Capitolo 10

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Buon pomeriggio!

Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, l'ho finito domenica ma c'erano alcune cose che non mi convincevano e quindi ho praticamente riscritto un'intera parte ahahah di conseguenza, non ho neanche cominciato il prossimo e non ho quindi idea di quando riuscirò a pubblicare di nuovo. Spero entro la fine della prossima settimana (o magari anche prima) ma ora come ora non so dirvelo con sicurezza!

Detto questo, molti di voi hanno pensato che la Evans di cui si è parlato nello scorso capitolo fosse la donna con cui Harry è stato a letto... posso dirvi che non è lei e che non c'entra niente con Harry ahahah si tratta solo dell'agente menzionata anche nell'epilogo di Undercover quando abbiamo avuto il POV di Niall, ma a parte questo non è un personaggio rilevante ai fini della storia!

Vi lascio ora al capitolo, visto che già avete dovuto aspettare più del solito per leggerlo.

Un bacio e buona lettura! :) x

***

Una delle cose che avevo sempre adorato riguardo il vivere in California, era il fatto che fosse baciata dal sole per buona parte dell'anno.

Certo, il fatto che le piogge fossero rare e spesso non abbondanti era alla base dei frequenti problemi di siccità, ma ero abbastanza certa che il quasi perenne bel tempo fosse uno dei motivi per cui ero come ero: il sole, a parità del mare, mi aveva sempre donato allegria, buon umore e voglia di fare, motivi per cui non riuscivo neanche ad immaginare, un giorno, di vivere in un luogo in cui uno dei due non fosse presente.

Per questo, dopo due giorni di ininterrotta pioggia, al primo squarcio di sole che illuminò la campagna nella quale eravamo ospiti provai il vero e proprio bisogno di uscire all'aperto e sentire il calore dei raggi sulla pelle. Avendo vissuto lì per oltre cinquant'anni, Clifford poté dire con sicurezza che il cielo sarebbe stato sereno sia per il resto della giornata che nei prossimi giorni: per questo, dopo colazione, non avevo esitato a prendere un telo e distendermi sul prato mentre Harry, come promesso, dava un'occhiata alla veranda per capire se poteva fare qualcosa per aggiustarla, Clifford, più distante, si occupava dell'orto e Joan leggeva un libro seduta su una sedia a dondolo sul portico.

«Credo sul serio che potremmo rimanere qui,» dissi mentre, distesa ad occhi chiusi e con le mani incrociate sullo stomaco, mi godevo il sole, gli uccellini che cinguettavano e, in generale, l'atmosfera di calma e tranquillità che mi circondava, «imparerei ad occuparmi dell'orto così da dare una mano e tu potresti... non so, andare a raccogliere funghi con Clifford. Sono certa che ne sarebbe contento.»

«Mi ci vedi ad andare in giro a raccogliere funghi?»

«Beh, perché no,» Harry emise uno sbuffo, in seguito al quale il rumore del martello si mescolò a quello del cinguettio degli uccelli, «magari scopri un nuovo hobby che non avevi mai considerato. Oppure potremmo cominciare a fare yoga per controllare ed implementare i nostri chakra.»

«I nostri che?»

«I nostri chakra. Amy, la mia compagna di stanza dell'ultimo anno, faceva meditazione tutti i giorni ed io ho sempre pensato fosse una perdita di tempo, invece ora credo che dovrei iniziare anche io.»

«Il sole ti ha già dato alla testa, per caso?»

Sollevai le palpebre e mi alzai sui gomiti, socchiudendo gli occhi alla troppa luce e riparandoli con una mano mentre lo guardavo: seduto a gambe incrociate e petto nudo sul tetto della veranda, il suo sguardo rimase sulle mani che adoperavano il martello mentre fissava dei chiodi al loro posto.

«Sono seria,» insistetti, «con tutta la nostra situazione, ci farebbe solo bene entrare in contatto con il nostro io interiore.»

A quel punto si fermò per guardarmi, facendo comparire sulle labbra un sorriso sghembo che mi fece intuire dove fosse arrivata la sua mente ancora prima che lo esprimesse ad alta voce.

Under PressureDonde viven las historias. Descúbrelo ahora