15. Ci sono delle novità

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Non fui chiamata fuori con loro nonostante gli sguardi dei due genitori che, se avessero potuto uccidermi, lo avrebbero fatto tranquillamente. Chiamarono solo il figlio, il mio caro compagno di classe. Sentendomi coinvolta, mi alzai in piedi e cercai di usare la scusa del bagno per uscire e poter ascoltare che cosa avessero da dirsi di così tanto importante, ma la risposta pronta del professore mi venne sbattuta in faccia:« Non si va in bagno durante le verifiche »

« Ho urgenza » inventai.

« Potrai uscire solo dopo aver consegnato » mi disse.

Guardai il mio foglio ancora bianco, in fondo la verifica era cominciata solo da una decina di minuti. Tanto non sarei stata capace di portarlo a termine, avrei solamente perso tempo prezioso standomene chiusa in quella classe. Fu così che mi alzai dal mio posto con il foglio in bianco e consegnai tutto al professore. Si limitò a domandarmi un sussurrato Sei sicura? ma tanto sapeva benissimo quale fosse la mia risposta.

Mi fiondai fuori dalla porta, ma non c'era nessuno. Dove diavolo erano finiti? Mi venne spontaneo pensare che se ne fossero già andati, ma per quello serviva il permesso di qualcuno, o del professore o del... Preside.

« Cosa sta succedendo?» mi chiese qualcuno, chiudendo la porta della classe dietro di sé.

« Noah, perché sei uscito dalla classe?» domandai:« Lo sai che ti prenderai un pessimo voto?»

« E cosa me ne importa?» chiese.

« Importa, ti hanno appena accettato in questa scuola e devi mostrare il meglio di te, non il peggio »

« Al momento ho altre priorità, avrò tempo di recuperare tutto nella seconda parte dell'anno. Ci metteremo insieme in biblioteca e chiuderemo là per ore, adesso hai altre cose per la testa e anche io » mi disse.

Apprezzai il suo istinto di difesa nei miei confronti, avere l'appoggio di qualcuno mi aiutava ad affrontare diversamente qualsiasi cosa mi stesse succedendo in quel periodo. Mi faceva sentire più sicura. Ma non volevo nemmeno che la mia situazione influenzasse la sua permanenza in quella scuola o nella mia città.

« Devo andare dal preside, ho come la sensazione che i genitori di quel rompi scatole non siano venuti qua a scuola per caso » spiegai in poche parole la situazione, andando già spedita verso l'ufficio del preside con Noah che mi seguiva passo dopo passo.

« E perché non dovrebbero essere venuti qui per caso?» chiede.

« Ieri ho consegnato alla polizia che si occupava delle indagini su mia madre un foglietto che ho trovato in camera sua, era una palese minaccia. Per di più, quando siamo finiti nell'aula dei professori uno di loro ha detto che i genitori di un alunno bocciato ce l'hanno avuta con mia madre perché era stata lei il voto definitivo. Patrick è stato bocciato l'anno scorso, non ho idea in quale materia e se nella sezione di mia madre, ma non può essere stata una coincidenza, giusto?» parlai tra me e me.

Non era così facile per me mettere insieme tutte le informazioni che ero stata in grado di raccogliere in quelle settimane, eppure mi sembrava tutto così logico in quel momento.

Arrivammo davanti alla porta dell'ufficio del preside, era chiusa. Ci appoggiammo su di essa con le orecchie, nel vano tentativo di riuscire ad ascoltare qualcosa. Ed effettivamente il preside non era da solo, ma in compagnia di più persone. Non si riusciva a capire molto perché parlavano a bassa voce, come se volessero quasi nascondere qualcosa. Ma poi, una vocina più acuta e fastidiosa emerse tra tutte e fu palese che là dentro ci fossero Patrick con i suoi genitori.

« Riesci a capire qualcosa?» sussurrai a Noah.

Lui fece cenno di no con la testa. Maledetti loro. Alzarono la voce solo verso l'ultima parte del discorso, quando i genitori domandarono chiaramente il permesso di uscita anticipata del figlio e la richiesta di parlare con il professore di matematica per fargli rifare la verifica in uno dei giorni seguenti.

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now