Capitolo 8

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Buon pomeriggio!

Come preannunciato, capitolo un po' più breve degli altri per bilanciare il precedente che invece era decisamente più lungo (non è vero, semplicemente quello mi è venuto più lungo e questo più breve, ma fingiamo che la cosa fosse intenzionale ahahah).

Vi dico già da ora che non so se venerdì prossimo riuscirò ad aggiornare (anche se credo di sì) perché non ho ancora completato il capitolo, anche se sono a buon punto. Ebbene sì, con questo di oggi si concludono i capitoli già pronti e da ora in poi dovremo tutti collettivamente incrociare le dita e sperare che non mi colga un blocco improvviso che mi farà venir voglia di cancellare l'intera storia, anche se ho tutto abbastanza programmato e quindi dovrei cavarmela abbastanza bene senza evoluzioni così drastiche. In ogni caso, vi terrò come sempre aggiornati tramite Twitter ed Ask!

Per il momento vi lascio a questo capitolo sperando che sia di vostro gradimento ed augurandovi una buona fine dell'estate ed un buon inizio di settembre!

Un bacio e buona lettura :) x

***

Il motel in cui ci eravamo fermati per la notte non era messo poi molto meglio del precedente: con i calcinacci che rendevano una sfida il camminare sotto i cornicioni ed il materasso consumato così tanto da far percepire una ad una le doghe sottostanti non avevamo fatto chissà quale salto di qualità, ma il fatto che ci fosse acqua calda sufficiente affinché entrambi riuscissimo a fare la doccia - e, soprattutto, la presenza di un uomo alla reception che non mi aveva scambiata per una prostituta - fece guadagnare al Jenny's Inn il primo posto provvisorio.

Primato che perse all'istante quando, al mattino, le tende fin troppo sottili fallirono nel tener fuori la luce e mi svegliarono ad un orario a dir poco indecente.

Rotolai verso il muro con un sonoro lamento, afferrando il cuscino per proteggermi dai primi raggi di sole e tornare così a dormire in pace; quando, nel farlo, mi resi conto del fatto che il letto fosse vuoto e che dei leggeri movimenti riempissero la stanza che avrebbe dovuto essere totalmente silenziosa, emisi un secondo lamento anche più acuto del primo.

«Torna a dormire» brontolai, allungando alla cieca una mano come se così facendo avessi potuto afferrarlo, nonostante sapessi che fosse molto probabilmente troppo distante.

Harry emise una piccola risata, alla quale seguirono dei leggeri passi e, subito dopo, il letto che si abbassava leggermente accanto a me mentre la sua mano afferrava la mia.

«Vado a correre un po', non starò via molto,» m'informò, liberando le dita dalla presa in cui le avevo strette nel debole tentativo di tenerlo lì, «che non ti venga in mente di andartene in giro.»

«Non puoi lasciarmi sola,» mi lamentai, cacciando la testa da sotto al cuscino e sbattendo diverse volte le palpebre per adattare gli occhi alla luce e riuscire a metterlo a fuoco, «se mi succede qualcosa mentre sei via?»

«Non ti succederà niente mentre sono via.»

«Non puoi saperlo, magari qualcuno sta tenendo sotto controllo la stanza ed aspettando che tu vada via per rapirmi.»

«In quel caso porta i miei saluti a Niall.»

Emisi ancora un altro lamento che lo fece ridere mentre si piegava in avanti per premere un bacio sulla mia fronte, allora approfittai della sua vicinanza per stringere le braccia intorno al suo collo.

«Portami almeno con te» lo supplicai, non ottenendo però l'effetto desiderato. Infatti, l'unica cosa che fece fu darmi una leggera pacca sul sedere prima di liberarsi ed alzarsi in piedi, aggiustando i pantaloncini neri sui fianchi prima di dirigersi verso la porta con un sorriso sghembo sulle labbra.

Under PressureWhere stories live. Discover now