Chapter 1

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LOGAN

Feci un cenno ai ragazzi che mi fissavano mentre passavo per il parcheggio, accanto a loro, per entrare nel bar. Guardai un'ultima volta la strada deserta prima di afferrare la maniglia antiquata ed entrare, vestendomi di indifferenza che superava quella degli altri giorni.

Non era più facile fare finta di niente quando sapevo dentro di me che tutto stava cominciando a traballare, tutte le mie sicurezze e tutto quello che mi aveva fortificato stavano cominciando a cedere.

<<Guarda chi si vede, il grande capo Robinson>> annunciò a tutti i clienti la troia per eccellenza. <<Vaffanculo>> dissi passandole accanto senza darle neppure un'occhiata. Mi sedetti sfinito sulla sedia, puntando il mio sguardo verso mio fratello.

<<Ne ho visti due prima, venendo verso di qua. Sembrano solo cretini, non abbiamo molto da temere>> mi disse, appoggiando la schiena allo schienale. <<Possiamo farlo in questi giorni, così ce ne sbarazzeremo prima>> proclamai. <<Hai tanti pensieri in questi giorni, se non dovesse funzionare il piano andrà a finire ancora peggio di come abbiamo immaginato>> Cameron doveva sempre smorzare tutto. <<Lo faremo e basta, non voglio repliche ora>> dissi duro. Sapeva che non ce l'avevo con lui, ero solo provato dalla situazione.

<<Tieni la tua birra, stronzetto>> la troia mi mise davanti un boccale di birra bionda, dandone poi altri due ai miei compagni. <<Fatelo bere, ne ha bisogno>> disse loro, prima di tornarsene al bancone.

Noah e Cameron si lanciarono un'occhiata, prima di tornare a guardare me. <<Ti ha chiamato?>> cercai di trattenere un sorriso pensando ad Ashley. <<Si, è ad allenamento ora. Questa sera ci sentiamo>> quella donna cazzo, mi avrebbe fatto andare fuori di testa.

<<Strano, non è mai ad allenamento>> l'ironia di Cameron faceva sempre schifo. <<Smettila>> gli dissi prendendo un sorso.

<<Harmer mi ha detto che la polizia ha preso due coglioni della pubblica che spacciavano coca, si mettevano nel seminterrato della nonna di uno e facevano una specie di mercato>> guardai Noah con sospetto. <<Sai chi sono?>> gli chiesi. <<Credo fossero quelli con i soldi anche dentro per il culo, sembrano più loro un salvadanaio che il porcellino che vendono al supermercato>> Cameron e Noah cominciarono a ridere, mentre io mi persi nei miei pensieri.

I due potevano essere quelli della banda che avevo incontrato qualche giorno prima nello stesso locale in cui mi trovavo, avevano venduto qualcosa anche ai coglioni che avevamo preso a pugni qualche mese prima, i coglioni che vivevano in una delle cittadine di confine.

<<I tuoi sono a casa?>> chiese Noah a Cameron. <<Solo mio padre. Mia madre sta facendo uno shooting in Australia>> <<Cazzo, tua madre è una delle milf che mi farei più volentieri>> guardai schifato mio fratello, mentre Cameron gli tirava uno schiaffo sulla testa. <<Ritira quello che hai detto. Stai facendo pensieri erotici su mia madre, MIA MADRE!>> i pochi clienti abituali del posto si girarono verso di noi, con sguardo indagatore. Nessuno avrebbe chiamato la polizia, nessuno era in regola lì, ma era comunque fastidioso avere i loro occhi addosso.

Feci strisciare la sedia sulle assi di legno per andarmene. Subito i due smisero di litigare, alzando lo sguardo su di me. <<Dove vai?>> chiesero all'unisono. Non gli risposi andandomene.

**

Lasciai la Mustang sul vialetto, entrando in casa. Spalancai la porta della cucina, prendendo qualcosa da bere che non sapevo neppure io cosa fosse, volevo solo bere e basta. Salii le scale con una certa insistenza, arrivando in camera mia. Guardai il letto stando imbambolato.

Saudade Wherever I GoWhere stories live. Discover now