9- Diverso

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Bakugo

Diverso

La tana di riflessione dello sfigato di Lake View, come l'aveva chiamata lui, me la immaginavo diversa, tipo una casetta sull'albero o uno spiazzale come il mio oppure ancora come la stanza dei colori di Jirou, di certo non avrei mai pensato che fosse un mini appartamento posto nel seminterrato di casa sua. Con un divano, un tavolino enorme, tre monitor e infine fogli, tantissimi ed erano ovunque su ogni superficie.

Alcuni erano completamente scritti, altri mezzi vuoti, altri ancora avevano solo una frase oppure una parola, alcuni addirittura pieni di scarabocchi, solo pochissimi erano completamente bianchi o almeno così sembravano.

Non era questo quello che mi aspettavo da un futuro medico, visto che quel posto somigliava davvero tanto allo studio che avevamo a casa e che io avevo monopolizzato, da me era comprensibile io ero un artista, lui no. L'unica traccia che faceva intendere che studiasse medicina era quell'unico libro di preparazione per l'esame che di trovava al centro esatto del tavolo ed era completamente ricoperto di polvere, segno che non veniva aperto da un pò.

«Che idiota! Scusa il disordine ma mi ero dimenticato che non avevamo sistemato l'ultima volta che siamo scesi qua con mamma» disse imbarazzato grattandosi la nuca, poi iniziò a sistemare quel disordine.
"Sembra sia esplosa una bomba qua dentro" dissi prendendo il primo foglio che mi si parò davanti.

"Cammino trascinando con me un ombra
il mio cadavere.

L'omicidio più semplice della storia
visto che l'assassino e la vittima
hanno in comune di essere la stessa persona"

Quelle poche frasi mi spiazzarono, erano così tetre e cupe, così simili ad un verso di una canzone che scrissi tanto tempo prima, dopo un evento che mi segnò nel profondo.
"Eppure ora, quello ad essere morto sono io"
Quel verso mi ritornò alla mente, nitido e chiaro come se lo avessi scritto pochi giorni prima e portò con se ricordi a cui non volevo pensare.

Presi un altro foglio per evitare di perdermi in quei pensieri tossici ma Kirishima fù più veloce.
«No Bakugo, sul serio non vale la pena leggerli sono stronzate che scrivevo anni fa» disse lui cercando di prendere il foglio.
«Capelli di merda, ogni cosa scritta vale la pena di essere letta» dissi riprendendo il foglio e lui sospirò rassegnato dal fatto che comunque avrei letto ogni singolo foglio in quella stanza, così posò la pila che aveva in mano sul tavolo.
«Va bene ma leggerai solo quelli che dico io, gli altri sono off-limits okay?» disse con un tono che non ammetteva repliche.
«Lì leggerò tutti prima o poi rassegnati.» risposi io facendo un sorrisino di sfida.

La verità? Ero curioso di sapere cosa si celasse dietro quel ragazzo dagli occhi tristi e mi era appena stata concessa la chiave per scoprirlo quindi bramavo più di chiunque altro leggerli tutti, dal primo all'ultimo.
Mi passò uno di quei fogli che credevo bianchi, invece in un angolo in alto a destra c'erano quattro righe scritte.

"Abisso
tenue ed eterno
straziante e dilaniante

è così che amare appare"

Mai in tutta la mia vita avevo letto qualcosa che era più veritiero, ti innamoravi lentamente e per sempre, ma poi quell'amore ti divorava dall'interno fino a consumarti. Questo era quello che quelle poche righe mi trasmettevano.

«Ehy Katsuki, ci sei ancora?» mi passò una mano sulla fronte e io mi riscossi dai miei pensieri.
«Si stavo solo pensando capelli di merda, cosa che evidentemente tu non sei in grado di fare se no lo avresti capito» risposi un pò scazzato per essere stato interrotto, volevo sapere e per farlo avrei dovuto analizzare parola per parola.
«Sei proprio uno stronzo!» Borbottò in risposta lui e mi tolse il foglio dalle mani.
«Questo me lo dicono tutti, ma comunque sono bellissimi» dissi di getto senza pensarci troppo o non ne avrei avuto il coraggio.
«Cosa?» lui mi guardò confuso non capendo a cosa mi riferissi.
«I tuoi scritti, sono davvero belli non dovresti tenerli segreti» lo guardai
«Beh..grazie, nessuno me lo aveva mai detto» balbettò e arrossì.
Era così carino rosso e imbarazzato, non potei fare a meno di pensarlo.
«Chiunque abbia mai detto il contrario è un grandissimo idiota» risposi
«Non li ha mai letti nessuno oltre a mia madre, mi imbarazza troppo» disse e si morse il labbro.
In quel momento la voglia di sbatterlo al muro o farmi sbattere da lui aumentò a dismisura, non ero tipo da dare troppo peso alle posizioni, si sa a letto le regole cambiano e anche il ragazzo più timido può trasformarsi in un animale.
«Con me non devi, io scrivo per lavoro e non mi sognerei mai di sminuire uno scritto per nessuna ragione al mondo»
Lui in risposta mi guardò sorridendomi dolcemente e per la prima volta dopo anni il mio cuore perse un battito.

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