12- Attimi Felici

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Bakugo

Attimi felici

Il concerto fu un successo, probabilmente uno dei migliori concerti mai tenuti da Crimson Riot ma per me lo spettacolo più bello è stato Capelli di merda che sorrideva come un bambino davanti al suo supereroe preferito e che cantava a squarciagola tutte le sue canzoni.
Non lo avevo mai visto così felice e non potevo far a meno di pensare che quella felicità era opera mia, avrei tanto voluto vederlo così ogni giorno così per potermi godere quello spettacolo, ancora e ancora. Ma come tutte le cose belle anche il concerto finì ma con mia grandissima sorpresa il sorriso del rosso rimase intatto, da quando erano entrati lì dentro non aveva smesso un secondo di sorridere e io non potei fare a meno di sorridere anche io, molto meno rispetto a lui.
Era così bello e non potevo fare a meno di incantarmi ogni volta che mi ritrovavo a guardarlo,quindi diciamo che del concerto ho visto ben poco. Quella serata sarà sempre impressa nei miei ricordi, come il suo balbettio quando si è trovato davanti Crimson Riot, sembrava Deku ogni volta che chiamava quel suo amico conosciuto su internet (Non ha mai voluto rivelarci come si chiamava per paura che lo cercassimo su instagram, come se potesse fregarmene qualcosa di lui e dei suoi stupidi amici) però lui a differenza del nerd era fottutamente adorabile.

«Ciao» ci salutò Crimson Riot sorridendo «Allora Bakugo come va?»
«Non c'è male, lui è il mio amico quello che volevo presentati» risposi alzando le spalle per poi indicare con un cenno Kirishima dietro di me talmente emozionato che non era ancora riuscito a spiccicare parola
«P-Piacere» disse qualche secondo dopo, come se vivesse la scena a rallentatore, probabilmente aveva dovuto reprimere l'istinto di iniziare ad urlare come una ragazzina, se si fosse messo sul serio a farlo lo avrei picchiato, è una delle cose che detesto di più al mondo.
«Piacere mio, Bakugo mi ha detto che sei un mio grandissimo fan» gli rispose sempre sorridendo.
Da lì partì una conversazione che a me parve infinita, Crimson chiese al rosso quale fosse la sua canzone preferita e Kirishima rispose con almeno 5 o 6 canzoni, forse anche di più ma persi il conto dopo la quarta e persi il filo della conversazione subito dopo. Il rosso cercò di includermi ma io rispondevo a monosillabi o risposte brevi che non lasciavano alcun margine di parola. Quello era il suo momento e non avevo nessuna intenzione di rovinarlo con qualche mia uscita fuori luogo, così mi limitavo ad annuire di tanto in tanto o rispondere solo quando ero espressamente interpellato.
Gli chiese anche a quanti suoi concerti era stato se quello di stasera gli fosse piaciuto, insomma le solite cose che chiunque chiederebbe ad un proprio fan

Restammo un oretta a parlare con Crimson poi un assistente venne a chiamarlo per dirgli che era ora di andare e ci salutò, a me con una semplice stretta di mano, ero rinomata la mia intolleranza al contatto fisico e i miei colleghi tendevano a rispettarla limitandosi quindi a strette di mano o pacche sulla spalla mentre i miei fan no, nonostante lo avessi ripetuto più volte in ogni intervista, ogni volta mi ritrovavo accerchiato da persone che volevano toccarmi, cercavo di non farmela pesare troppo ma a volte ero dovuto letteralmente scappare via perché stavo per avere un attacco di panico a causa di tutta quella gente. Kirishima invece si prese un abbraccio dal suo idolo ed era al settimo cielo, i suoi occhi brillavano per la felicità ancora più intensamente di quando stavano parlando.

«Non laverò mai più questa maglietta» Decretò il rosso con un sorriso a 32 denti una volta in macchina.
«Ci avrai sudato la dentro, sai che puzza ogni volta che la tirerai fuori dall'armadio!» risposi con un'espressione leggermente schifata.
«Ma è la maglietta con cui Crimson Riot mi ha abbracciato, te ne rendi conto Kat? Crimson Riot ha abbracciato me» disse euforico scuotendo leggermente il mio braccio sinistro
«Kat?» alzai un sopracciglio guardandolo giusto un attimo prima di riportare gli occhi sulla strada «e poi scollati che sto guidando»
«Oh si scusa Kat è che sono così emozionato» si ributtò sul sedile sorridendo come un cretino.
Si, era bellissimo in quel momento tanto che dovetti trattenere l'istinto di fermarmi, accostare e levargli quello stupido sorriso dalla faccia baciandolo fino a non avere più fiato in gola, fino a consumarle quelle labbra.
Mentre tentavo di mantenere un minimo di autocontrollo e di non far diventare i miei pantaloni più stretti cercando di non pensare a quello che potevamo fare in quella stupidissima macchina. Lui probabilmente aveva un'idea diversa, prese ad accarezzarmi la coscia delicatamente mentre continuava a guardarmi, anche se probabilmente non aveva i miei stessi pensieri, il movimento era così delicato e dolce che sentivo il mio cuore sciogliersi a quel contatto, così privo di alcuna malizia da farmi persino fare un sorrisino o forse avevo semplicemente perso la testa per il rosso.
«Grazie Baku» Mormorò prima di uno sbadiglio «Grazie per questa splendida serata»
«Allora scegli un cazzo di soprannome o Baku o Kat, non puoi averne settecento.» Borbottai io in risposta
«Faccio quello che mi pare Kat» Mormorò ridacchiando e poi il suo respirò rallentò segno che stava per addormentarsi e anche la mano che aveva sulla mia coscia, smise di muoversi poco dopo segno che si era addormentato del tutto.
Accostai alla prima piazzola di sosta e lo sistemai in un modo che potesse essere comodo abbassando anche il sedile. Mi fermai un secondo ad osservarlo e gli spostai i capelli da davanti agli occhi che stavano iniziando a cedere dopo tutte quelle ore, il sudore e tutte varie volte che il rosso se li era toccati. Era di una bellezza quasi ipnotica quando dormiva con le labbra leggermente dischiuse, il respiro calmo e stasera a differenza delle volte precedenti aveva un mezzo sorrisino stampato sul volto, non potei far a meno di pensare che era uno spettacolo che avrei voluto tenere solo per me e su quei pensieri un ricordo, o meglio una frase si fece spazio nei miei pensieri.
Secondo te di cosa sono fatti gli angeli?

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