Chapter 22

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ASHLEY

Suonai il campanello incerta, facendo poi qualche passo indietro e aspettando che qualcuno mi aprisse la porta. Mi auguravo solo che fosse ancora questa l'abitazione dove viveva Summer. 

Non sapevo nemmeno bene io perché fossi sul porticato di quella casa, così famigliare alla me bambina, ma da quando avevo abbandonato la California per tornare nella mia terra natale, avevo trovato il coraggio per fare qualunque cosa prima non mi sarei neppure immaginata di avere abbastanza fegato per fare.

Sentii dei passi avvicinarsi e poi la serratura scattare. La porta davanti a me si aprì rivelando la figura di una donna.

<<Ashley?>> domandò guardandomi da capo a piedi incredula.
Annuii sorridendole. <<Salve, Maureen>> la sua espressione di puro stupore mi fece molta tenerezza. Quando ero più piccola venivo spesso a casa loro per giocare con le bambole la sera, facendomi accompagnare dalla babysitter e scappando di nascosto ai miei genitori.

Restò imbambolata reggendosi alla porta per qualche secondo prima di farmi spazio per entrare.
<<Scusami, sono solo piacevolmente sorpresa di vederti qui. Sono passati anni dall'ultima volta e sono contenta che tu sia passata a salutarci, non sapevo fossi tornata in Michigan.>> erano passate alcune settimane dal mio primo incontro con Summer da quando ero tornata, ma non mi meravigliava che non ne avesse parlato con sua madre, che aveva sempre supportato con entusiasmo la nostra profonda amicizia. Ero convinta che, semplicemente come me, anche Summer volesse capire se la nostra amicizia avrebbe sorretto un tale peso che si era accumulato per tutti gli anni di rancore che avevamo provato l'una per l'altra.

<<É tutto apposto, non ti preoccupare. Sono solo venuta a parlare con Summer, se é in casa>> mi ero fiondata a casa loro senza ragionare troppo sul fatto che fossero le nove di un sabato mattina, una delle poche giornate libere di genitori e studenti, ma era anche l'unico momento libero in cui avrei potuto parlare con Summer.

<<La dovresti trovare al piano di sopra, sempre che si sia svegliata>> scosse la testa con disapprovazione. <<Tra poco devo uscire per delle commissioni, ma se un'altra volta vuoi passare di qui mi piacerebbe parlare con te, é passato tanto tempo e hai molto da raccontarmi>> le sorrisi.

<<Certo, verrò più che volentieri.>> avevo sempre stimato moltissimo Maureen, nonostante fosse molto severa con i figli. Era una figura molto autoritaria e allo stesso tempo spiritosa e gentile, come avevo sempre pensato una mamma dovesse essere.

Andò verso la cucina mentre io mi dirigevo verso le scale che portavano al piano di sopra, al di là del salotto. Lei si girò nuovamente nella mia direzione.
<<Ho sperato tanto in un tuo ritorno, le amiche -fece le virgolette con le mani- che ha adesso Summer sono proprio delle ragazze presuntuose e arroganti. Confido che possiate tornare amiche come una volta>> e dopo quest'ultima affermazione se ne andò definitivamente in cucina. Rimasi per un attimo stordita per poi riscuotermi quando sentii un rumore provenire dal piano di sopra.

Salii le scale lentamente, cercando di fare meno rumore possibile, fin quando non arrivai in cima, dove il corridoio si estendeva portando alle camere da letto.
Non mi ci volle molto per ricordare quale porta fosse quella della camera di Summer.

Bussai timidamente alla porta con due colpetti. In risposta sentii dei lamenti che presi come un invito ad entrare benché fossero un'intimidazione di girare i tacchi e andarsene.

Non appena aprii la porta, la luce solare del corridoio inondò la stanza, strappandola al buio pesto. Sentii un lamento provenire dalla mia sinistra.

<<Sveglia sveglia!>> esclamò Maureen superandomi e avanzando nel buio della stanza.
Improvvisamente un raggio di luce riempì la stanza, allontanandola definitivamente dall'oscurità, quando alzò la tenda.

Saudade Wherever I GoWhere stories live. Discover now