Capitolo 16

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Premetto che a scrivere è la solita Alessia e non "Chiara". Siete stati vittime di una burla da parte della mia amica (chiamiamolo pesce di marzo) e ne sono addolorata e divertita allo stesso tempo. E' vero che ho avuto problemi a pubblicare ma non vi ho abbandonati e non potrei mai farlo, sono qui e continuerò io a scrivere la trilogia. Nonostante fosse uno scherzo mi ha fatto piacere sapere che molti di voi si sono interessati alla mia salute piuttosto che alla storia, un po' meno altri che mi hanno mandato messaggi con scritto che Chiara avrebbe fatto di meglio...vi amo tutti e continuerò sempre a ripeterlo, ma se ad alcuni di voi non piace come scrivo non siete obbligati a seguirmi ancora, lol. Detto questo pochi giorni fa ho ricominciato a scrivere ed eccovi il capitolo. Scusate ancora per la lunga assenza e per la stupidità della mia amica, Alessia vi ama regà!!

BUONA LETTURA. XX

                                                 EVELYN

Un leggero tremolio mi fece mugolare nel sonno e girare la testa dall'alto lato del letto. Non mi era mai piaciuto dormire poco o comunque essere svegliata mentre volevo ancora rimanere a letto, e quella volta non fece eccezione. Un altro tremolio proveniente dall'altra parte del letto mi diede al quanto fastidio ma continuai a tenere gli occhi chiusi, almeno finché non sentii un'imprecazione.

“Merda.”

Aprii gli occhi e mi girai tenendoli semi chiusi solo per vedere Luke cadere dal letto. Mi alzai sui gomiti e mi stropicciai un occhio con la mano.

“Che stai facendo?” la mia voce era impastata dal sonno e al quanto roca mentre la sua sembrava pulita come sempre nonostante avesse detto solo una parola, o forse ero talmente stordita dal sonno da non capirci più nulla. La testa bionda di Luke comparve da sopra il letto e le sue mani fecero pressione su quest'ultimo per aiutarsi a rimettersi in piedi.

“L'aereo. Sto perdendo l'aereo.” si agitò per la stanza finché non riuscì a trovare la sua maglietta e infilarsela, i jeans li aveva già quindi doveva aver dormito mezzo vestito.

“Ma non puoi stare un altro po'?” chiesi mettendomi seduta. Luke mi fece un sorriso dispiaciuto per poi sedersi sul bordo del letto e infilare le scarpe.

“Ho il volo gia prenotato, poi Jonathan non sa nemmeno che sono qui e Lily ha la bocca larga.”

Annuii guardandolo mentre faceva dei nodi disordinati con le stringhe. In effetti sarebbe stato meglio farlo tornare a New York, Jonathan ci aveva chiesto più aiuto da dare coi ragazzi e se io ero in Canada Lily e Luke dovevano aiutarlo il più possibile, almeno finché non fossi tornata.

“Ehi..” sussurrò dolcemente richiamando la mia attenzione. Non mi ero resa conto di essermi persa nei miei pensieri, guardavo il vuoto pensando alla guerra almeno finché Luke non si era avvicinato con un piccolo sorriso sulle labbra. La sua mano era sulla mia guancia per accarezzarne la pelle e i suoi occhi erano nei miei.

“..Ti chiamo appena torno, okay?”

Sorrisi cercando di mascherare l'imbarazzo per essermi incantata come una scema. “Si, va bene.”

“Più o meno quando torni a New York?” chiese. Quando sarei tornata a New York? Avevo detto a Kevin che sarei rimasta per qualche giorno, anche per dare un aiuto col bambino e far riposare Rachel, ma in quel momento, fu come all'improvviso e insensato, non avevo più voglia di restare. Potevo sembrare così egoista e immatura ma guardavo quelle iridi azzurre e volevo solo seguirle fino a New York.

Over Light 3 [Luke Hemmings]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant