CAPITOLO 3

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Le lezioni restanti si conclusero velocemente per la gioia di Kenma che non vedeva l’ora di andarsene da quel luogo opprimente chiamato scuola. I suoi compagni chiacchieravano allegri intorno a lui, raccontandosi a vicenda i programmi che avevano per quella giornata, nel frattempo il ragazzo timido cercava di far entrare cinque libri contemporaneamente nello zaino, per la troppa pigrizia di infilarne dentro uno alla volta, dopo vari tentativi riuscì nel suo intento.

Si mise lo zaino in spalla e fece per uscire dall’aula, ma un’odiosa voce femminile lo trattenne.

“Ehi Kenma, che fai di bello oggi?” si impicciò Alice.

Quella ragazza era stressante e falsa oltre ogni limite, proprio non la sopportava e di sicuro non aveva intenzione di raccontarle i suoi programmi. Gli dava noia il fatto che volesse sapere sempre tutto di tutti, così mentì dicendo la prima cosa che gli venne in mente:

“Studierò.”

“Ah. Comunque ricordati di ciò che mi hai promesso prima” disse lei facendogli l’occhiolino.

“Sicuro.” Rispose in fretta Kenma per poi fiondarsi fuori dalla classe e raggiungere a passo svelto l’uscita, dove vi trovò Kuroo ad aspettarlo mentre discuteva con Chiara.

“…e poi mia sorella al fiume ha pescato i girini, li ha messi dentro la mia borraccia, a mia insaputa, per non farli morire e quando mi è venuta sete ed ho bevuto… ecco ho ingoiato quelle povere bestioline…ricordo ancora la sensazione…bleah” finì di raccontare la ragazza facendo scoppiare a ridere il corvino.

“Guarda il lato positivo Chiara, magari potresti diventare una rana mutante” sghignazzò il capitano della squadra Nekoma.

“Ma per favore Kuroo, ti sembra un lato positivo quello? L’ unica cosa che ho ricavato da questa faccenda è stato il fatto che mia sorella ha pianto per una settimana, che incubo.”

In quel lasso di tempo Kenma si era avvicinato silenziosamente ai due e quando li salutò fece fare loro un balzo per la sorpresa, dato che non lo avevano visto.

“Ehy ciao Kenma!” lo accolse calorosamente la castana.

“Scusa non ti avevamo sentito arrivare” continuò il suo migliore amico.

“Non preoccupatevi.”

“Kuroo mi ha detto che stamani eri in ansia per la verifica di fisica del professor Pezzuto, come biasimarti, è uno tosto quello! Alla fine come ti è andata?” chiese genuinamente curiosa Chiara.

“Tutto sommato piuttosto bene” ammise.

“Visto, te lo avevo detto che ce l’avresti fatta micio” asserì orgoglioso Kuroo.

Kenma non poté far a meno di arrossire nuovamente per via di quel soprannome. Si sentiva ridicolo con le guance in fiamme, a causa di un banale soprannome affibbiatogli dal suo migliore amico, che durante i lunghi anni della loro amicizia gliene aveva dati a centinaia. Allora perché quello lo metteva così tanto a disagio? Forse era il modo in cui Kuroo lo pronunciava, usava un tono di voce diverso dal solito, più profondo e ciò faceva scuotere le budella di Kenma.

Il suono di un clacson risuonò poco lontano da loro, il finestrino di una BMW grigio perla tirata a lucido si abbassò, rivelando il volto di un ragazzo con un ciuffo biondo platino striato da ciocche verdi, che con gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole rayban guardava nella loro direzione.

Lo sguardo di Chiara a quella visione divenne nettamente più luminoso, si voltò verso i due ragazzi e annunciò:

“Devo andare, il mio ragazzo è venuto a prendermi, ci si vede” poi scese le scale di volata e salì su quella elegantissima BMW.

chimica del misteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora