1- Monotona

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Kirishima

Monotona

Questa è la parola che userei per descrivere la mia vita. Faccio sempre le stesse cose, vedo sempre le stesse persone, non succede mai nulla di diverso. Tutte le giornate sono uguali, lavoro, studio, mangio e dormo, ogni tanto esco con i miei "amici", ma sinceramente non ho tanta voglia di stare con loro, fanno sempre le stesse battute, dicono sempre le stesse cazzate e io sono stufo di fingere, lo faccio da quando ho memoria. Ho finto per anni di essere quello che non sono ma devo farlo,è questo il problema.

Monotona è anche la parola che userei per descrivere Lake View. Un posto dove un ragazzo omosessuale come me deve sempre nascodersi, un posto dove sono stato costretto a tornare, perché nessuno sano di mente resterebbe qua, tutti una volta che si presenta la possibilità se ne andrebbero. Infatti sono convinto che qua di inteligenza ce ne sia ben poca visto che la mentalità è rimasta la stessa dal medioevo.

Ho sempre avuto una scarsa considerazione dei miei compagni del liceo e infatti sono rimasti tutti qua, nessuno di loro ha anche solo provato ad andarsene. Tranne uno, l'unico intelligente non a caso. Era sempre il migliore qualsiasi cosa facesse e io ho sempre desiderato essere anche io come lui, figo, misterioso, intelligente, forte, virile e altri diecimila aggettivi positivi.

Avevo una cotta per lui, anzi è stato proprio lui a farmi capire di essere gay, è stato il primo ragazzo per cui abbia mai provato qualcosa. Ovviamente non ha mai scoperto nulla, nessuno l'ha mai fatto, che fossi gay e innamorato di lui era un segreto che mi sarei portato volentieri nella tomba.

Riflettevo su tutto questo mentre andavo a lavoro, in quei 10 minuti di camminata completamente solo mi ritrovavo sempre a riflettere sulla mia vita e su quanto vorrei che avesse una svolta, proprio come lo è stata il college. L'ho scelto il più lontano possibile da qua e non sarei mai tornato se non fosse per la malattia di mia madre, se lei non si fosse ammalata sarei a Stanford a finire i miei studi di medicina per poi iniziare il la specialistica. Invece mi ritrovo a Lake View, una cittadina della Carolina del Sud, dove nessuno sa chi sono in realtà.

Avevo bisogno di qualcosa che mi spingesse ad andare avanti, a restare qua, a non desiderare ogni giorno di essere su uno stupido aereo per tornare alla mia vita di qualche settimana fà. Conducevo una vita molto faticosa ed ero sempre stanco, lavorare in un pub la sera ed alzarsi presto la mattina non era una vita molto leggera, avevo pochissimo tempo per studiare eppure riuscivo comunque a non essere eccessivamente indietro rispetto agli altri e a non addormentarmi a lezione. Dormivo intorno alle 3 ore a notte e riuscivo ad essere sempre carico ed energico, avevo sempre voglia di uscire, studiare o fare qualsiasi altra cosa.

Adesso l'unico motivo per il quale mi alzo dal letto la mattina è che ho scelto di lavorare nella biblioteca della città, quindi ho miliardi di libri tutti per me e nessuno, a parte qualche signora per le associazioni storiche o qualche bambino per poter leggere Harry Potter senza essere scoperto, entra e a me andava benissimo così. Avevo la possibilità di guadagnare qualche soldo potendo vedere il meno possibile le persone che vivono qua, un'occasione irripetibile.

Ad interrompere il mio flusso di pensieri è il fatto che sono arrivato a lavoro. Apro la porta e trovo come sempre il carrello dei libri da mettere a posto pieno, in realtà sono stati presi da me ieri o i giorni prima per leggerli, infatti se non lo usassi come mia mini biblioteca personale portabile sarebbe sempre vuoto. Lo è stato durante la prima settimana che lavoravo qua poi mi metteva troppa tristezza e ho deciso di metterci tutti i libri che mi incuriosivano, che volevo leggere o rileggere.

Avevo questo vizio fin da quando ero piccolo, accumulavo libri di tutti i generi e tutte le lingue e li leggevo tutti, infatti su quel carrello si poteva passare da Shakespeare a Rick Riordan, da Orgoglio e Pregiudizio ad Hunger games.

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