cute. minsung

II

jisung sorseggiò il suo caffè freddo e zuccherato nel bel mezzo del marciapiede, guardando hyunjin sistemarsi i capelli davanti alla vetrata di un negozio fortunatamente chiuso.

«dovrei tagliarli secondo te? sono cresciuti parecchio; anzi, forse un po' troppo. felix però ha detto che mi stanno bene di questa lunghezza e che secondo lui sembro anche più grande. uh, dovrei prenderlo come un complimento questo, vero?».

«be', sì». il moro fece spallucce. «secondo me staresti bene con qualsisi taglio, anche da pelato. no, che dico, da pelato sembreresti un uovo».

«anche tu sembreresti un uovo» gli fece la linguaccia hyunjin. «ma seriamente, tu che ne pensi?».

«se ti senti di tagliarteli fallo, tanto se te ne penti fra un paio di mesi già saranno tornati lunghi come prima, no?».

«uh, uhm, sì».

dopo che il più alto si ricompose entrambi ripresero a camminare, uno affianco all'altro per le vie di seoul.

«dovremmo andare al karaoke insieme a seungmin e felix uno di questi giorni. è da tanto che non ci andiamo tutti insieme».

«per subirmi le tue urla da ubriaco? nah, non saprei».

«come se tu non fossi da meno».

«ma almeno io da ubriaco non cerco di baciare chiunque abbia attorno».

«senti stronzo» ma prima che jisung potesse ribadire con un fatto ancora più imbarazzare dell'amico sentì la sua mano toccargli il sedere. «u—uh?!»

«ehi, sta fermo». hyunjin afferrò lo scontrino che il moro aveva in tasca ai jeans e se lo avvicinò al viso, strabuzzando gli occhi. «uh? perché ci sono delle scritte a matita— oh».

«e perché tu mi stavi guardando il culo per accorgertene? tsk, che pervertito. dammi qua».

quando jisung riuscì a prendergli dalle mani lo scontrino alzò ambe le braccia vincitore «ahah!», come se quella fosse una sfida. poi, quando ne diede un'occhiata al retro, non poté credere ai suoi occhi. l'espressione del suo volto cambiò completamente.

«c—cosa?!»

«be' amico» hyunjin si lasciò sfuggire una risata, «sembra proprio che tu abbia preso due piccioni con una fava».