Per chiederti se per caso avessi preso appunti durante l'ora di scienze, così me li portavi domani » era una delle scuse più stupide che io avessi mai inventato in tutta la mia vita. Per fortuna, bastò per calmare le acque.

« Sì, te li porto domani senza problemi » disse lui.

« Grazie » riuscii a sussurrare:« Allora ci vediamo domani »

« Sì... A domani » rispose lui, poco sicuro di se.

« É stato un piacere conoscerti, Lili » concluse la ragazza di Noah.

« Anche per me » forzai un sorriso.

Me ne andai via e non appena superai casa di Noah, il mio passo cominciò ad affrettarsi e il respiro a farsi più pesante. Non sapevo nemmeno io che cosa stesse succedendo nella mia testa. Sicuramente nulla di positivo. Ormai ero convinta del fatto che mi fossi presa una cotta per Noah, mi sentivo in modo così diverso con lui, come non era mai successo con nessuno. Avevamo instaurato un legame molto forte. Forse ero stata io a sbagliare tutto. Ero stata io a fare passi in avanti che da parte sua non sarebbero mai potuti esistere. Mi ero creata da sola un castello in aria, che galleggiava e si ingigantiva sempre di più, senza nemmeno pensare che dall'altro lato potesse esserci solo della semplice e pura amicizia nei miei confronti. Mi sentii così stupida ad aver anche solo potuto pensare di sentirmi ricambiare da Noah con l'amore... Non c'era niente da ricambiare. Il legame che avevamo era solo amicizia.

Continuai a ripetermelo.

Amicizia, Lili.

Senza quasi rendermene conto, arrivai davanti a casa della mia migliore amica. Le inviati un messaggio e mi feci aprire la porta dell'ingresso. Casa sua era il mio unico posto sicuro, sapevo che sarei potuta stare bene e che per il resto della serata avrei potuto sfogarmi con lei.

Mi aprì e l'abbracciai forte appena la vidi.

« Vai in camera mia, arrivo con un po' di rinforzi » mi disse.

Non ci pensai due volte. Mi misi sul suo letto con la coperta in schiena e lo sguardo rivolto verso il vuoto. La mia era solo una delusione. Una grande delusione che si hanno durante l'adolescenza, nulla di più. Cercai di sminuirla, eppure più mi dicevo non importa, più mi importava. 

« Cos'è successo?» domandò Clary, entrando in camera con un vassoio pieno di merendine dolci e salate.

« Noah è fidanzato » risposi senza tirarla per le lunghe.

« Cosa?» chiese sconvolta.

« Già »

« E come fai a saperlo?»

« Sono andata da lui questa sera perché avevo bisogno di parlargli e l'ho trovato con lei nella casetta sul lago»

« E come ti senti?»

« Non lo so nemmeno io. Non pensavo mi importasse così tanto di lui, sinceramente. Non posso dire che non ci sia rimasta male, anche se vorrei tanto fosse così »

« Lui ti piace?» chiese.

« Non lo so » risposi di nuovo.

« Non lo sai però ti importa »

« Mi importa, ma non so se sia così per il fatto che mi interessa o per il legame che si stava creando tra di noi. Non lo so Clary, hai presente quando finalmente ti sembra di aver trovato una persona che ti capisce come nessun altro? Con la quale non servono nemmeno le parole perché bastano gli sguardi per comunicare? Quella persona con la quale puoi essere al cento per cento te stessa perché sai che ti accetterà in qualsiasi modo tu ti comporti? Noah per me è un po' questo, anche se lo conosco da nemmeno un mese sento che tra di noi si è creato qualcosa che non so nemmeno spiegarlo. Non ha un nome, lo si percepisce solo tramite sensazioni... E non mi era mai successo prima di lui » spiegai.

La mia amica mi guardò con attenzione, come se stesse cercando tra le mie parole la soluzione la mio problema. Ma la verità era che la soluzione non l'avrei trovata molto presto. Sarebbe solo arrivata con il tempo. Un tempo indefinito.

« E se tu avessi scambiato l'amicizia per amore?» domandò la mia migliore amica:« Capita molto spesso essere confusi riguardo ai propri sentimenti per qualcuno, soprattutto quando lo si conosce da poco »

E probabilmente non aveva tutti i torti. Sì, avevo un forte interesse per Noah. Non ero innamorata, non era stato un colpo di fulmine, ma era solo nato qualcosa. Forse avevo frainteso le mie stesse sensazioni. Forse mi ero capita male.

« Vedi, tu dici di provare qualcosa per lui, giusto?» mi chiese.

« Giusto»

« Eppure, se si fosse trattato di amore, non ci avresti messo poco a riconoscerlo, no? Per quanto io lo odi, prova a ricordare quello che è successo con Rick. Hai capito subito che nei suoi confronti non sarebbe mai potuta nascere un'amicizia, giusto?» ragionò.

« Giusto » sussurrai.

« Non credi che saresti stata in grado di avere la stessa convinzione anche nei confronti di Noah, se avessi sentito qualcosa che potesse spingersi ben oltre l'amicizia?»

Me ne sarei accorta. Sarei stata capace di capire fin da subito che l'amore sarebbe stato l'unico sentimento che avrei potuto provare nei suoi confronti. Eppure non era stato così. Avevo sentito qualcosa, ma non era quello. Allora cosa stava succedendo?

Non ne avevo idea. Era un continuo 'non lo so' quella sera. Di una cosa ero certa: i sentimenti nei confronti di una persona non mi avrebbero aiutata nel portare avanti quello che era il mio obiettivo primario, scoprire chi avesse ucciso mia madre. Arrivai alla consapevolezza che non avrei più dovuto trovare distrazioni, e Noah lo era.

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now