Chapter 15

1.2K 67 9
                                    

LOGAN

Scesi le scale per andare ad aprire la porta. Non aspettavo nessuno e mi sembrava strano potessero essere Noah o Cameron. Entrambi avevano le chiavi e di sicuro non tutta questa urgenza di entrare in casa.

Dopo il quarto o quinto suono del campanello, aprii la porta con decisione.

Mi ritrovai davanti una donna minuta sulla sessantina, con i capelli brizzolati e gli occhialetti rotondi retti dal naso a punta.

<<Salve>> disse con una lentezza nella voce che non si addiceva alla velocità con cui suonava il campanello. Alzò lo sguardo dal blocco di fogli che reggeva, impilati in una cartellina.
Mi guardò con estrema sufficienza.

<<Chi è lei?>> mi domandò.

<<No, chi è lei>> replicai.

<<Amber Harrinton, assistente sociale della contea. Sto cercando Logan e Noah Robinson. Lei è uno dei due?>> sentii una fitta al petto, ma rimasi composto.

<<Sono Logan. Cosa vuole da me e mio fratello?>> andai dritto al punto. Lei si irritò visibilmente. Si tolse gli occhialini e mi guardò bene in faccia.

<<Mi ascolti signor Robinson, mi ascolti bene. Non sono qui per perdere tempo perché ho altri quaranta ragazzini da controllare>> la interruppi.

<<Bene, se ne ha altri quaranta vada da loro e non venga qui inutilmente.>> incrociai le braccia al petto e mi appoggiai alla porta.

<<Credo lei non abbia capito la situazione, sono qui perché alcune settimane fa è arrivata la segnalazione. Risulta che voi due abitiate con vostro padre, ma nessuno lo ha mai visto qui, è in casa?>>

<<Non attualmente, è in viaggio>> mentii spudoratamente per togliermela dai piedi.

<<E dove? Se posso chiedere>>

<<No, non può chiedere>> fece una risata quasi sadica.

<<Penso che non stia comprendendo a pieno la situazione in cui è.>> ripetè. <<Ha il recapito almeno? Desidererei controllare per lo meno che la situazione sia sotto controllo>> cercai di inventare qualcosa.

<<Non gli piace essere disturbato quando è in vacanza>> mi guardò sospettosa. <<Odia la tecnologia, come io odio questa visita>>

<<La posso chiamare Logan?>> alzai le spalle. <<Sono a conoscenza della vostra situazione famigliare>> la guardai più intensamente. <<Intendo della morte di vostra madre. Mi dispiace davvero, ma deve collaborare anche lei, altrimenti le cose non si sistemeranno mai>>

<<Lei non ne sa niente, non venga qui facendo finta di essere a conoscenza della nostra situazione quando invece è totalmente all'oscuro di tutto quello che è successo. Le cose sono sempre state così e tali rimarranno, di certo non si sistemeranno con la sua visita.>> la vidi innervosirsi.

<<Senti ragazzo, il tuo preside ci ha segnalato il vostro caso ed è mia responsabilità controllare. La legge definisce che voi non possiate vivere da soli senza un adulto e mi risulta che non vedano un vostro genitore o tutore da circa cinque anni, il che implicherebbe anche il reato di abbandono di minori>> corrugai la fronte. Era stato quel figlio di puttana del preside che non sapeva mai farsi i cazzi suoi a farla venire da noi per una visita del cazzo.

<<Vada a dirgli che va tutto bene, siamo ancora vivi e ci presentiamo a scuola, la sua area di competenza si interrompe lì>> dissi con un tocco di ironia nella voce.

Saudade Wherever I GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora