CAPITOLO 1

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CAPITOLO 1

Kenma si stava lavando la faccia, quando la porta del bagno venne improvvisamente spalancata facendogli prendere un infarto. Con le gelide goccioline d’acqua che gli scivolavano dal viso, lungo il collo, fino ad inzuppargli il colletto del pigiama, si voltò per scoprire chi fosse stato ad interromperlo e nel momento in cui scorse il volto scocciato e rassegnato di sua madre non seppe se tirare un sospiro di sollievo oppure farsela sotto.

“KENMA! Sono già le 7:25 e tra cinque minuti passa l’autobus, tu sei ancora in pigiama e Kuroo ti starà aspettando alla fermata, muoviti!!! Dovrebbero farlo santo quel ragazzo, per tutte le volte che è arrivato in ritardo a scuola per aspettare te e per le altre innumerevoli cose che fa per te. Quindi muovi il culo tesoro!” lo rimproverò sua mamma sbattendo poi la porta.

Kenma prese un asciugamano per asciugarsi, mentre pensava che sua mamma aveva proprio ragione, il suo migliore amico, Kuroo, era una persona davvero speciale e non lo avrebbe fatto aspettare. Si sfilò il pigiama e nonostante avesse appena deciso di non far aspettare il suo amico, perse irrimediabilmente tempo ad osservarsi allo specchio, ma non ci poteva fare niente, era una persona estremamente lenta e riflessiva. Scrutò il suo corpo nei minimi dettagli, dai capelli biondi a caschetto con un’evidente ricrescita nera, agli occhi felini color ambra, per poi far scorrere lo sguardo sul suo collo flessuoso, poi sulle braccia che presentavano bicipiti appena accennati, successivamente posò gli occhi sul suo petto candido e sulla sua pancia piatta e infine sulle gambe magre, evidenziando ogni dettaglio che non gli piaceva di lui. Forse avrebbe dovuto fare il contrario, ma Kenma era fatto così, non aveva molta autostima. Si infilò una felpa e dei jeans lisi e poi corse fuori di casa urlando un saluto a sua mamma. Solo nell’istante in cui mise piede nel vialetto di casa sua si accorse di essere scalzo e senza zaino, così dopo un sospiro esasperato tornò indietro per prendere ciò che si era scordato, per poi dirigersi a tutta velocità alla fermata.

Prese il telefono per controllare l’ora e in quel lasso di tempo andò a sbattere violentemente contro qualcuno.

“Eccoti finalmente Kenma, stavo venendo a casa tua a cercarti, pensavo fossi morto!” esclamò il suo migliore amico.

“Per mia sfortuna invece sono ancora vivo Kuro, ma ci penserà la verifica di fisica ad uccidermi”

“Insomma sei tu che hai deciso di frequentare un liceo scientifico, perciò stai zitto e affronta quella verifica a testa alta, sono sicuro che non andrà così male come credi tu e poi se hai problemi con fisica posso sempre aiutarti io che mi fa piacere” affermò mentre i due ripresero a camminare.

“Da quando Kuroo Tetsurou è tanto bravo a fisica? Forse gli asini hanno iniziato a volare?”

“Molto spiritoso Kenma, ma ti informo che nell’ultima interrogazione ho preso 7 ½ e comunque gli asini possono volare se li metti su un aereo”

L’altro ragazzo ridacchiò ed a Kuroo si scaldò il cuore, ultimamente Kenma rideva e sorrideva sempre più spesso, cosa che non era avvezzo a fare in precedenza.

“Bhe ammetto che il tuo ragionamento non fa una piega”

“I miei ragionamenti sono sempre perfetti” disse Tetsurō di rimando facendo alzare gli occhi al cielo al biondo.

Fecero ancora qualche altro passo e arrivarono alla fermata.

 Ovviamente avevano perso l’autobus.

Per questo motivo furono costretti a dirigersi a scuola a piedi, durante il tragitto Kuroo se ne uscì con una domanda assurda che solo lui, avrebbe potuto porre:

“Kenma, ma tu sei proprio sicuro di non essere morto?”

“Se fossi morto non starei camminando qui con te e non sarei riuscito a formulare questa frase, scemo”

chimica del misteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora