XIX

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in quel sentiero asfaltato dove da una parte la mezza luna si specchiava nel fiume e dall'altra gli alberi li sorvegliavano in silenzio, jisung temeva che minho potesse sentire i battiti veloci del suo cuore trapelare dal suo respiro.

cazzo.

erano talmente vicini che le loro mani si sfioravano ad ogni passo ma ambe erano troppo timide per afferrarsi anche solo con il mignolo. e per tenersi per mano jisung pensò che fosse ancora troppo presto; eppure aveva una stra dannata voglia di baciarlo in quelle labbra ciliegine nella quiete di quel momento.

in realtà gli capitava spesso di avere simili desideri quando beveva troppo. qualcosa che faceva con leggerezza agli amici per scherzo senza nemmeno rendersene conto. con minho però era diverso; lo conosceva da poco e per lui era ancora uno sconosciuto. uno sconosciuto che gli piaceva, tuttavia. uno sconosciuto che gli faceva sentire le farfalle nello stomaco ma allo stesso tempo che in sua compagnia si sentiva completamente a suo agio.

e mica era stupido jisung. sapeva cosa si provasse ad essere talmente innamorati da strapparsi il cuore dal petto ma sapeva anche che le sue poche storie erano sempre finite in una catastrofe. e in quel momento, consapevole che i suoi sentimenti ormai non fossero solo un inganno disperato del suo cuore in guarigione e che stessero facendo sbocciare qualcosa, si chiese se davvero valesse la pena di provare di nuovo con un ragazzo. soprattutto con un ragazzo meraviglioso come minho, a cui non si sentiva all'altezza nemmeno a scambiare uno sguardo.

«c'è una panchina libera laggiù, ti va di sederti un po'?».

«perché no».

da quando erano usciti dal ristorante quelle furono le prime parole che si scambiarono.

avevano parlato così tanto che non sapevano più di cosa parlare, e ascoltare i passanti chiacchierare quando gli passavano affianco di tanto in tanto aveva reso il tutto meno imbarazzante. non che si fossero sentiti a disagio a passeggiare senza spiccicare parola, ma rompendo il ghiaccio si erano liberati di un peso sul petto.

«certo che si sta molto meglio di prima, non pensi?».

«sicuramente sarà grazie all'aiuto dell'alcol e quello delle salse piccanti».

«può darsi». sedendosi sul panchina di legno minho si girò verso jisung che ridacchiò abbassando d'instinto lo sguardo per non incrociare il suo. e prima di continuare il bruno sorrise spavaldo.

«ma', magari sarà perché siamo vicini e ci stiamo facendo da falò a vicenda, chissà».

«oh. wow. w-o-w» jisung sbottò sorpreso. «sai una cosa hyung? dovresti fare lo scrittore» scherzò.

«ah sì? pensavo che il poeta fossi tu».

«onestamente non ho niente in contrario a cambiare i ruoli».

minho sembrò imbarazzarsi per qualche secondo, come se avesse pensato a qualcosa che non avrebbe dovuto pensare. anzi, aveva definitivamente pensato a qualcos'altro e il moro, accorgendosi di ciò, si ritrovò a boccheggiare per rimediare al fraintendimento.

«cioè, insomma... s-sì, se vuoi continuare a flirtare così senza pudore con me a me non spiace, e in realtà—» la sua voce si fece sempre più piccola e trasparente, «cioè, anche quello, io, ecco, sì, hai capito... i don't mind».

minho non rispose per diversi secondi e continuò a guardare dall'altra parte, e quando jisung pensò di aver rovinato tutto per una stupida battuta il sospiro leggiadro del bruno lo riportò alla realtà.

«sei proprio buffo jisung».

quando minho riportò nuovamente lo sguardo su di lui jisung si perse nei cortorni del suo viso, da una parte illuminato dalla luna che si era allontanata da una nuvola di passaggio. quei tratti affilati e le loro ombre definite, la pelle lucida a dir poco perfetta. gli sembrava osservare la statua ellenistica di una divinità greca scolpita appositamente per immortalare il piacevole scorrere del fiume di fronte a loro nella sua espressione eterea.

jisung non ci pensò più volte.

il suo corpo si mosse automaticamente verso quello del ragazzo, con armonia, sempre più vicino fino a che le loro labbra non si sfiorarono, poi toccarono e immobili, una sull'altra, assaporarono il calore del loro respiro.

minho non aveva aspettato altro che quel momento per tutta la serata.

troppo presto per un bacio dite?

non so

tanto questa è una storia soft e trash e cringe (e stranamente non angst) e soprattutto su wattpad quindi posso scrivere qualsiasi cosa e no one would actually cares se non la futura me medesima stessa che vomiterà le proprie membra rifiutando di essere l'autore di questa cagata fr fr

comunque grz gente x i commenti sappiate che anche se non rispondo li leggo tutti e mi fanno sempre piacere :)))))))))


+ maxident è davvero un gran bell'album proprio una magnifica soffiata d'aria fresca è sicuramente nella mia top 3 ma il mio album del cuore rimarrà sempre go live/in life letteralmente la loro rinascita

cute. minsungWhere stories live. Discover now