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jisung, finito il liceo, aveva deciso di non continuare con gli studi. il peso di essere il fallito tra i due figli dei suoi genitori era straziante, e se lo sentiva ripetere spesso. ma a lui non importava più di tanto delle opinioni dei parenti. non voleva né diventare avocato come la madre, né imprenditore come il padre e né infermiere come il fratello maggiore; voleva solo prendersi una pausa per pensare al suo futuro senza sentirsi troppe pressioni addosso. per un anno, che poi erano diventati due e che sarebbero presto diventati tre.

sapeva di dover trovare un lavoro per impiegare il suo tempo e non dipendere troppo dai suoi genitori. aveva 21 anni e ormai non poteva più scappare dalle sue insicurezze. doveva crescere, diventare adulto e prendersi le sue responsabilità da tale. magari pure trovare l'amore e sentirsi finalmente felice, sia con sé stesso che con la sua dolce metà. quello per lui sarebbe già stato un enorme passo avanti.

«due americano d'asporto, grazie».

jisung odiava quando hyunjin, il suo migliore amico, lo mandava a prendere del caffè in caffetteria da solo, nonostante sapesse bene come l'ansia lo tartassava ovunque andasse. "«è per il tuo bene»" gli diceva in un ghigno, "«se non ci provi la tua paura non passerà mai»". però tra paura e ansia c'era una differenza abissale, ma questo un tipo come hyunjin probabilmente non lo avrebbe mai capito. oppure, il suo vero intento era solo metterlo in imbarazzo mentre lui aspettava fuori, a braccia conserte, guardandolo chiudersi a riccio solo per strapparsi un sorriso. non sarebbe nemmeno stata la prima volta.

passò qualche minuto prima che uno dei baristi arrivasse con la sua confezione, appoggiandola affianco alla cassa. rispetto agli altri giorni c'era abbastanza confusione, tra le cameriere che facevano avanti e indietro per tutto il locale e i clienti che borbottavano per il loro turno al banco. e infatti, non del tutto a suo agio, jisung sentiva il sangue pulsargli nei timpani e il cuore esplodere all'interno del petto, al punto di non essere nemmeno in grado di alzare lo sguardo verso il cassiere di fronte a lui.

«sono 8000 won» disse questo nel frattempo, in un mezzo sorriso, digitando sullo schermo del registratore di cassa e poi strappando lo scontrino con un veloce scatto.

prese le giuste banconote jisung le contò un'ultima volta sul palmo della mano prima di passarle a testa china al ragazzo, e già un attimo dopo aveva la confezione tra le mani nella sua via verso l'uscita. lo scontrino infilato di fretta nella tasca anteriore dei jeans.

cute. minsungTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang