8. Rimandare

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Gli interrogatori mi avevano sempre messo ansia. Non sapevo perché, ma anche non avendo fatto nulla di male mi sentivo a disagio, come se in fondo qualche piccola colpa ce l'avessi. Una colpa ce l'avevo: non aver saputo prendermi cura di mia madre. Non aver saputo chiederle come stessero andando le cose nella sua vita, non aver saputo e voluto ascoltarla. Certo, era una donna adulta e indipendente, capace di badare a se stessa, ma chiunque aveva bisogno di sentirsi domandare cosa c'è che non va nella tua vita? Parlamene. A me avrebbe sicuramente fatto piacere che qualcuno me lo domandasse, avrei avuto una lista di cose che non andavano molto lunga. Dovevo tenere gli occhi aperti.

Mio padre mi venne a prendere a scuola, dopo il messaggi che mi aveva inviato. Nella mia testa cominciai a mettere a posto le informazioni che dovevo rivelare alla polizia per aiutarli a trovare l'assassino, mi promisi che avrei fatto in modo di scoprire cose ancora più importanti. Lo dovevo a lei, a mia madre.

« Hanno delle cose importanti da dirci » mi disse mio padre.

« Non dovevano interrogarci?» chiesi.

« Non più, a quanto pare »

« A cosa serve parlare quando c'è un assassino a piede libero che deve essere preso?» mi stavo innervosendo.

« Mantieni la calma Lili, ne so meno di te. Andrà tutto bene » disse mio padre.

Fu deprimente vederlo ridotto in quello stato. Aveva le occhiaie pronunciate dal sonno che non riusciva a prendere da settimane, la situazione stava prendendo il sopravvento sulla sua vita, esattamente come sulla mia. Mi sentii girare la testa fino a quando non arrivammo finalmente davanti alla stazione di polizia. Fu un sollievo scendere la macchina e prendere una boccata d'aria. E feci bene. Perché la notizia che ci diedero fu peggiore del previsto. Mio padre si trattenne a mala pena dal prendere a pugni qualcuno. So che avrebbe voluto farlo, ma si sarebbe messo nei guai e io sarei rimasta sola.

« Dobbiamo interrompere le indagini per un po', almeno fino a quando qualcuno non avrà delle informazioni più attendibili perché il corpo di Emma Moore è stato portato via dal laboratorio in cui dovevano essere fatte le analisi questo fine settimana » ci spiegarono.

« Come può essere portato via un corpo senza che nessuno se ne accorga?» domandai sconvolta e arrabbiata.

« Chiunque sia stato, aveva qualche contatto interno che ha staccato tutte le telecamere di sorveglianza e i sistemi di allarme. Tutto ciò è avvenuto di notte, quando di turno non c'era nessuno. Quindi non abbiamo nemmeno una pista da seguire visto che di persone che ci lavorano ce ne sono a centinaia »

« Prendete la lista delle centinaia di persone che ci lavorano e interrogatele una a una » dissi, come se non fosse già abbastanza scontato.

« Non è facile come crede signorina. É una pista troppo ampia »

« E quindi interrompete le indagini per una cavolata di questo tipo?»

« Solo momentaneamente. Nella maggior parte di questi casi spunta sempre fuori qualche testimone che ci dà una mano a riprendere le ricerche. Deve solo essere paziente »

« Io ho delle informazioni che ho sentito da terze parti, possono bastare?»

« Se ci porti le fonti di queste informazioni, sì »

Dovevo solo convincere il professore di storia a venire a testimoniare ciò che aveva detto poche ore prima mentre ero nascosta in aula insegnanti e probabilmente chiedere lo stesso favore al preside, che ultimamente non aveva avuto un bel rapporto con mia madre. Sarebbe stato difficile, ma ce l'avrei fatta.

« Perfetto » me ne andai via.

« Lili » cercò di fermarmi mio padre:« Dove stai andando? E cosa mi stai nascondendo?»

LOVE AND LOSSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora