CAPITOLO 14

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CAPITOLO 14

Due giorni, dozzine di tazze di caffè, allenamenti e ore di sonno arretrate dopo, il solito gruppo si riunì per l’ennesima volta nella sala comune del loro alloggio e pronti ad esporre nuove ipotesi, in merito allo strambo caso in cui erano stati coinvolti, si accomodarono sui divanetti.

“Siamo tutti d’accordo sul fatto che gli indizi vogliono comunicarci qualcosa” iniziò Kuroo “ma non abbiamo ancora capito secondo quale logica, perciò basandomi su ciò che sappiamo sono giunto ad una possibile conclusione.”

“Anche io ho tratto le mie conclusioni” rivelò Tsukishima.

“Pure io, probabilmente siamo giunti tutti allo stesso risultato, considerando che per le nostre conoscenze è l’unico plausibile” affermò Akaashi.

“Gli indizi sono una sorta di rebus da risolvere” proclamò Kenma.

“Effettivamente avrebbe molto senso!” esclamò Sugawara.

“Quindi se consideriamo gli indizi in ordine, la soluzione dovrebbe essere qualcosa come “onti” oppure “opti”?” Provò tentennante Yamaguchi.

“Ma stai zitto Yamaguchi, non avrebbe minimamente senso” lo rimproverò Tsukishima.

“Io odio i rompicapo come i rebus” si lamentò Oikawa.

“Anche io, serve troppa concentrazione e io non ce l’ho” sospirò Bokuto.

“Cos’è un rebus?” se ne uscì all’improvviso Kageyama.

“Certo che sei proprio scemo! Non sai nemmeno cosa sia un rebus” lo prese in giro Hinata.

“Oi! Guarda che ti pesto cretino.”

“Dai smettetela, te lo spiego io cos’è un rebus.”

“Grazie Sugawara.”

“È un gioco che puoi trovare spesso nella settimana enigmistica, in cui devi costruire una parola tramite lettere e/o disegni.”

“Ma secondo te quello zoticone ha mai preso un qualsiasi giornale in mano? Insomma lo hai visto?”

“Oikawa!” lo ammonì Iwaizumi schiaffeggiandogli il braccio.

“In ogni caso ora non c’è tempo per continuare a strizzarsi le meningi” disse Daichi “stasera dobbiamo andare a una festa e suggerisco di utilizzare il pomeriggio per dormire un po’.”

“Mi trovi d’accordo, penso di poter svenire se non schiaccio un pisolino” ammise Tanaka sbadigliando e stirandosi le braccia.

Una nuvola di vapore avvolse Kenma ed Akaashi quando spalancarono scocciati la porta del bagno e le goccioline di vapore acqueo si condensarono sulla loro pelle, rendendola umida ed accaldata, incollando i loro capelli sulla fronte.

“La mamma non vi ha insegnato a bussare?” Si indignò Oikawa, il quale nel frattempo si stava spalmando la crema idratante sulle gambe, con in sottofondo Sugawara che cantava Katy Perry dal box doccia, mentre si insaponava i capelli.

“È da più di quaranta fottutissimi minuti che occupate il bagno, quanto tempo vi serve per fare una cazzo di doccia?” Sbraitò Kenma spostandosi irritato le ciocche bagnate dagli occhi.

“Non c’è bisogno di essere così volgari Ken Ken.”

“Dobbiamo venirci tutti in bagno, muovetevi!”

“Guardate che la bellezza è un arte e in quanto tale richiede tempo e dedizione.”

“Ora lo ammazzo, Keiji, giuro che lo ammazzo!”

chimica del misteroWhere stories live. Discover now