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Nello spogliatoio c'è un casino infernale. Dries e Lorenzo cantano e ridono, Elif e Victor si fanno foto e le pubblicano sui social e gli altri chiacchierano in sottofondo. Abbiamo appena vinto una partita difficilissima, magari non sulla carta, ma per noi era una bestia nera. Non battevamo l'Hellas Verona in casa da tre anni e finalmente stasera sono arrivati i tre punti. Non è stata una grande partita, né una grande vittoria, abbiamo vinto uno a zero con un gol di Andrea su una ribattuta ma onestamente l'importante era vincere.
Siamo ancora all'inizio della stagione ma questa partita non volevamo proprio perderla. Scherzo un po' con Fabián su un gol che mi sono letteralmente mangiato sotto porta, poi mi spoglio e vado a buttarmi sotto la doccia. Lascio che l'acqua calda mi scivoli tra i capelli, poi sul viso e che arrivi ai muscoli ancora contratti. Non vedo l'ora di tornarmene a casa e mettermi a letto, ho bisogno di riposare. Ebbene sì, anche io a volte ho la necessità di riposare anche se non si direbbe.
«Ragazzi, ci siete tutti?» sento la voce del mister e mi allontano dai miei pensieri tornando allo spogliatoio. Lascio l'acqua aperta e mi copro con un asciugamano tornando nella zona degli armadietti dove lo vedo. Ci guarda e poi dopo qualche secondo continua a parlare. «Vestitevi che devo portare una persona, avete dieci minuti di tempo» ci avverte e Lorenzo risponde subito.
«E chi è mister? Non può venire adesso?» domanda facendo le nostre veci.
«Vestitevi, muovetevi» risponde il pelato e poi se ne va senza dare altre spiegazioni.
«Facit ambress ja!» il capitano ci sprona e io torno sotto la doccia a finire di lavarmi. Mi metto la tuta di rappresentanza pulita e mi siedo al mio posto accanto a Fabián che mi raggiunge poco dopo insieme a tutti gli altri.
«A chi ci deve portare?» domanda Mertens a Tommaso, il magazziniere che però fa il gesto della bocca cucita perché sa di non poter parlare.
«Secondo me la moglie» dice Kalidou e noi ridiamo tutti.
«E che ce la porta a fare la moglie qua?» rispondo io scuotendo la testa.
«Lui ci vuole bene, forse vuole farcela conoscere» dice ancora KK e proprio in quel momento si sentono le nocche di una mano sbattere contro la porta degli spogliatoi. Ci guardiamo tra di noi e poi è Lorenzo a parlare.
«Mister entrate» dice e c'è subito la risposta dall'altro lato.
«Posso? Siete pronti?» chiede e Lorenzo gli dice di sì. Apre la porta ed entra insieme a Giuntoli ed Edo De Laurentiis.
Tutti noi ci guardiamo come se avessimo di fronte dei pazzi. Ci hanno visti migliaia di volte nudi, sudati e sporchi, ora perché dovevamo essere lindi e pinti? Dalle espressioni che tutti i miei compagni hanno stampate in faccia nessuno l'ha capito.
«Come vi avevo detto c'è una persona che dovete conoscere... Edo vuoi spiegare tu?» il mister passa la parola al vicepresidente e noi lo guardiamo sempre più confusi.
«Sì, ragazzi...» sospira e si ferma per qualche attimo aumentando la suspense «dovrò stare via per qualche mese a sbrigare delle faccende in America e non potrò seguirvi come ho sempre fatto fino ad oggi» spiega.
«Tutto apposto Eduà?» chiede Lorenzo preoccupato e lui annuisce subito.
«Sì, tranquilli, cose lavorative niente di grave. Però voi sapete quanto mio padre ci tiene che la famiglia sia presente nel Napoli e visto che io non ci sarò, che lui non può esserci sempre e che mio fratello Luigi ha altri impegni...» si interrompe ancora e fa un passo indietro andando verso la porta e riaprendola. «Vi presento mia sorella minore, Aurora De Laurentiis» dice e a quelle parole le nostre bocche si spalancano all'unisono. Dalla porta entra una dea dai capelli castani e mossi che le arrivano quasi al fondoschiena, con un rossetto tenue e uno stile non troppo formale. Ha un pantalone nero stretto in vita che scende dritto fin sopra le Nike Dunk basse con una maglia bianca semplice infilata dentro e un blazer nero sopra. Il pantalone sfiora il pavimento senza però strusciare, è sartoriale e le disegna una silhouette armoniosa e sensuale. Ha le braccia incrociate e un sorriso non troppo convinto sul volto. Cerca di guardarci ad uno ad uno ma sembra quasi spaventata. Ha degli occhi azzurri  molto profondi uguali a quelli del padre e mi incanto a guardarla, poi la sua voce mi riporta alla realtà.
«Salve ragazzi, scusate l'intrusione. Mi auguro che potremo andare d'accordo altrimenti chi lo sente il presidentissimo» dice per poi ridere. Ha una risata coinvolgente e infatti fa ridere anche noi. «No, davvero. Ovviamente io non potrò essere sempre con voi come Edo ma per qualsiasi problema potete rivolgervi a me senza problemi, va bene?» ci chiede e noi muoviamo la testa in un sì muto. Siamo tutti incantati a guardarla e nessuno dice niente. È raro vedere donne nei nostri spogliatoi e siamo ancora un po' scioccati.
«Va bene presidentina» la voce di Lorenzo squarcia il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare e lo guardiamo tutti. Due secondi, ci bastano due secondi per mettere a fuoco quel termine che ha usato e poi scoppiamo tutti a ridere. 'Presidentina' ma da dove gli è uscito?
«No, vi prego, sono solo Aurora» precisa lei e Lorenzo si scusa.
«Allora ragazzi, ora che sapete la novità ci possiamo salutare. Ci vediamo domani pomeriggio a Castelvolturno. Tornate a casa, mangiate leggero e riposate, mi raccomando» il mister ci saluta e ci fa le raccomandazioni di sempre. Io annuisco e prendo il mio borsone per andarmene. Aspetto Fabián e insieme andiamo verso l'uscita. Quando passo accanto ad Aurora i nostri occhi si incrociano per un secondo e lei mi sorride.
«A domani Aurora» la saluto sorridendo a mia volta e lei batte le palpebre più volte prima di rispondere.
«A domani» risponde e lo stesso fa con tutti gli altri.
Sarà interessante avere una donna in società, sarà sicuramente competente e esperta di qualcuno dei settori che ci riguardano o comunque qualche materia correlata, magari marketing o risorse umane. L'approccio femminile deve essere sicuramente differente da quello maschile e sono curioso di conoscerlo.
Raggiungo Fabián alla sua auto mi accompagna a casa e finalmente posso rilassarmi un po'.

Ho bisogno di una pausa, sono esausto.



***
Ed eccomi qui! Stavolta il mio protagonista è Giovanni Di Lorenzo che amo alla follia😍 spero vi piaccia e come vi ho già detto, questa sarà con molta probabilità la mia ultima fanfiction (almeno per il momento). Un bacio a tutt* 😘❤

Impossibile || Giovanni Di LorenzoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora