Chapter 23

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LOGAN

Giovedì la chiamata che aspettavo da tempo, per non dire anni, arrivò in un momento inaspettato.

Ero appena uscito dalla doccia dello spogliatoio dopo un allenamento e controllai il telefono, trovando tra le notifiche una chiamata persa ricevuta da Brandon non molto tempo prima.

Mi sentii richiamare da qualcuno, ma non ci feci caso e continuai a vestirmi velocemente per uscire per primo e poter telefonare a Brandon.
Sentivo l'ansia salire ad ogni cambio di direzione che prendevano i miei pensieri, prima positivi e con un lieto fine per poi sviare in cunicoli in cui diventavano estremamente negativi e cupi.

Sentii nuovamente pronunciato il mio nome e mi girai con sguardo corrucciato. Non appena vidi il coach dietro ad una riserva, però, dovetti subito cambiare espressione.

<<A cosa stai pensando che ti immerge tanto nei tuoi pensieri da non sentirmi urlare, Robinson?>>
<<Nulla coach>> risposi in automatico nonostante volessi solo prendere le mie cose e andarmene.

<<Ti devo parlare, vieni>> la riserva era ancora lì ad ascoltare la nostra conversazione. Quando si accorse del mio sguardo su di lui fece retromarcia e se ne andò da tutto il resto della squadra intimorito. 

Mi avvicinai a lui infilandomi rapidamente la maglietta pulita. Mi mise una mano sulla schiena facendomi posizionare esattamente davanti a lui, in modo tale da potermi guardare bene in faccia.

<<Lo scorso weekend ho parlato con alcuni miei amici che conoscono dei reclutatori di vari college e tutti mi hanno nominato "Logan Robinson" come una delle promesse matricole per la prossima stagione nel campionato universitario>>

<<Ne sono felice>> gli dissi soltanto, non facendo alcun tipo di espressione facciale.

<<Oh lo dovresti essere eccome, domani abbiamo una delle ultime partite fuori casa e tu ultimamente stai giocando discretamente>> nel linguaggio del coach sapevo che quel discretamente significava qualcosa in più ma rimasi in silenzio. <<Nonostante il vostro periodo di pausa sono sollevato di aver insistito con il preside per un vostro ritorno, la squadra non sarebbe andata avanti molto altrimenti>> percepii che anche questa volta il silenzio era la via migliore.

<<Ci vediamo domani, Robinson. Mi raccomando di essere puntuale. E dillo anche a tuo fratello>>
<<Certo coach, a domani>> presi il borsone e la felpa che erano appoggiate alla panca e me ne andai finalmente.

Non aspettai neppure di arrivare alla macchina per far partire la chiamata, per paura che Noah potesse uscire da un momento all'altro e ascoltare la conversazione.

Il telefono squillò due o tre volte prima che dall'altro capo rispondessero.

<<Ciao Logan>> disse immediatamente Brandon non appena accettò la chiamata.

<<Allora?>> domandai speranzoso. <<Cosa ti ha detto?>>
<<Le ho spiegato la situazione ancora la sera che sei venuto qui>> sospirai già abbattuto dalle sue parole, mentre attraversavo il parcheggio illuminato dagli ultimi raggi di luce della giornata.

<<E?>>
<<Anche i giorni successivi le ho continuato a parlare della questione. Le ho detto che hai patito abbastanza e vuoi solamente parlarle, non pretendi di entrare nella sua vita o portarle via nostro figlio>> aprii lo sportello posteriore dell'auto per riporre il borsone, ascoltando ancora le parole taglienti come una lama di Brandon. <<Laurie mi ha detto che ci doveva pensare un attimo prima di rispondere perché non se l'è mai sentita di parlare con voi.>>

Saudade Wherever I GoWhere stories live. Discover now