Pop Corn e Cetriolini

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03

Gumball aprì gli occhi nella penombra, spense la sveglia e strofinò il viso contro il cuscino, come un gatto in cerca di coccole. Si crogiolò nell'essenza del suo Alpha, ispirando il suo profumo a pieni polmoni, arrossendo appena al ricordo della giornata precedente.

Si erano fermati in tempo, per fortuna, ma doveva ammettere che era stato parecchio difficile.

Portò una mano sulla sua pancia, trovando il posto già occupato da quella del suo gelosissimo e possessivissimo Alpha.

Non riusciva a crederci; non ancora.

Sorrise lieve e alla fine poggiò la mano su quella del compagno, intrecciando insieme le dita, stringendosi un po' di più nel suo confortevole abbraccio.
Era tutto un po' confuso ma nello stesso tempo gli sembrava che tutto fosse un po' più chiaro.

Aspettava il figlio di Marshall.
Aspettava il loro cucciolo.

Nonostante avesse una tremenda paura, era pervaso anche da una strana eccitazione che non aveva mai provato prima.

C'erano ancora troppe cose che non sapeva, ma stranamente non era, poi, così preoccupato.
Non più.

Sospirò lievemente.
Ma, avrebbe quantomeno dovuto informarsi al più presto.

Ruotò di poco il capo e guardò per qualche istante il suo Marshall.

Era stato parecchio arduo rinunciare a lui. Era stato complicato resistere alla tentazione di saltargli addosso e di fare pace, a modo loro, per ore e ore.
Tuttavia, aveva un motivo più che valido per dire di no e non era ancora certo che, per il cucciolo, sarebbe stato un processo sicuro.

Non voleva ammetterlo neanche a se stesso, ma era una delle informazioni che avrebbe dovuto ottenere al più presto.
Non credeva di poter resistere nove mesi senza poter " approfittare " di tutto quel ben di Dio che si ritrovava ogni giorno davanti; non quando la mattina, bastava che lui lo stringesse con un po' di forza in più, per sentire l'enorme stato di grazia.

Riappoggiò la testa sul cuscino, sentendo una, ormai, troppo familiare sensazione di nausea nello stomaco, mista ad una fame che sembrava insaziabile.
Aveva letto che in molte gravidanze questo malessere si era fermato ad un certo punto e sperava ardentemente che fosse questo il suo caso.
Non ne poteva già più di stare male ogni giorno.

Marshall strofinò leggermente il naso contro il collo del fidanzato e gli depositò un piccolo bacio. - Buongiorno... - Soffiò, ancora mezzo intontito, continuando a baciare ovunque la sua pelle. - Come sta la mamma più bella del mondo? -

L'Omega prese fuoco all'istante e gli scoccò un'occhiataccia, ritirandosi tra le sue braccia. - Piantala con questa storia, okay? -

L'Alpha ridacchiò piano e gli sollevò il viso con delicatezza prima di baciarlo con passione. - Non è colpa mia se sei bellissimo. -

Gumball gli lanciò un'altra occhiata furiosa e nascose il viso contro il suo petto.
Perché aveva così tanta paura di avere un figlio quando già si prendeva cura del bambinone che era Marshall?

Marshall gli accarezzò lentamente i capelli poi lasciò scivolare le dita sulla nuca, facendolo rabbrividire, e scese ancora, iniziando a disegnare forme astratte sulla schiena nuda. - No, sul serio. - Disse, riprendendo subito un'espressione seria. - Dopo la doccia sei crollato e non ho avuto il coraggio di svegliarti. Hai dormito tutto il pomeriggio e tutta la notte di filato e senza interruzione. -

L'Omega inarcò lievemente la schiena,  emettendo delle dolcissime fusa in risposta a quelle graditissime coccole. - Questo spiegherebbe il motivo per cui sto morendo di fame... - Mormorò, sbadigliando senza suono.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now