10. Disposta a tutto

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La sera prima con Noah si era conclusa con una 'buonanotte' sussurrata dopo avermi accompagnata a casa perché fuori si era fatto ormai troppo buio. Aveva insistito lui ad accompagnarmi. Non voglio che ti succeda qualcosa durante il tragitto, mi aveva detto. Una frase insignificante, ma che in un certo senso aveva fatto colpo su di me. Forse perché era da tempo che non mi sentivo protetta da qualcuno. Era da tempo che qualcuno non si prendeva cura o si preoccupasse di me. Non che ce ne fosse bisogno, ero capace di cavarmela benissimo da sola. Ma era quel tipo di attenzione che faceva lo stesso piacere, che faceva sentire a casa. Pensai per tutta la notte agli sguardi che ci eravamo scambiati, al modo in cui avevamo parlato senza nemmeno renderci conto dello scorrere del tempo, alle risate sonore in una stanza vuota e piena di scatoloni, al tè che non avevamo nemmeno bevuto per gli scherzi e le cose che ci dovevamo raccontare. Nulla di personale. Solo aneddoti. Non mi sentivo ancora tranquilla a parlargli di mia madre, come non mi sentivo nemmeno tranquilla a chiedere a lui del suo passato. Erano quel tipo di conversazione che sarebbero venute fuori a poco a poco e che, col senno di poi, avrei tanto voluto sapere da subito... Ma come sempre, andiamo avanti con ordine.

Era una mattina come le altre quando mi alzai per andare a scuola, solo che in un certo senso mi sentivo più leggera. Certo, nella mia testa frullava ancora solo ed unicamente una cosa: la morte di mia madre. Ma il tutto veniva poco alleggerito dal pensiero del pomeriggio che avevo passato con Noah.

Mi stavo rendendo conto del fatto che Noah si stava inserendo piano piano nella mia vita, acquisendo sempre più importanza. Mi preoccupava? Un po'. Non mi era mai successo con altre persone.

« Ma quindi avete venduto la casa sul lago?» chiesi a Clary, quando la vidi quella mattina per andare assieme a scuola.

« Sì, in realtà è in vendita da quasi due anni ormai, da quando è morta la nonna ed è rimasta disabitata. Solo che essendo in una zona isolata, non è stato facile trovare qualcuno disposto a prendersene cura » mi spiegò.

« Sai chi l'ha comprata?» chiesi.

« No, si è occupata mia madre di tutto »

« Noah »

« Quello nuovo?»

« Sì»

« Non pensavo... Beh, contento lui »

« Sì, se ne sta prendendo davvero cura »

« Aspetta, ma tu come fai a saperlo?» domandò la mia amica.

« Ci sono stata due volte »

«Ci sei stata due volte? E non me lo dici?»

« Non è così importante »

« Non è così importante? Vai via con Noah e non è importante? Cosa sta succedendo tra voi due?»

« Assolutamente nulla. Siamo amici, mi ci ha portata solo per farmela vedere » spiegai.

« Non ci credo nemmeno se mi trovo Noah qua davanti che me lo può giurare »

« E invece è così, non sta succedendo nulla se non che ci stiamo conoscendo. Siamo due persone sole che si fanno compagnia »

« Puoi avere anche la mia compagnia, Lili. Ma sai benissimo che avere affianco me o lui sono due cose completamente diverse »

« Abbiamo un passato molto tormentato entrambi, magari ci capiamo meglio »

« Lo sai che non è per quello » risponde lei.

Ci fermammo quando arrivammo davanti a scuola, dove c'era Noah che era seduto da solo su una panchina con il cappuccio della felpa in testa e le cuffie. Stava guardando qualcosa al cellulare, o forse faceva solo finta per non incontrare lo sguardo delle persone che lo circondavano. Rimasi immobile a guardarlo per qualche secondo, quasi paralizzata, senza avere la forza di fare un passo in avanti.

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now