Parte 32

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Appena mi vide, puntò un dito contro la maglia che avevo addosso. Si vede che si accorse che fosse di Jorginho.
Ma è scemo? Ce l'avevo anche a pranzo.
Fede: <<stai già andando?>>
Io: <<eh si. Dopo io e Laura andremo a fare shopping e più tardi andremo a fare aperitivo>> gli spiegai io, continuando a camminare verso l'uscita.
Fede: <<allora lascia che ti porti io>> mi prese le chiavi, della macchina, dalle mani sorridendo.
Io: <<no, non serve. Riposati>> gli risposi riprendendomi le chiavi.
Fede: <<perchè dovrei?>> mi rubò nuovamente le chiavi. Questa volta iniziò a scuoterle in alto come per sfidarmi a prenderle.
Anche se ci arrivavo benissimo.
Io: <<perchè devi giocare tra quattro giorni>> prima che provai ad afferrarle le spostò più indietro.
Risultato: ricevette uno sguardo di sfida.

Alla fine riuscì a convincermi e mi accompagnò.
In macchina non si sentiva altro che la musica... nessuno dei due parlava.
Era una specie di situazione imbarazzante, ma non del tutto.
Io ero appoggiata al finestrino intenta a guardare i pedoni passeggiare tranquillamente.
Nel mentre che Federico batteva le dita sul volante a ritmo con la musica.
Dopo qualche secondo, curvò a destra, non so se lo fece apposta ma svoltò con così tanta velocità, che sbattei la testa sul vetro.
Robe che mi viene un trauma cranico.
In quel momento senti una mano che stringeva sulla mia spalla e ridere a crepapelle.
Toccandomi ancora la testa addolorata, feci il dito medio al responsabile, ricevendo un semplice "scusa".
Passarono cinque minuti esatti da quando sbattei la testa sul finestrino, e ci eravamo appena fermati ad un semaforo rosso.
Fede: <<non l'ho fatto apposta>> disse voltandosi con tutto il busto.
Io: <<massì lo so, tanto problemi alla testa ce li ho già. Uno in più, uno in meno>> ridacchiai.
Spostai lo sguardo dal freno a mano, a lui, ed era fisso a guardarmi.
Con un mix di espressioni che non riuscivo a capire, sembrava indeciso su qualcosa... ma cosa.

Federico' point to view
Non sapevo se fare quello che mi aveva consigliato il mio amico di nazionale, Nicolò Barella, o meno.
Ma fidarsi di quel mona, la.
È bellissima quando sorride
Lei stava ridendo e io probabilmente la stavo guardando nel modo più stupido del pianeta.
E lei se ne accorse, prima che io riuscissi a cambiare espressione.
Vabbè, a sto punto
Prima che potesse chiedermi a cosa stessi pensando, la presi per il viso e feci toccare le nostre labbra in un  intento bacio a stampo -rapido- che però si trasformò in un bacio che durò più di 10 secondi.
Il tempo giusto, prima che venisse il verde.
Mentre guidavo, mi voltavo verso di lei per vedere la sua espressione... e non cambiava, era sempre quella da quando avevo fatto staccare le nostre labbra.
Il sorriso di una persona che non si aspettava un bacio, da quella persona, è il migliore.

Io: <<non avevi detto che dovevo riposarmi?>>
Giulia: <<puoi riposare anche qui, nel mentre che io continuo Supernatural>> gli sorrisi innocentemente.
Alzai le sopracciglia ed inclinai la testa per fargli capire che la sua idea non era male.

unexpected love//Federico ChiesaWhere stories live. Discover now