4- Bellissimo

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Bakugo

Bellissimo

Il panorama da questo punto è bellissimo, da mozzare il fiato, Lake View vista da qui sembra così pacifica, calma e tranquilla, il mio completo opposto.
Io ero uno stronzo, sempre incazzato con il mondo, ma non lì, il rilassamento che mi dava quel posto era indescrivibile lì sentivo di essere al sicuro, protetto dagli occhi indiscreti che aspettavano solo di vedermi fallire, crollare e sgretolarmi come un palazzo in decadimento, ed era così che mi sentivo.
Sentivo che tutti i muri costruiti in quei anni con tanto duro lavoro stessero crollando, uno dopo l'altro, pezzo dopo pezzo. Forse adesso ero io il ragazzo dagli occhi tristi e non più il rosso, magari lui a differenza mia era tornato di sua spontanea volontà e perché gli mancava questo posto.
Sapevo che anche il rosso se n'era andato, Deku era qualcosa come un amico per lui e me lo aveva raccontato, devo dire che a guardarlo fosse davvero palese. Aveva quella lieve abbronzatura che non puoi prendere a Lake View, non c'è il mare. Abbiamo a malapena la piscina comunale, cosa strana per una cittadina che ha nel nome "Lake", una volta il lago c'era peccato che da almeno 20 anni sia completamente prosciugato e che quindi non esista più nessun lago, ma i cittadini bigotti di questo postaccio vogliono continuare a chiamare Lake View la cittadina più noiosa e schifosa di tutta l'America. Una volta lo avevo persino scritto sul cartello posto all'inizio della strada principale che portava al posto di merda in cui vivevo.

In quel momento mentre fissavo la città una consapevolezza prese il sopravvento su di me, ossia che forse non sarei mai riuscito ad andarmene davvero, una parte di me sarebbe rimasta per sempre qua a ricordarmi costantemente che qualunque cosa avessi fatto nella mia vita sarei comunque rimasto quel ragazzo stronzo e arrogante, che trattava sempre tutti male e credeva di essere il migliore in tutto. Non che io ora sia diverso, ma con il tempo si matura, prima se qualcuno osava battermi probabilmente gli avrei spaccato la faccia, mentre ora mi alzerei e me ne andrei sbroccando e sono passi da gigante per uno come me.

Le ore passarono mentre fissavo il vuoto, ripensando alla mia vita e senza un apparente motivo al rosso, al perché fosse tornato. Non sapevo perché pensavo a lui, forse mi aveva colpito il suo essere cambiato così tanto o forse il fatto che quell'attimo in cui era tornato ad avere quegli occhi tristi mi avesse fatto capire che in realtà non era cambiato affatto e che nessuno cambia mai sul serio, il detto ha proprio ragione "Se nasci tondo non puoi morire quadrato", da piccolo non lo capivo ma ora era diverso, capivo a pieno il significato di quell detto e in me nasceva sempre più la consapevolezza che sarei morto proprio come la testa di cazzo che ero sempre stato.

Lo squillo del mio telefono mi riportò alla realtà
«Katsuki ma dove diavolo sei?» Disse quella stronza di Ochako quasi urlando al telefono
«In giro, ma che cazzo te ne frega scusa?»
"Ma che voleva mo?" Questo pensiero mi passò per la testa.
Ochako Uraraka era quella che potevo definire qualcosa come la mia migliore amica, era la nostra costumista, quindi l'unica persona che poteva toccarmi.
Quando l'ho conosciuta credevo fosse cotta di Merdeku, invece poi ho scoperto che era lesbica, sono rimasto scioccato da questa cosa? Ovviamente, non tanto perché fosse lesbica in se per se, non mi sarei mai scandalizzato per quello, non sono cazzi miei con chi vanno a letto i miei amici ma sono rimasto scioccato dalla naturalezza con cui l'ha detto.

"«ehy faccia tonda smettila di sbavare dietro al nerd e vieni ad aiutarmi.» dissi io alterato abbastanza di essere ignorato per colpa di quel nerd
«Andare dietro al nerd? Baku sono lesbica» disse lei scoppiando a ridere
io spalancai gli occhi e non dissi nulla per un po'
«Che c'è Baku ti ho lasciato senza parole?» disse continuando a ridere
Io ovviamente non ho neanche ascoltato quella frase, stavo ancora pensando alla rivelazione di qualche minuto prima
«e me lo dici così?!» fu l'unica cosa che riuscì a dire quasi urlando
«e come dovrei dirtelo scusa?» disse senza smettere di ridere
«non lo so ma non così porca puttana»"

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