Capitolo 39

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Buonasera!

Mi scuso per questo posticipo di due giorni ma, come ho già detto su twitter, questa settimana ho avuto pochissimo tempo libero e quindi non sono riuscita a correggere il capitolo prima di oggi (mi scuso in anticipo per eventuali errori, sono più di 11.200 parole e l'ho corretto in pochissimo tempo).

Vi anticipo già da ora che non so quando riuscirò a postare l'ultimo capitolo (ebbene sì, l'ultimo) prima dell'epilogo perché ne ho scritto meno di metà, ma spero comunque di riuscire a finirlo massimo entro domenica prossima! E mi scuso anche per non aver ancora risposto alla domande su Ask, provvederò a farlo il prima possibile.

Detto questo, il Natale è vicino e mi sembrava quindi solo giusto darvi un capitolo natalizio! Mi è piaciuto scriverlo, quindi spero che a voi piacerà altrettanto leggerlo :)

Un bacio e buona lettura! x 

***

Una delle cose che più mi mancavano dei miei anni alla UCSB, erano decisamente le feste organizzate quasi ogni weekend nella sala comune del Santa Cruz.

Nel mio ultimo anno in quel college non avevo preso parte a quel tipo di eventi con la stessa frequenza degli anni precedenti, ma ciò non cambiava che legati ad essi ci fossero comunque alcuni dei ricordi più belli di quel periodo della mia vita: allora ero stata decisamente molto più spensierata e disinibita di quanto non fossi attualmente, il che si traduceva nel fatto che ogni festa o serata passata fuori fosse stata un'occasione per divertirmi, bere, ballare e fare e dire tutto ciò che volevo senza preoccuparmi minimamente delle conseguenze - cosa che, di tanto in tanto, mi aveva creato qualche problemino.

Era ormai un po' che la persona che ero stata in quel periodo non mi rispecchiava più pienamente, ma non rinnegavo né mi pentivo della sua esistenza. Soprattutto, il fatto che quegli anni fossero stati fondamentali nell'aiutarmi a capire cos'era che volevo fare nella vita, aveva solo fatto sì che li custodissi ancora più gelosamente di quanto non facessi già: non partecipavo più in prima persona a tante feste e non frequentavo locali molteplici volte a settimana, ma organizzare eventi di vario tipo, per lavoro o meno, rimaneva una delle cose che più mi divertivano e mi davano soddisfazione al mondo.

Per questo motivo, non mi ero di certo tirata indietro quando a noi stagisti era stato affidato il compito di organizzare la festa di Natale della sede di Santa Barbara dell'agenzia per cui lavoravo: insieme ai miei colleghi, mi ero adoperata per trovare la location migliore - che era risultata essere una terrazza coperta con vista sul mare su cui avevo messo gli occhi da tempo in prospettiva di un evento del genere - e mi ero poi occupata anche di tutto il resto, dalla lista degli invitati alla scelta del catering, dalla playlist per il deejay alla decorazione dell'ambiente e ad ogni più piccolo dettaglio per rendere quella serata, l'ultima che avrei passato in California, pressappoco perfetta.

Ritrovandomi lì quella sera, potei dirmi piuttosto soddisfatta del lavoro svolto: il cielo era chiaro e permetteva alla luna di riflettersi sul mare scuro, le luci illuminavano perfettamente lo spazio e, insieme alle decorazioni e alla musica, contribuivano a dare una perfetta atmosfera natalizia; gli invitati mangiavano, ballavano e chiacchieravano da quando erano arrivati e, in generale, l'aria di allegria e festività che si respirava era esattamente quella che avevamo voluto creare.

«Propongo un brindisi,» disse Lydia, mia collega e, in quei nove mesi, coinquilina, mentre alzava un calice contenente champagne, «a noi stagisti che, seppur sottopagati, siamo sopravvissuti a questi mesi di sfruttamento nella speranza che ci assumano definitivamente o che il tempo trascorso qui ci sia almeno utile a trovare un lavoro da domani in poi.»

Sia io che gli altri ragazzi ridemmo della scelta di parole della ragazza, qualcuno le intimò di abbassare la voce per il fatto che i nostri superiori fossero poco distanti, ma alla fine tutti facemmo scontrare delicatamente i nostri calici prima di mandare giù lo champagne costoso che eravamo riusciti a procurare per quella serata. Un chiacchiericcio seguì quel brindisi che ci eravamo concessi in un angolo appartato della terrazza, dopodiché ci disperdemmo tra il resto degli invitati e Lydia fu presto al mio fianco.

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