... Sette. Tre.

1K 72 51
                                    

06

La dottoressa Davis aspettò in corridoio con le braccia al petto, camminando lentamente avanti e indietro, occhieggiando di tanto in tanto, la porta del suo studio.
Salutò i suoi colleghi con un cenno del capo e fermò la sua nervosa passeggiata davanti all'ufficio, tenendo adesso lo sguardo puntato lì, fisso.

Certamente, da un lato, il suo lavoro sarebbe stato agevolato ora che non avrebbe dovuto occultare certe importanti informazioni al suo paziente; sarebbe sicuramente andata meglio ora che poteva essere del tutto sincera con lui.
Ma, sebbene fosse sollevata che il suo paziente avesse scoperto dell'aborto e che fosse a conoscenza della sua condizione, era, anche, del tutto consapevole, di aver reso le cose ancora più difficili, senza volerlo.

Dall'altro lato, infatti, le cose si sarebbero, senza alcun dubbio, enormemente complicate.

La porta del suo studio si aprì e l'Alpha dagli occhi sanguigni uscì con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto.

- Come...come è andata? - Si informò subito Nicole, raggiungendolo in un balzo.

Marshall si portò una mano tra le ciocche scure e fece un lunghissimo e profondissimo sospiro. - Ormai è andata. - Decretò con voce cupa. - Non avrei mai voluto che lo scoprisse ma, come dice il detto, ormai l'uovo è rotto e la frittata è fatta. Non si può tornare indietro. -

Nicole sospirò a sua volta, con rassegnazione e annuì piano.
- Vuole ancora continuare con la visita? - Domandò con voce incerta.

Marshall sospirò di nuovo e fece scivolare la mano dietro la nuca, portandosi indietro i capelli. - Sì. - Rispose soltanto. - Vuole sapere se anche l'altro cucciolo è a rischio. - Aggiunse dopo qualche secondo di silenzio.

La dottoressa guardò per qualche istante il pavimento grigio chiaro poi sollevò gli occhi nuovamente sull'Alpha. - Con molta probabilità non era abbastanza forte da sopravvivere alla condizione estrema a cui è stato sottoposto. Forse non si era sviluppato abbastanza da reggere il contraccolpo. - Snodò le braccia e le riportò ai fianchi. - Dipende anche dalle condizioni interne, non solo da quelle esterne. -

- Questo lo so. - Rispose secco Marshall. - E lo sa anche lui. Per questo vuole sapere con certezza come sta nostro figlio. -

Nicole fece un piccolo sorriso di circostanza e assunse nuovamente un'aria professionale. - Procediamo con la visita allora. - Si avvicinò alla porta poi esitò e si girò di nuovo verso l'Alpha.
- Come dovrei comportarmi? - Domandò.

- Fa' finta che non sia successo niente. - Rispose subito quest'ultimo. - Ma sii completamente sincera al riguardo. - Scosse la testa. - Non c'è più motivo di nasconderglielo. -

Nicole inarcò le sopracciglia, ma non disse nient'altro ed entrò nello studio stampandonsi un leggero sorriso sul viso.

Marshall rimase qualche istante nel corridoio, appoggiato al muro, a ripensare a ciò che era appena successo; poi si portò le mani sul viso e tirò un altro lunghissimo respiro. Guardò qualche momento le luci al neon fissate al soffitto poi si riscosse e seguì la dottoressa all'interno del suo studio, sforzandosi di mostrarsi calmo e risoluto; anche se non lo era affatto.

Gumball era ancora lì, esattamente dove e come lo aveva lasciato. Incontrò il suo sguardo e per un attimo sentì la sua maschera vacillare. Era sempre così con lui; l'Omega era l'unico che riusciva ad incrinare la facciata dietro la quale si era nascosto per anni.
E pur tuttavia, in quel momento, non poteva assolutamente permettere alle sue insicurezze di fuoriuscire e soprattutto, non poteva permettersi che lui le vedesse.

Lo raggiunse e gli depositò un lieve bacio sulla testa.

L'Omega alzò gli occhi su di lui e gli dedicò un minuscolo sorriso prima di riabbassarli sulla dottoressa Davis.
L'Alpha era certo di aver visto qualcosa di nuovo brillare in quell'immenso oceano rosa, pieno di stelle.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now