CAPITOLO 9

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CAPITOLO 9

Le ragazze fecero da guida verso la zona in cui avevano trovato i trucchi, infatti presto si ritrovarono di fronte a un boschetto, formato da folti arbusti, imponenti cipressi e vecchi ulivi, con i rami spessi e nodosi che sembravano artigli pronti ad afferrare le loro prede, inoltre in quel luogo la luce del sole era tenue e il silenzio ne era padrone.

“Dovremmo dare una controllata dentro il bosco, mi sembra un ottimo posto in cui nascondere la refurtiva” osservò Kuroo e gli altri si trovarono d’accordo.

Setacciarono tutto il bosco senza trovare ulteriori indizi, fino a che Hinata, che si era addentrato nella vegetazione, disse loro di raggiungerlo, una volta che furono da lui rimasero leggermente sorpresi da ciò che si trovarono di fronte. In uno spiazzo in mezzo al bosco sorgeva una mastodontica casa abbandonata, aveva un aspetto spettrale. Le grigie pareti sfregiate erano consumate dalle intemperie e dallo spesso strato di muschio che vi cresceva sopra, la lunga canala di rame arrugginito cigolava al minimo alito di vento, insieme agli sgangherati residui di quelle che una volta dovevano essere persiane. Centinaia di piccioni stavano appollaiati sul cornicione, mentre alcuni entravano e uscivano, tubando in modo inquietante, dalla struttura tramite i vetri rotti delle finestre; dei cavi elettrici penzolavano dalle pareti, dando l’impressione di essere serpenti arrabbiati.

“Entriamo a vedere?” Chiese titubante Bokuto.

“Non so quanto sia sicuro entrare lì dentro” notò Hinata “e poi è spaventoso…”

“Dividiamoci” propose Kuroo “io e Kenma visitiamo il piano terra, Bokuto e Hinata il primo e le ragazze il secondo, ci state?” Tutti acconsentirono tranne Lisa che li guardò come se fossero pazzi e poi disse:

“Ma siete forse scemi? Non guardate mai film? Non leggete mai libri? NON BISOGNA MAI SEPARARSI!!!” le sue parole però non vennero ascoltate visto che l’avevano lasciata indietro per entrare nella casa, lei sbuffò e li seguì scocciata.

Ognuno si diresse nei luoghi assegnati alla ricerca di informazioni.

Bokuto e Hinata cercavano di non far rumore, per evitare di disturbare i possibili fantasmi che vivevano lì, ma il loro tentativo andò in frantumi quando il ragazzo dai capelli arancioni finì di faccia contro un’enorme ragnatela e urlando impaurito saltò in braccio al suo amico che strillò:

“I FANTASMI SENTONO VIOLATA LA LORO PRIVACY E SONO VENUTI A UCCIDERCI!!!”

A causa dell’agitazione i due piombarono sgraziatamente a terra con un tonfo che fece tremare il pavimento.

“SE PROPRIO VOLETE QUALCUNO PRENDETE TSUKISHIMA!” si sgolò Hinata.

Per colpa di tutto quel trambusto, della polvere e sottili pezzettini di intonaco caddero sulle chiome di Kuroo e Kenma, i quali si trovavano al piano inferiore.

“Che idioti” constatò il corvino, che nello stesso tempo si era portato la mano davanti alla bocca, per nascondere il piccolo sorriso divertito che gli adornava il viso.

“Dovremmo andare a dare un’occhiata forse?” si informò l’altro spolverando via la sporcizia dalla sua testa.

“Non preoccuparti, tra poco la loro paura si trasformerà in coraggio e diventeranno temibili cacciatori di fantasmi, figurati se si lasciano mettere i piedi in testa dalle anime dei morti.”

“Aspetterò con ansia l’arrivo dei ghostbusters, almeno non dovrò più temere di essere assalito da uno spettro.”

“Perché hai paura?”

“Non ho paura.”

“Sicuro?” domandò il capitano della Nekoma “perché se vuoi posso sempre tenerti la mano Micio.”

chimica del misteroWhere stories live. Discover now