Specchi e Banconote

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09

La luce, già abbastanza fioca, dei pochi lampioni funzionanti nella piccola piazzola di sosta, si affievolì, aumentò la sua intensità e morì del tutto, lasciando la coppia al buio con solo i fari dell'auto ad illuminarli.

Nessuno dei due, però, sembrò farci particolarmente caso, troppo impegnati a perdersi l'uno nell'altro.

Jake era tentato di annullare il centimetro che li separava.
Sarebbe bastato un solo piccolo movimento verso di lei e tutto sarebbe cambiato per sempre.
In meglio, si sperava e non in peggio.

La prima volta che aveva visto Iris, con un occhio solo tra l'altro, lei era stata in grado di ridestare in lui la sua curiosità. Ben presto, la curiosità si era trasformata in interesse e l'interesse era diventato poi attrazione.

Iris era una donna forte che ne aveva passate tante.
Non parlava quasi mai del suo passato e non parlava quasi mai della sua prigionia.

Era una donna forte soprattutto nello spirito. Solo questo era bastato; solo questo era stato già più che sufficiente ad attirarlo verso di lei, come il campo gravitazionale della Terra attirava la luna.

Era stata prigioniera per diversi mesi, addirittura forse anni, aveva subito violenze fisiche e mentali, aveva subito abusi che sicuramente mai avrebbe dimenticato.
Eppure, nessuno era riuscito a spezzarla.
Per quanto avessero provato, nessuno c'era riuscito.

Un solo centimetro e avrebbe scoperto che sapore avessero le sue labbra.

Annullò quei pochi millimetri.

Un lampo spezzò il cielo dividendolo a metà e un tuono, inaspettatamente molto vicino, squarciò il silenzio, facendo trasalire entrambi per il fragore.

- Torniamo in macchina! - Esclamò Jake, separandosi di scatto dalla ragazza.
Si riavvicinò all'auto e aprì lo sportello per farla entrare.
Iris rimase qualche secondo ferma, poi, annuì rapidamente e si infilò dentro l'abitacolo, sistemandosi sul sedile.

La pioggia le andava bene ma lampi e tuoni erano tutta un'altra storia.
Non le piaceva il rumore assordante che facevano e soprattutto, non gradiva essere interrotta.

Jake sospirò, fece il giro della macchina ed entrò. Poggiò le mani sul volante e lo strinse, guardando fisso davanti a sé; per alcuni minuti nessuno dei due parlò, poi, si girò e guardò l'Omega.
- Hai freddo? - Domandò, notando la pelle d'oca di Iris.
Lei si strofinò le braccia nuda con le mani. - Un po'. - Ammise.
- Forse non era una buona idea, dopotutto. - Continuò Jake, accendendo l'aria condizionata, senza sapere bene neanche lui a cosa si stesse riferendo.

- Qualche volta è necessario fare qualcosa di sconsiderato. - Ribadì Iris, portando gli occhi su di lui.

L'Alpha non si voltò e mise in moto l'auto, cercando di prestare attenzione soltanto alla strada. La sua mente però sembrava aver smesso di collaborare e continuava a ritornare sempre a quel fatidico momento.

Se non fosse stato per quel dannatissimo fulmine, l'avrebbe sicuramente baciata.

- Non dirlo a me. - Rispose, cercando di allontanare quel pensiero. - Mi sono già beccato un pugno come gesto sconsiderato. -

Iris ridacchiò leggermente, facendolo sorridere. - Sei sempre così... ingessato quando sei con me. - Si lasciò sfuggire.

Jake la guardò fugacemente. - Ingessato? - Ripetè. - Ma se sono l'uomo più rilassato del mondo! -
Iris incrociò le braccia al petto, ignorandolo. - Eppure - iniziò - sei lo stesso uomo che si arrampica su un albero per tornare a casa perché dimentica sempre le chiavi. O che mi ha inseguito sotto un temporale. -
L'Alpha non rispose e strinse leggermente le labbra.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now