Capitolo 4

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...Sorpresa, immagino? Ahahahah

Parto dicendo che questo aggiornamento non era programmato e che la mia intenzione originale era postare venerdì come al solito, poi però ho visto che il termine per candidare una storia ai Wattys è il primo agosto e che essa deve contenere almeno cinque capitoli per essere idonea, quindi... Sorpresa!

Non so dirvi per quale motivo, ma mi è piaciuto particolarmente scrivere questo capitolo. Forse perché in fondo è semplice e mostra dei Prim ed Harry un po' inediti e totalmente rilassati l'uno nei confronti dell'altro, o forse semplicemente perché io adoro scrivere scene così naturali e quotidiane, non saprei ahahah in ogni caso, spero come sempre che a voi piacerà leggerlo!

Dato questo aggiornamento improvviso, poi, vi dico già da ora che non so quando posterò il prossimo capitolo (sicuramente non questo venerdì) ma vi terrò aggiornati tramite Twitter o Ask nei prossimi giorni :)

Un bacio e buona lettura! x

***

HARRY'S POV:

Nonostante a primo impatto potesse sembrare il contrario, mi ero sempre reputato una persona piuttosto paziente.

Con il mio lavoro ero costretto ad esserlo, in fondo, non solo perché le cose non andavano quasi mai come previsto, ma anche e soprattutto perché la maggior parte dei casi che mi impegnavano richiedevano tempo ed una certa mole di preparazione, mentre rare erano le occasioni in cui raccoglievo i frutti di un lavoro svolto in tempi brevi. Tutto ciò si traduceva nel fatto che fossi perfettamente in grado di rimanere in uno stesso posto per un periodo di tempo prolungato, sia che il motivo fosse un appostamento, sia che fosse una missione, sia, come in quel caso, che dovessi farlo per nascondermi da qualcuno o qualcosa.

La stessa cosa, a quanto pare, non si poteva dire per Prim.

Al quinto giorno in cui non vedeva il sole se non attraverso le finestre e lo sentiva sulla pelle solo per pochi minuti fuori al piccolo balconcino, fui abbastanza certo che stesse cominciando a dare di matto: in tutto il tempo trascorso lì, infatti, aveva messo e rimesso a posto l'appartamento mille volte, aveva guardato più film che probabilmente in tutta la sua vita ed ero certo che avesse reso quello spazio più pulito di quanto non fosse mai stato da quando Louis ci era andato ad abitare.

La capivo, in fondo, non è che non la capivo. Era sempre stata una persona attiva e piena di energie, una che non può semplicemente venir rinchiusa per giorni e giorni in uno spazio così limitato senza che le si dia neanche qualcosa da fare per far scorrere le giornate più velocemente. Il fatto poi che io non avessi rinunciato alla corsa mattutina, la quale mi veniva puntualmente rinfacciata non appena rimettevo piede in casa ancor prima che il sole sorgesse del tutto, mi aveva presto fatto finire - meritatamente, lo ammettevo - sulla sua lista nera.

Quel particolare pomeriggio, Prim era sembrata più insofferente dei giorni precedenti: dopo aver lasciato a metà l'ennesimo film della giornata, infatti, si era alzata dal divano per cominciare a vagare per la stanza in modo preoccupante, tanto che avevo quasi temuto che fosse sul serio sull'orlo di una crisi di nervi. Per evitare quella drastica conclusione, avevo messo da parte il mio laptop e mi ero proposto di cucinare la cena, cosa che, nei giorni scorsi, ero sempre riuscito ad evitare: ero modestamente piuttosto bravo, ai fornelli, e cucinare non era neanche una cosa che mi dispiaceva fare, ciò che odiavo era la parte del rimettere tutto a posto una volta terminato.

Prim era subito stata entusiasta del fatto che avessi in qualche modo interrotto la noiosa routine, infatti non aveva perso tempo a sistemare una sedia dal lato opposto del piano di lavoro così da poter guardare e, al tempo stesso, lasciarmi libero di muovermi nel ristretto angolo cucina.

Under PressureWhere stories live. Discover now