8 - DIAMO LE NOSTRE PRIME IMPRESSIONI

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Gli dei erano nella sala del trono, attendendo che i loro ospiti uscissero.

Una volta soli, fecero passare del tempo per riordinare le idee, cercando di metabolizzare molte delle cose che avevano sentito.

Demetra decise di rompere il silenzio: "Quindi? Cosa ne pensate?"

"Su cosa?" chiese Ermes, che considerava la domanda della dea dell'agricoltura molto generica. C'erano così tante cose a cui pensare che bisognava per forza essere più specifici.

"Su tutta la situazione che sembra esserci nel futuro: i nostri figli ridotti a reietti, i mortali che non credono più in noi, i rapporti che sembrano esserci tra i ragazzi e anche sull'impressione che vi ha dato il figlio di Poseidone."

"A me il ragazzo sembra un tipo a posto." disse il messaggero degli dei, mentre Apollo annuiva. "Per quanto riguarda le altre cose... beh, il fatto che i nostri figli saranno esclusi dalla società e che i mortali non crederanno più in noi è sicuramente inaspettato, e può essere un serio problema per noi. Per i rapporti tra i nostri figli, invece, io non vedo alcun problema. Non ho mai avuto alcun tipo di problema sulle persone frequentate dai miei figli." concluse Ermes.

"Concordo sulla questione dei mortali, ma non sui rapporti tra i nostri figli e sul figlio di Poseidone. Non mi fido di lui."

"Dici così solo perché tua figlia ha una relazione romantica con lui." ribatté Poseidone, che aveva capito i rapporti tra suo figlio e la figlia di Atena, e sapeva che alla madre della ragazza non sarebbe piaciuto.

"Sì. È vero." disse la dea della saggezza, particolarmente irritata dal dover dare ragione a Poseidone. "Sono irritata, e non poco, dal fatto che mia figlia stia con qualcuno della tua progenie. La prima cosa che farò appena riuscirò a parlare da sola con Annabeth, sarà cercare di farle entrare nella testa un po' di buon senso.

"Tuttavia, il mio problema principale con il ragazzo è un altro: sospetto di aver capito il suo difetto fatale, e se ho indovinato, allora potrebbe seriamente essere un pericolo per tutto l'Olimpo."

"Perché? Quale dovrebbe essere il suo difetto fatale?" chiese Ares.

"Non ne sono sicura. Preferisco dirlo una volta che ne avrò l'assoluta certezza."

"Beh, io non so cosa pensare di quel ragazzino. Da un lato si fa sottomettere in quella maniera da un futile mortale, però poi riesce a sconfiggere una Furia e il Minotauro al primo colpo senza neanche un po' d'addestramento. Non riesco proprio a capirlo." disse il dio della guerra.

"Qui non si parla delle sue abilità in battaglia, ma di fiducia, e vedere se il ragazzo potrà essere una futura minaccia per noi." rimproverò Efesto

"Tu direi che non puoi proprio dirmi di fare attenzione ai suoi comportamenti, visto che passi più tempo con le macchine che con gli esseri viventi."ribatté Ares.

"Devo ammettere, che per ora l'unica cosa che voglio sapere del ragazzo è la sua relazione con la figlia di Atena. Ah, i modi in cui la loro relazione potrebbe essere ostacolata sono così tanti." sospirò Afrodite "Questo, grazie anche alla rivalità fra voi due" disse la dea dell'amore indicando Poseidone ed Atena.

"Ovviamente a te importa solo di questo." borbottò Artemide.

"Secondo me non c'è motivo di non fidarsi."si intromise Demetra. "Il ragazzo ha già mostrato un incredibile coraggio, cercando con tutte le sue forze di salvare non solo sua madre, ma anche il satiro. Voglio dire, quanti eroi conoscete che avrebbero rischiato la propria vita per un satiro?

"Le Parche lo hanno descritto come uno dei più grandi eroi che siano mai esistiti. Perché mai dovrebbero mandare qui una persona che non è degna di fiducia."

LETTURA ATTRAVERSO IL TEMPODove le storie prendono vita. Scoprilo ora