Illusione

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Come Jacques aveva previsto, era stato parecchio complicato addormentarsi quella notte e in realtà, a dirla tutta, si poteva quasi affermare che avesse preso sonno da pochissimo; era stato difficile calmarsi, all'inizio, ma alla fine, era lentamente scivolato tra le braccia di Morfeo ben volentieri e senza alcun rimpianto.

Per cui, quando si ritrovò alcuni raggi di sole che caparbi gli colpivano la faccia con violenza. non ne fu per nulla felice.

Il sole era appena sorto da qualche minuto, scandendo il ritmo della giornata per tutti coloro che già dovevano alzarsi.
Ma già si poteva sentire nell'aria che la giornata sarebbe stata parecchio calda; in completo contrasto con il diluvio del giorno prima, infatti, la palla incandescente troneggiava nel cielo limpido come un tiranno di fuoco crudele e spietato.

Sotto quel sole cocente, le tracce dell'acquazzone della sera prima era completamente sparite. Si poteva ancora osservare qualche pozza ai lati delle strade, ben nascosta nell'ombra, ma quei pochi circoli d'acqua erano a tutti gli effetti, gli unici segni di ciò che era accaduto.

Jacques mugolò lievemente per quell'improvviso bruciore e socchiuse gli occhi, ritrovandosi davanti una fitta foresta di fili di seta argentei addosso.

Forse, il sole non era l'unico responsabile del suo risveglio, anche i capelli di Iris dovevano sver giocato un ruolo non del tutto indifferente.

Ruotò leggermente la testa e subito si rese conto che non avrebbe potuto muoversi come avrebbe voluto.
L'Omega nel sonno, si era avvinghiata a lui, usandolo come un confortevole materasso.

L'Alpha si mordicchiò nervosamente le labbra e spalancò gli occhi non appena si accorse in che stato erano entrambi.
Lui non aveva molto a coprire le sue nudità, a stento c'era un lembo di lenzuolo a nascondere la sua vistosa erezione mattutina, mentre l'improvvisato vestitino arcobaleno di Iris, le si era arrotolato durante la notte, lasciando parecchio alla vista.

Jacques sollevò di scatto gli occhi sul soffitto, evitando in tutti i modi di spostarli giù.
La nudità non c'entrava un bel niente con quella decisione.

Iris era rannicchiata teneramente su di lui, come una cucciola, con il viso sepolto nell'incavo della sua spalla.
Jacques poteva sentire indistintamente il respiro dolce dell'Omega sfiorargli la pelle e quasi riusciva a percepire lo sfarfallio delle sue ciglia, immerse ancora nel sonno più profondo.

Non osava guardarla; non in quel momento.
Aveva paura che se lo avesse fatto non sarebbe più riuscito a tornare indietro.

Iris sembrava così indifesa.

Il suo istinto da Alpha gli stava urlando in tutti i modi di non lasciarsela sfuggire, di tenerla stretta a sé e di proteggerla per sempre.

Jacques sentiva il calore del suo corpo dilagare in lui, tenendolo avvinto in una sorta di incantesimo e il suo profumo, così invitante, mescolarsi al suo, creando una nuova essenza squisita e intrigante.

Non voleva che lei si svegliasse.
Non voleva che lei si allontanasse di nuovo e non voleva che lei interrompesse quell'attimo così intimo.

Voleva rimanere lì, tra le sue braccia.
Avrebbe voluto restare lì per sempre, anche se sapeva benissimo che non sarebbe mai potuto accadere.

Non c'era niente che avrebbe voluto cambiare in quell'istante, in quella splendida illusione.

Abbassò lievemente lo sguardo su di lei, non riuscendo a farne a meno e un po' si pentì di averlo fatto.

Iris era pur sempre un'Omega pura e priva di legame e in quel momento, lui rappresentava solo una minaccia per lei.

Doveva darsi un freno e non lasciarsi dominare dal suo lato Alpha.
Iris gli piaceva davvero e non voleva fare niente che incrinasse i loro rapporti.
C'era voluto fin troppo tempo perché lei iniziasse a fidarsi di lui e non avrebbe distrutto tutto quello che aveva costruito, solo perché il suo Alpha interiore la voleva.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now