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Perché l'ho fatto? Non lo so nemmeno io. Cioè lo so, lo so eccome, ma sapevo anche che non era il caso e che facendolo avrei rovinato tutto. Ma l'ho fatto lo stesso perché quando le sono così vicino non mi so trattenere. I suoi occhi persi nei miei, il rumore del mare in sottofondo, le sue labbra piene che non riuscivo a non guardare mi hanno letteralmente costretto a baciarla. Era tutto perfetto, tutto apparecchiato per un nostro eventuale bacio. E io ne avevo voglia, cazzo se ne avevo voglia. Per tutta la serata mi sono ripetuto che non dovevo provarci, non dovevo farlo perché ero sicuro di un suo rifiuto. Lo sapevo eppure non ho saputo frenarmi. E so che se non fosse per tutta la situazione che ci sta intorno lei non avrebbe mai rifiutato un mio bacio. L'ho capito che le piaccio, lo vedo da come mi guarda, da come le sue pupille si dilatano quando la sfioro anche solo per un istante. Non sono stupido, so che mi vuole e so che se si è tirata indietro è solo per una questione esterna a noi. E potevo evitarlo, potevo evitare il gelo che ora c'è tra di noi, ne sono consapevole. Sapevo che provandoci avrei rovinato il nostro rapporto ma è andata così. Niente è riuscito a frenarmi, nemmeno l'idea di Clarissa e della nostra storia. Ero come annebbiato, perso in un altro mondo.
Mentre ci penso mi squilla il cellulare, resto sorpreso nel leggere il nome della mia ragazza sul display ma rispondo subito.

«Pronto?»
«Gianni, ciao... come va?» mi domanda con la voce rilassata e cordiale. Io e lei siamo letteralmente cresciuti insieme, è del mio paese e ancora prima che ci mettessimo insieme eravamo amici e abbiamo frequentato lo stesso liceo a Lucca. Lei è sempre stata perfetta per me, ha sempre saputo prendermi. Quando stavo con lei mi sentivo subito un'altra persona, una persona migliore. Ma questa magia è finita già un po' di tempo fa, diciamo dallo scorso Natale. Non abbiamo mai litigato ma quando mi ha detto di volersene tornare a Lucca per frequentare lì l'università mi è caduto il mondo addosso. Eravamo d'accordo che lei mi seguisse e che studiasse a Napoli ma non si è mai davvero abituata ai ritmi della grande città e io me ne sono accorto subito. All'inizio pensavo che la cosa potesse migliorare ma invece è andata sempre peggio. Non potevo né avevo alcuna intenzioni di trattenerla qui con la forza o convincerla a rimanere, quindi quando mi disse di voler andare via le dissi che per me andava bene e che non sarebbe cambiato nulla. E invece è cambiato tutto.
«Ciao Clari, tutto bene, a te?»
«Bene, domenica ho visto la partita, sei stato bravissimo»
«Grazie, la squadra è abbastanza in forma. A te lo studio come va?»
«Bene dai, non mi lamento. Nel prossimo mese ho quattro esami»
«Quindi a Natale non ci sei?»
«Non riesco, mi dispiace» sospira e io ci rimango male ma ormai ci sono abituato alle sue assenze. 
«Dispiace anche a me, volevo organizzare in montagna qualcosa»
«Non posso» ripete, quasi spazientita.
«Sì, l'ho capito. Organizzerò con mio fratello»
«Va bene, perdonami. Ti avevo chiamato per avvisarti di questo. Ti lascio che devo studiare, buona giornata» mi saluta e aspetta che io le risponda.
«Buona giornata a te» dico e stacco. Poso il cellulare e mi passo le mani sul viso, non ho più nemmeno un briciolo di speranza in questa storia e mi chiedo cosa mi spinga a tenere in vita una relazione morta senza trovare alcuna risposta. 

Dopo mezz'ora sono a Castelvolturno con i ragazzi mentre Tommaso ci prepara il caffè prima dell'allenamento pomeridiano. Nella sala relax entra Aurora che saluta tutti con un saluto generale. Io neanche la guardo, mi sta evitando da due giorni e onestamente me lo aspettavo. Me lo aspettavo e al momento mi va bene così perché ho altro per la testa. Forse avvicinarmi così tanto a lei è stato un errore. Ho già così tante cose che mi frullano nella testa e anche lei non mi ci voleva. Devo concentrarmi sulle partite e smettere di pensare a cose inutili. Non faccio che ripetermelo ma poi me la ritrovo di fronte uscendo dagli spogliatoi e tutti i miei buoni propositi vanno a farsi fottere. Non è bello ignorarsi così dopo essere stati così bene insieme un paio di sere fa.
«Ciao Auro» le sorrido ma la vedo da subito in imbarazzo, come se avesse paura di ciò che io potrei dirle.
«Giovanni» mormora «è meglio se dimentichiamo ciò che è successo l'altra sera, non penso sia il caso di continuare» dice subito senza nemmeno darmi modo di dire qualcosa. La fisso qualche secondo poi alzo le spalle e annuisco.
«Va bene» acconsento e lei sembra stupita.
«Va bene, davvero?»
«Auro tu mi piaci ed è chiaro ma io al momento non ho la testa per correrti dietro, ho altre cose a cui pensare. Quindi se ti va qualche volta di uscire, magari con gli altri o come l'altra sera per me non ci sono problemi però non ti pregherò» spiego serio. Non ho bisogno di altri problemi al momento quindi preferisco così.
«Okay» annuisce e forse ci è rimasta un po' male. Si aspettava che io insistessi e forse in un altro momento l'avrei anche fatto ma ora no, ora non ho la testa giusta.
«Ci vediamo al campo, a dopo» la saluto e la supero correndo verso il campo. Per tutto l'allenamento la vedo che da bordo campo mi guarda, mi segue con lo sguardo e dissimula ogni volta che Giuntoli richiama la sua attenzione. Alla fine degli allenamenti andiamo negli spogliatoi e i ragazzi iniziano a parlare e ad organizzare un'uscita.
«Andiamo domani dopo la partita, per voi va bene?» Kalidou dopo aver parlato con Faouzi e Dries si rivolge anche a noi.
«Ma dove?»
«Al Miranapoli, una cosa leggera» dice e noi annuiamo.
«Prenoto la sala che dà sul mare allora, ovviamente anche le vostre compagne sono invitate» dice ancora KK. Usciamo dagli spogliatoi e ci sono Giuntoli ed Aurora a pochi passi da noi.
«Aurora perché non vieni anche tu?» è Dries che parla ma gli occhi azzurri di lei sono subito su di me che fingendo indifferenza inizio a parlare con Fabián.
«Dove?» chiede guardando prima Giuntoli e poi il belga che le è di fronte.
«Domani sera dopo la partita andiamo in un bar a Posillipo, ci saranno anche le nostre compagne. Vieni anche tu?» chiede ancora e lei resta in silenzio per poi spostare il peso del corpo da un piede all'altro e sorridere verso Giuntoli.
«Va bene, ci sto» dice e parla con Dries per avere altri dettagli. Io nel frattempo saluto tutti e me ne vado verso la mia auto. Guido fino a casa e mi metto comodo sul mio divano quando mi arriva un messaggio.

- Opera tua?

E' Aurora e mi fa ridere il suo comportamento. Pensa che io sia così disperato?

- No, hanno organizzato Kalidou e Dries, io sono un invitato come te.
- Ok.
- Preferivi che fosse opera mia?
- Buona serata Gio.
- Buona serata a te.

Ci è rimasta di nuovo male e forse crede che io sia cotto di lei ma non sa che ce ne vuole per farmi cadere ai piedi di una ragazza. E non sto negando che lei mi piaccia, perché mi piace da morire, ma di sicuro non sono innamorato o pronto a fare follie per lei.


Impossibile || Giovanni Di LorenzoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon