Capitolo 11

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Buon pomeriggio!

Sembra ormai un rituale cominciare la nota dell'autore con un "mi dispiace per il ritardo", ma sul serio mi dispiace per il ritardo ahahah ho terminato questo capitolo ieri ed avevo intenzione di postarlo allora, ma non sono riuscita a correggerlo perché è piuttosto lungo (9600 parole circa, capitemi) e quindi eccolo qui ora.

Molti di voi hanno poi notato la mia assenza da Ask nelle ultime settimane, cosa per me abbastanza inusuale. Il motivo è semplicemente il fatto che la maggior parte delle domande era sulle linee di "quando aggiorni?", "quanto hai scritto del capitolo?", "ci sono novità riguardo il capitolo?" e simili, cose a cui, quando scrivo, non so rispondere, visto che anche se mi mancano solo dieci righe potrei impiegare due settimane a tirarle fuori. Mi fa sempre un immenso piacere rispondere alle vostre domande e sono felicissima quando mostrate interesse per ciò che scrivo, ma quando si tratta di domande di questo tipo non so mai cosa rispondere e quindi preferisco non farlo!

Ho scritto tutto questo qui semplicemente per non dover fare un copia ed incolla nelle risposte alle domande in stallo nel mio account di Ask, ma ora vi lascio liberi di leggere il capitolo che attendete da diciotto giorni ahahah

Spero che vi piaccia, perché i POV Harry per me sono sempre un piacere da scrivere! Un bacio e buona lettura :) x

***

HARRY'S POV:

Prim odiava essere svegliata dai primi raggi di sole.

Nonostante ciò, non una volta l'avevo vista tirare indietro la tenda così che coprisse la finestra e le garantisse l'oscurità anche dopo l'alba, ma lasciava sempre che fossi io a farlo prima di raggiungerla a letto; sapevo che il motivo dietro tutto ciò fosse principalmente una dimenticanza, ma allo stesso tempo ero certo che un po' le piacesse il fatto che mi preoccupassi sempre anche di piccole cose come quella.

La sera precedente dovevo però essermi dimenticato quel gesto di routine, perché la luce mi svegliò ancor prima che fosse il mio orologio biologico a farlo; per un attimo pensai di alzarmi e chiudere la tenda per dormire ancora mezz'ora, ma rinunciai presto a quell'idea quando ogni mio muscolo sembrò deciso a non voler collaborare in alcun modo. Rotolai allora semplicemente sul fianco opposto, lontano dalla fonte di luce, e sistemai la testa sul cuscino nella speranza di riaddormentarmi, ma i capelli decisamente non miei che mi solleticarono il viso mi portarono ad aprire gli occhi: la massa informe delle lunghe ciocche castane di Prim occupava la parte libera del mio cuscino, visto che durante la notte si spostava sempre verso il centro del letto per tenermi vicino anche se non dormivamo attaccati, il suo torace coperto da una leggera canotta di un rosa pallido si alzava ed abbassava ancora a ritmo regolare.

Raggruppai quell'ammasso di capelli e lo spostai in alto così che non mi desse più fastidio, scivolando in avanti quanto bastava per avvolgere un braccio intorno al suo bacino e stringerla al mio torace; sistemando il corpo dietro il suo ed il viso contro il suo collo, sentii i suoi muscoli irrigidirsi per diversi secondi mentre si svegliava e, in automatico, intrecciava le dita della sua mano tra quelle della mia.

«Stai per uscire?» brontolò, la sua voce impastata dal sonno proprio come la mia quando risposi.

«Non ne ho voglia, stamattina.»

«Rimani qui, allora.»

Avvicinò le nostre mani al suo petto e scivolò ancora più vicina a me al di sotto del lenzuolo leggero, infilando i piedi come sempre gelidi tra le mie gambe ed emettendo un leggero mugolio che mi fece sorridere quando premetti un bacio sulla sua pelle calda e dal profumo così familiare. Mettere definitivamente da parte l'idea di alzarmi ed allenarmi non mi risultò a quel punto complicato, così come non lo fu il riaddormentarmi dopo appena pochi minuti.

Under PressureWhere stories live. Discover now