21 - PRENDIAMO UNA ZEBRA PER LAS VEGAS

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Il cuore batteva forte, il sudore cadeva, il fiato stava per finire e muscoli bruciavano. Questo era quello che sentivano le quattro persone che fuggivano per la loro vita nella baia di Long Island.

Alle loro spalle, ringhi e latrati si facevano sempre più vicini, e potevano quasi percepire i fiati dei segugi infernali su di loro. I loro artigli affondavano nella terra, e alcuni dei loro peli si attaccavano agli alberi, mentre inseguivano le loro prede che provavano, inutilmente, a fuggire dalla rabbia e dalla fame delle creature.

"Ce l'abbiamo quasi fatta! Il campo è oltre la collina!" gridò uno dei quattro fuggitivi. Un giovane satiro, dai capelli marroni e due zoccoli caprini, che cercava di guidare tre semidei lungo la collina. Verso un posto sicuro che avrebbero potuto chiamare casa.

Dietro il satiro, stanchi, ma determinati a sopravvivere, un ragazzo di circa quattordici anni, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, si assicura di non perdere di vista le persone accanto a lui: una ragazza di dodici anni, con i capelli neri e corti e degli occhi blu elettrico, che tiene per mano una bambina di sette dai capelli biondi e gli occhi grigi.

La pioggia batteva su di loro, mescolandosi al sudore e alla terra che si trovava sui loro volti e sui loro vestiti.

Alla vista della collina le speranze iniziano quasi ad accendersi nei cuori dei tre semidei. Sono salvi. Sono al sicuro. Basta scappare, basta lotte e vivere come degli animali braccati.

Questo è quello che pensano, finché non si accorgono di un'ombra che si avvicina a loro.

La ragazza dai capelli neri non si lascia prendere alla sprovvista, e prontamente punta la mano contro la creatura, lanciando un fulmine che colpisce in pieno il segugio infernale.

Pensano di potersi rilassare, ma immediatamente, si accorgono che quello non era il solo ad averli raggiunti, ed altri mastini si lanciano su di loro.

La ragazza dai capelli neri colpisce in pieno uno di loro con la lancia, per poi lanciare un fulmine contro il secondo.

Non ce la faremo pensa la ragazza dai capelli neri. C'è un modo, però, per salvare almeno i suoi compagni, perché Los Angeles congelerà prima che lei lasci morire la sua famiglia.

"Andate! Li trattengo io!" urla la ragazza dai capelli neri.

"Cosa!? No! Non ti abbandoniamo qui, Talia!"

"Luke, ascolta..." Talia non fa in tempo a finire la frase che, immediatamente, deve lanciare un altro fulmine contro un altro dei segugi.

"Non abbiamo tempo! Andate!"

"No! Non ti lasciamo!" disse la bambina, con gli occhi gonfi di lacrime. Era priva di quell'ingenuità che una bambina di sette anni dovrebbe avere, perché sembrava sapere alla perfezione cosa stesse per accadere, ma non voleva accettarlo. Si era aggrappata alla mano della ragazza dai capelli neri con tutte le sue forze, non volendo che si allontanasse neanche di un passo

"Annie, quei mostri sono qui per me, non per voi! Potete ancora salvarvi! Andate!"

I ringhi e i latrati si stanno facendo sempre più vicini. Tutti sanno che, adesso, o ne muore uno o muoiono tutti, e Talia preferisce decisamente la prima opzione.

"Grover! Portali immediatamente al campo!"

"Ma..." cercò di dire Gorver con il groppo in gola. Non poteva lasciarla morire. Era il suo protettore, era suo compito proteggerla, non il contrario.

LETTURA ATTRAVERSO IL TEMPODove le storie prendono vita. Scoprilo ora