5. Chi è stato?

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Capii per la seconda volta nella mia vita che cosa si provasse quando la realtà veniva sbattuta in faccia. Quando in mondo crolla addosso alle persone. Provai, per la seconda volta in poche settimane, un senso di vuoto dato dalla perdita di una persona. Se prima si pensava che la morte di mia madre fosse stata causata da un semplice malore, in quel momento sapere che invece era stato qualcuno a porre fine alla sua vita, mi fece provare un senso di rabbia indescrivibile. Indescrivibile perché mi mancavano le parole per raccontare i miei pensieri o le sensazioni che stavo provando. La sua morte non era stata casuale. Era stata meditata per bene.

Quando finalmente aprii gli occhi, mi trovai stesa nella mia stanza con mio padre che guardava verso il basso, le mani appoggiate sul visto e la schiena curva sulla sedia accanto al mio letto. Le occhiaie violacee sul suo viso e gli occhi rossi mi fecero capire che i pianti avevano interrotto il silenzio della mia stanza mentre io ero svenuta.

Non avevo tanta forza in corpo, la mia testa stava pulsando dal dolore e facevo fatica a muovere una spalla, probabilmente ferita durante la caduta. Ma con un sospiro profondo riuscii ad allungare il braccio verso mio padre e ad afferrargli la mano per dirgli:« Non la farà franca, chiunque sia stato»

Non l'avrebbe fatta franca perché si era messo contro la persona sbagliata, me.

Incontrai lo sguardo di mio padre, che con tutta la tristezza del mondo annuì, disilluso e poco fiducioso delle mie parole. Passai la serata stesa a letto con la testa che percorreva il volto delle persone che avevano fatto parte della mia famiglia. Chi avrebbe mai potuto volerle così tanto male? Non riuscii a capirlo. Non da sola.

Mi addormentai con la foto di mia madre tra le mani.

La mattina seguente presi coraggio e decisi di presentarmi a scuola. Stare chiusa in casa, in camera mia, a pensare non mi avrebbe portata a nulla. Mi alzai dal letto e cominciai a vestirmi. Fuori il tempo era grigio come me, spento. Indossai una delle mie solite felpe che mi avrebbe tenuto al caldo e al sicuro per buona parte della giornata, quando il mio sguardo di posò su un foglio che avevo deciso di attaccare sul muro della mia stanza con una puntina. Era il disegno che Noah aveva perso il giorno precedente. Avrei voluto che la mia vita potesse avere tanti momenti come quelli, di sollievo e di liberazione dal dolore che provavo.

Fu un messaggio a bloccare i miei pensieri. Clary si trovava sotto casa mia per andare a scuola insieme.

Mio padre la sera precedente era stato quaranta minuti al telefono con Harper per raccontarle e pensare insieme a come muoversi in quella situazione. Lui l'aveva sempre vista come una confidente, come una migliore amica. Sapeva, e lo sapevo anche io, che ci sarebbe stata di grande aiuto. Come d'altronde, lo era per me Clary, che si presentò davanti all'ingresso di casa con una grande fetta di crostata al cioccolato, la mia preferita.

« Addolciamo un po' questa giornata?» mi disse.

Non la rifiutai, anche se il mio stomaco era tappato. Non mangiavo bene da quando mia madre non c'era più, la fame era sparita come la mia voglia di affrontare ogni giornata della mia vita.

« Hai saputo?» domandai.

« Sì, me l'ha detto mia madre ieri sera... La trovo una cosa assurda, insomma, chi può essere stato?»

« Vorrei saperlo anche io, dobbiamo fare qualcosa » puntualizzai.

« Cosa pensi di fare?» chiese.

« Al momento non ne ho idea, ho passato tutta la notte a cercare di capire chi possa essere stato o quali potrebbero essere i possibili sospettati, ma non me n'è venuto in mente neanche uno... »

« Procediamo per passi allora, prima pensiamo a tutte le persone che poteva conoscere tua madre. Hai cercato tra i suoi contatti, cassetti in camera sua?»

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now