Intermezzo

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15.5

Gumball socchiuse gli occhi all'ennesimo bacio e sbattè le palpebre, trovando il suo Alpha a guardarlo con amore e un sorrisetto divertito.
- Che... che ore sono? - Sussurrò, guardandosi intorno, cercando di tornare nel mondo reale.

- Quasi le tre. - Rispose Marshall, dandogli un altro piccolo bacio sulla fronte. - Mi dispiace averti svegliato. - Sospirò. - Avrei preferito non doverlo fare, ma con un braccio solo non me la sento di prenderti in braccio, non avresti la stabilità necessaria. -
L'Omega si guardò confusamente intorno e si affrettò ad asciugarsi la saliva che sentiva colare dalle labbra.

Il salottino era vuoto e non c'era più nessuno ad occuparlo, fatta eccezione di loro due e la padrona della stanza.

- Mi dispiace... - Si strofinò gli occhi e scese dal divano, stiracchiandosi poi, come un gattino.
- Nah, non dispiacerti. - Disse Aura, battendo Marshall sul tempo. - Sono anni che io e lui non chiccheravamo così. -

L'Alpha sospirò e scivolò giù dal divano con grazia ineguagliabile. - Niente di che, in realtà. - Allungò la mano verso il suo Omega e aspettò che lui la prendesse.
Non attese a lungo.
- Ora, togliamo il disturbo. - Affermò conducendolo verso la porta. - Pensa a ciò che ti ho detto. -

Kayla fece un enorme sorriso, quasi a trentadue denti. - Fammi sapere il periodo e troveremo il modo di lasciare spazio per voi due. - Rispose. - Troverò sicuramente come fare. -
Marshall annuì. - Appena avrò altre informazioni te le girerò. -

Aura li sorpassò e aprì la porta per loro.
- Ci conto. - Disse soltanto, poi i suoi occhi scuri si soffermarono sull'Omega. - È stato un immenso piacere nonché un onore fare la tua conoscenza. -
Gumball aggrottò la fronte ancora intrappolato nelle nebbie della sonnolenza. - È reciproco... - Rispose schiarendosi poi la gola.

- Bhè. - Ridacchiò lei. - Buon giorno. -
Marshall condusse il suo Omega ancora palesemente disorientato fuori dalla camera. - Buona notte anche a te, Kayla. - Intrecciò le dita con quelle del compagno e lo portò tra i corridoi e fuori dall'edificio.

Questa volta, rispettarono le regole e uscirono dal portone principale e per tutto il tragitto, non si scambiarono neanche una parola, mantenendo un silenzio quasi assordante.
Era troppo tardi per fare diversamente.

Una volta fuori, l'aria estiva li travolse in pieno, facendo rabbrividire l'Omega.
Gli ultimi strascichi del sonno svanirono e Gumball si sentì di nuovo estremamente attento e vigile.

- Ti dispiace se camminiamo un po' ? - Domandò Marshall all'improvviso con una voce che sembrava provenire da lontano.
L'Omega scosse la testa e lasciò che il suo Alpha lo guidasse per la via.

La strade erano desertiche. Così vuote da fargli salire il cuore fino alla gola.

In un contesto normale, avrebbe avuto paura a camminare da solo per vie così solitarie, anche se ben illuminate.
Però sentiva che quello non era un contesto normale.
C'era qualcosa di strano nel suo Alpha, una sensazione che raramente aveva sentito provenire da lui.

Il suo meraviglioso, amato, Alpha era troppo silenzioso.

Lo guardò di nascosto, ringraziando l'aria frizzantina che gli aveva permesso di schiarire la sua mente ancora assonnata.

C'era una strana atmosfera intorno a lui.
Sembrava... tristezza. O forse, la sua era solo, un misto di malinconia e nostalgia.
In fondo erano mesi che non si godeva un po' di relax con i suoi amici.

- Mi dispiace non aver salutato gli altri. - Sussurrò, infrangendo il pesante silenzio.
L'Alpha annuì distrattamente. - Mmh mmh. - Rispose senza suono.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now