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Non trovo pace. Non trovo pace e non è solo colpa del mio fottuto cervello ma anche di Aurora. Sì perché lei continua a guardarmi, a sfiorarmi fingendo di non farlo di proposito, a parlarmi, a cercarmi. L'altro giorno mi ha chiesto cosa mi sono detto con suo padre e faceva di tutto per avvicinarsi a me, mi toccava, mi guardava negli occhi con quel fare malinconico che mi manda fuori di testa. Lo fa di proposito e io ci casco sempre. Ma ora basta e lo dico seriamente.

«Amir, ma stasera?» chiedo ad uno dei miei pochi compagni di squadra single. Lui si guarda intorno e chiama Elif che ci raggiunge. Avevamo parlato ieri di andare a bere qualcosa insieme una di queste sere e ora ci dobbiamo organizzare.
«Andiamo da Shinto, sushi e poi facciamo dopocena lì» mi spiega e io sono subito d'accordo «volete venire anche voi?» chiede poi a Fabi e Frank che accettano e lo stesso fa Lorenzo con Kalidou. Dai pochi che eravamo all'inizio siamo diventati una ciurma e se da un lato mi fa piacere dall'altro avrei preferito stare solo con i primi due per andare alla ricerca di qualche ragazza da abbordare. Sì, esatto, è questo il mio piano ora, mi voglio distrarre.
Restiamo d'accordo così e andiamo in campo ad allenarci, quando rientriamo Aurora è lì.
«Ragazzi scusate l'intrusione, vi volevo dire che domani dobbiamo fare le foto per il nuovo sponsor quindi ci intratteniamo un'oretta dopo gli allenamenti mattutini, va bene?» annuncia e noi accettiamo tranquilli. Io me ne vado nel reparto docce e inizio a preparare l'accappatoio e i boxer puliti quando la voce di Frank, chiara, nitida, potente, mi arriva dritta al cervello.
«Vieni anche tu stasera con noi a mangiare sushi?» chiede e io mi paralizzo. Con chi sta parlando? Perdo tre battiti al cuore e quando sento la sua voce per poco non do un pugno nel muro.
«Se vi fa piacere vengo volentieri» dice e tutti la accolgono contenti. Bestemmio in ogni modo possibile nella mia testa e mi butto sotto l'acqua calda. Questa non ci voleva. Faccio di tutto per allontanarmi da lei e lei sembra inseguirmi, non ce la faccio più. Non posso nemmeno tirarmi indietro visto che si può dire che ho organizzato io quindi sarebbe incoerente da parte mia.
Me ne torno a casa mi preparo e per le otto scendo raggiungendo il locale che è un po' lontano dalle nostre zone ma comunque in meno di mezz'ora sono lì. Quando entro c'è già qualche mio compagno e mi accompagnano al nostro tavolo. Aurora arriva dopo e si siede dal lato opposto al mio accanto alla moglie di Lorenzo. Ceniamo e chiacchieriamo tranquillamente e di sottecchi vedo che lei ogni tanto mi guarda. Ad un certo punto Amir, che è seduto di fronte a me ma qualche posto più defilato, si alza e mi rivolge la parola.
«Fra andiamo al bar?» mi fa l'occhiolino e indica il bancone del bar ad una decina di metri da noi riferendosi chiaramente a due ragazze che sono lì sedute. Io annuisco e mi alzo. Sento gli occhi di Aurora bruciarmi addosso e giuro su ciò che ho di più caro che la mia non è una ripicca, lei non doveva essere qui. Raggiungo Amir ed insieme andiamo al bar. Ci avviciniamo alle ragazze e da subito è chiaro che loro sono molto disponibili a conoscerci. Io inizio a parlare con la bionda un po' più bassa mentre Amir ha puntato da subito l'altra, sempre bionda ma più alta e sfacciata. La ragazza con cui sto parlando si chiama Luana, ha ventiquattro anni ed è di Napoli. Mi racconta degli studi che sta facendo e di tante altre cose che nemmeno ricordo. Mi giro per un attimo guardando il nostro tavolo e incrocio per un istante gli occhi di Aurora che mi devastano, mi rovinano la serata. Da quel momento in poi non capisco più nulla. Luana ride, cerca di coinvolgermi ma io non sento nulla, sento solo la testa che vuole esplodermi.
«Che dici allora?» mi scuote un po' e io sorrido senza però sapere minimamente di che stia parlando e cosa voglia da me.
«Cosa? La musica è alta non ti ho sentita» mi giustifico e lei ripete ciò che aveva appena detto.
«Ci andiamo a fare un giro?» propone un po' in imbarazzo ma nemmeno poi tanto. Io mi perdo nei meandri della mia mente per qualche attimo poi scuoto la testa.
«Lasciami il tuo numero che magari in questi giorni ti chiamo, ora ho mal di testa, preferisco tornare a casa» le dico prendendo il mio cellulare e aprendo la tastiera per scrivermi il suo numero.
«Ah ok...» ci resta male ma non posso fare altro, al momento non ho voglia di fare nient'altro che uscire da qui e tornarmene a casa. Mi segno il suo numero e avvicino Amir che si era spostato un po' più in là con Caterina, l'amica di Luana.
«Amir scusa, io vado che mi scoppia la testa» lo avviso e lui si scusa con la sua nuova amica e mi prende da parte.
«Ma dove vai? Non ti volevi divertire stasera?» mi chiede incredulo.
«Sì ma mi fa troppo male la testa, usciamo un'altra volta. Ora me ne torno a casa, saluto i ragazzi e vado» gli do una pacca sulle spalle e lo lascio lì andando verso il tavolo dove i ragazzi e soprattutto Aurora stanno continuando la serata.
«Ragazzi scusatemi, volevo salutarvi io vado che ho un mal di testa fortissimo» dico e Lorenzo fa un sorrisetto malizioso.
«Te l'ha fatto venire la bionda il mal di testa eh?» dice tirandomi un pugno leggero sul braccio e io non so con quale forza faccio di no con la testa e rido.
«Sì come no, proprio lei» mormoro guardando per un attimo Aurora che mi fissa senza dire una parola. Arriva anche Amir che dice la sua.
«La ragazza voleva fargli fare un giro» dice ammiccando e tutti capiscono a cosa si riferisce «ma lui dice che ha mal di testa, mah» alza le spalle e io sbuffo.
«Sì ho mal di testa meglio che vado» ripeto.
«Un passaggio ad Aurora non lo dai?» mi chiede Frank e la guardo. No, non posso rischiare. In auto da solo con lei per mezz'ora no, non lo reggo.
«No stasera non riesco, scusa Aurora» i nostri occhi si incontrano di nuovo e lei annuisce.
«Tranquillo» dice e io saluto di nuovo tutti e vado via.

Ho seriamente bisogno di chiudere questa cosa con Aurora una volta e per tutte e deve essere lei a confermarmelo. Non può, dopo quello che mi ha detto e quello che non ha fatto, comportarsi così con me con quegli sguardi e quel suo modo di cercarmi in continuazione. Le devo parlare e deve chiudere questa storia una volta e per tutte.

Impossibile || Giovanni Di LorenzoWhere stories live. Discover now