XVIII

360 32 6
                                    

jisung finì per sbottare in una risata nervosa sentendosi una strana sensazione addosso. l'espressione del ragazzo di fronte a lui era ferma e seria ma uno strano luccicchio brillava tra le sue larghe pupille scure. era impossibile da decifrare.

ma che razza di domanda è mai questa?! aish! e se fosse una domanda a trabocchetto? o peggio, se mi stesse mettendo in guardia?!

«io... ecco... huh, prima dovrei conoscerti più a fondo per valutare... no?» sforzò così un sorriso incrociando timidamente il suo sguardo.

minho sospirò. sospirò e poi si strofinò il viso con ambe le mani facendo sussultare inaspettatamente il moro.

«dovrei smetterla di prenderti in giro ma proprio non ci riesco» iniziò a ridere a bassa voce il bruno per l'imbarazzo.

«p-pardon?».

«perdonami ma ho un punto debole per le cose carine e tu sei irresistibile».

per quante volte minho gli aveva detto che fosse carino? dieci, cento, mille volte? certo, il moro sapeva che le sue guance morbide e gli occhi da cerbiatto curioso avessero un certo effetto sugli altri, ma sentendolo dire da lui faceva tutt'altro effetto. positivo ovviamente, però gli stava mettendo in subbuglio lo stomaco.

«smettila hyung, non sono abituato a tutti questi complimenti!».

«fingerò di crederci».

i due continuarono a parlare e quando arrivò ciò che avevano ordinato minho si offrì di occuparsi sia della cottura del cibo che versare il soju sui bicchierini. jisung lo lasciò fare per educazione essendo comunque più giovane, tuttavia voleva contribuire anche lui alla cena. odiava vedere gli altri lavorare al posto suo.

«sei sicuro che non vuoi una mano?».

il bruno annuì. «sono io che ti devo un pasto, non ricordi? ma se proprio vuoi puoi girare le verdure ma alla carne lascia a me. sono discretamente bravo a cucinare alla griglia».

jisung si sentì sollevato. prese una pinza e iniziò a girare i funghi, l'aglio, le cipolle e così via, pensandoci un po' prima di porre un'ulteriore domanda a minho che stava scottando su ambi i lati gli invitanti filetti di carne.

«se posso chiederlo hyung, hai fratelli?».

«no, sono figlio unico ma ammetto che considero i miei tre gatti come dei fratelli».

jisung si bloccò stupito, sbattendo un paio di volte le ciglia. «hai tre gatti?».

«sì, a casa dei miei genitori però. all'appartamento dove abito tutt'ora non sono concessi animali e il mio coinquilino ne è lievemente allergico... ma non dirmi che odi i gatti?».

«no, io amo gli animali! e solo che i miei non mi hanno mai lasciato avere un animale domestico, perciò devo dire che sono un po' invidioso. chissà, magari in futuro mi prenderò un cagnolino».

minho per qualche secondo alzò lo sguardo per incrociare il sorriso di jisung, facendogli poi cenno di prendere la carne che aveva raggiunto un colorito appena dorato. il suo profumo era davvero invitante e un certo brontolio allo stomaco si inalzò involontariamente.

«buon appetito».

«buon appetito».

la cena proseguì a meraviglia. tra un boccone e qualche bicchiere di soju i due continuarono a parlare interrottamente come due amici che non si vedevano da lungo tempo e che aveva molto da raccontare. poi l'alcol li stava decisamente aiutando ad aprirsi l'uno con l'altro, e jisung fu grato di avere una tolleranza di ben tre bottigliette e non di una sola. dopotutto non voleva affatto fare la figura di non potersi reggere in piedi e dopo dover far chiamare a minho un taxi al posto suo. sarebbe stato troppo imbarazzante.

anche il bruno da parte sua sembrava reggere bene il soju, anche se rispetto a lui aveva bevuto di meno. attorno alle sue guance si era creato un lieve rossore che gli risaltava gli occhi, e jisung non riuscì a fare a meno di ammirarlo di nascosto di frequente. era bello anche con la carnagione di tre tinte più bordeaux e i capelli sudaticci per il calore della salsa piccante, pensò.

già, carino.

ammise però di esserne un pochino geloso. io assomiglierò sicuramente ad un m&m's rosso, che figuraccia!

«sì, pago per entrambi».

come in uno sbattito di ciglia jisung si ritrovò d'un tratto affiancato a minho mentre pagava con il bancomat di fronte alla cassa. lo guardò di sfuggita per qualche attimo prima di riporre nuovamente il proprio sguardo a terra, notando come il ragazzo si fosse girato all'istante per sorridergli.

sorrise involontariamente di risposta.

jisung si sentiva leggero come una piuma, e ciò significava che l'alcol stava iniziando a farsi sentire più pesantemente. non riusciva infatti a smettere di sorridere, come se una malattia contagiosa avesse iniziato ad espandersi dentro di sé.

«ti va di camminare lungo il fiume prima di andare?».

capitolo bruttino privo di senso e discontinuo, lo so

il solito obbrobrio ? onestamente non lo ho nemmeno riletto perché proprio non mi va

prometto che il prossimo sarà più carino e interessante

penso, non so, devo ancora scriverlo

vabbè

comunque ho iniziato a pubblicare i capitoli della changlix che vi dicevo tempo va

se vi va passate a dargli un'occhiata

;)

e non io clown che ho già preordinato la limited di maxident lol

sono molto gasata per questo nuovo comeback

!!

cute. minsungWhere stories live. Discover now