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Sono settimane che sto lasciando scorrere la mia vita senza fare praticamente nulla, sto lasciando che i giorni passino senza preoccuparmi troppo di quello che succede. Sono preda degli eventi e non sono mai stato così, io. Sono sempre stato uno attivo e sempre alla ricerca di nuove emozioni ed esperienze. Ora però non ho voglia di uscire, di divertirmi, di conoscere persone, praticamente non ho voglia di nulla. Voglio solo starmene a casa tranquillo e pensare alle partite da giocare. La mia carriera è l'unica cosa che mi interessa in questo momento. Questa è la mia vita. O almeno, è questa finché non mi arriva un messaggio su whatsapp che mi svolta la giornata, la settimana e forse anche il mese.

- Se aspettavo una tua chiamata mi sarei fatta vecchia...

Leggo il messaggio e mi sfugge un mezzo sorriso. Guardo l'immagine del profilo ed è Luana, come sospettavo. Non so come ha avuto il mio numero ma sicuramente c'è lo zampino di Amir. Non lo chiedo nemmeno, non è una cosa che mi interessa particolarmente.

- Hai ragione, ho avuto da fare.
- Ti disturbo?
- No anzi, mi fa piacere che mi hai scritto.
- Ottimo. Stasera ci sei per un drink?

L'ansia mi prende non appena leggo il suo invito. Scrivo 'no' con una scusa plausibile di contorno ma poi cancello, lo riscrivo e lo ricancello. Perché devo privarmene? Basta, da oggi riprendo in mano la mia vita.

- Mandami il tuo indirizzo alle dieci sono da te.
- Perfetto❤️

Mi manda l'indirizzo e le lascio il visualizzato andando a lavarmi e prepararmi. Da casa mia a casa sua impiego un quarto d'ora e la aspetto poco distante dal suo appartamento. Lei sale in auto, ci salutiamo con due baci e poi ci dirigiamo verso il bar che abbiamo scelto.
«Pensavo di passare da disperata mandandoti quel messaggio ma a quanto pare ho fatto bene» dice sorridendomi. La sua schiettezza e il fatto che non si arrende mai me la fanno piacere da morire. Le sorrido a mia volta e faccio un sorso al mio drink prima di risponderle.
«Diciamo che avevo bisogno di una spinta, è un momento un po' caotico della mia vita» rispondo senza dare troppi dettagli, onestamente non mi va e non penso nemmeno sia il caso.
«L'ho capito e sono felice di averti scritto. Pensavo di non piacerti poi Amir...» appena pronuncia il suo nome mi viene da ridere e scuoto la testa.
«Sapevo ci fosse lui di mezzo» dico e lei annuisce col sorriso «che ti ha detto quel cretino?» domando.
«No niente, mi ha incoraggiata e mi ha detto che avevi solo bisogno che io fossi un po' più intraprendente. Tutto qui» spiega e io mi trovo subito d'accordo.
«È vero, domani lo ringrazierò allora» le sorrido e continuiamo a chiacchierare per tutta la serata. È mezzanotte passata quando usciamo dal bar e non appena saliamo in auto la bacio. Ero curioso di conoscere il suo sapore, curioso come non mi succedeva da tempo. E mi piace, mi piace il suo sapore e lei.
«Ti va di venire da me?» mi chiede tenendomi il viso tra le mani. Io annuisco e la bacio ancora anche se non sono molto convinto di ciò che sto per fare. Sono pronto a toccare un'altra donna? Sono pronto a scoprire i particolari, i dettagli più nascosti di una donna che non è Aurora? Non lo so, ma se non ci provo non andrò mai avanti e non lo saprò mai.
Guido fino a casa sua e mi fa entrare. È una bella casa, molto curata ed in ordine. Le faccio i complimenti e poi mi offre un caffè che prendo volentieri. Dal caffè non so come ma ci ritroviamo in camera da letto. Ho bevuto qualche drink e sono molto disinibito e sciolto, proprio come lei. La spoglio e lei fa lo stesso con me. La tocco, la tasto come se avessi finalmente trovato qualcosa che cercavo da sempre. Ci esploriamo, lei mi tocca tra le gambe, io tocco lei. Metto il preservativo e poi mi sdraio su di lei. Occhi negli occhi, però, si spezza la magia. Stava andando tutto così bene, tutto così alla perfezione che quasi mi viene da urlare. Perché? Perché ora? Perché sotto di me vedo Aurora e non Luana? Le tocco i capelli, lascio che mi scivolino tra le dita e li paragono a quelli di Aurora che sono molto più morbidi e che hanno un profumo molto più buono. I suoi occhi non mi lasciano e mi invitano ad entrarle dentro: lo faccio. Chiudo gli occhi e le sono dentro con un affondo potente e sicuro. Cerco di ritrovare la concentrazione ma non appena apro gli occhi l'immagine di Aurora che gode sotto di me mi si concretizza davanti e non riesco a continuare per qualche attimo.
«Sì, Gio, sì» mugola lei e io ritorno a muovermi sul suo corpo. Chiudo gli occhi e anche nel mio cervello ora c'è solo Aurora, così lascio che sia l'immaginazione a rendermi tutto più facile.

Sono con Aurora, non con Luana. È il profumo di Aurora che mi sta ubriacando il cervello, è Aurora che mi sta mordendo il collo, è Aurora che mi sta baciando, che mi sta supplicando di non fermarmi. Io sono su di lei e stiamo facendo l'amore nel letto di casa mia, in un pomeriggio tiepido di fine marzo. Lei mi stringe forte, mi dice che mi ama e che vuole solo me. Io non parlo e mi sforzo di dare tutto me stesso in questo atto così carnale quanto intimo. Non stiamo facendo l'amore, io e lei siamo l'amore.

«Auro, ci sono, ci sono» mormoro mentre lei continua ad ansimare e apro gli occhi vedendola strizzare forte gli occhi e trattenere il respiro. Ci sono ma Aurora non c'è.
Mi libero uscendo dalla ragazza che per me non ha neanche più un nome e mi lascio cadere sul letto. Lei sospira, mi fa i complimenti e poi si appoggia al mio petto.
Io non parlo, non dico niente perché se dovessi farlo dovrei dirle che non ho fatto l'amore con lei ma con un'altra. Dovrei dirle che mi manca l'aria a stare qui, che vorrei solo scappare e che l'orgasmo era l'unica cosa che volevo da lei. Ma non lo dico perché non merita di essere trattata così. Sto zitto e lascio scorrere i minuti nel silenzio.
«Giovanni, io non so chi è questa Aurora ma...» dice il suo nome e io giro di scatto la testa verso di lei.
«Che ne sai tu di Aurora?»
«Non so chi sia, ma mi hai chiamato così mentre venivi» dice e mi copro il viso con le mani. Sono un disastro e non me ne ero nemmeno accorto.
«Mi dispiace» dico e lei si tira su appoggiando il peso del corpo su un lato e voltandosi verso di me.
«Ci sta che pensi ancora a qualcun'altra, non me la prendo. E nemmeno voglio prendere il suo posto, io voglio solo farti stare bene. Senza impegno, quando vuoi» mi dice e vorrei tanto essere quel tipo di persona che riesce ad accettare di stare con qualcuna per dimenticarsi di un'altra ma non sono così. Non ci riesco.
«Luana, tu sei davvero fantastica e mi piaci. Sei simpatica e bellissima, non scherzo...» mi fermo e prendo una boccata d'aria «ma io non posso. Non posso e non voglio trattarti così, come una tappabuchi perché non lo meriti» dico e lei sembra agitarsi.
«Ma te lo sto chiedendo io» dice e io mi alzo dal letto rivestendomi.
«Sono io che non ci riesco, mi dispiace» allargo le braccia e lei capisce che sono inamovibile. La saluto e me ne vado a casa.

Avrei potuto mentire a lei ma non a me stesso, io Aurora non l'ho superata e ho bisogno di stare da solo per riprendermi. Tutto qui.

Impossibile || Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora