CAPITOLO 15

27 2 0
                                    

Trascorsero due settimane da quegli avvenimenti e in tutto il campus regnava un'atmosfera di allegria, quella che solo i giovani sono in grado di diffondere con tanto impeto. Nonostante questo, alcuni di loro erano in costante stato d'allerta, pronti all'ennesima mossa del fatidico ladro.
Kenma era sdraiato sul pavimento, privo di energie, alla ricerca di un po' di fresco in quella giornata afosa, ma il suo amico Hinata non sembrava avere intenzione di lasciarlo in pace e continuava a saltellargli intorno parlando ininterrottamente.
"Lo sai che Kageyama è un pessimo ballerino? La sera del ballo mi avrà pestato i piedi come minimo cinque volte!"
"Mh-mh"
"E poi non mi ha chiesto nemmeno scusa, però mi ha detto che gli sarebbe piaciuto passare altre giornate del genere con me! Ti rendi conto?"
"Mhhh"
"Inoltre credo che mi piaccia, vorrei dirglielo ma non so come! Dovrei baciarlo? Ma come si fa? Io non l'ho mai fatto! Kenma ti prego, tu che hai esperienza aiutami!"
"Si, dopo"
"Grazie mille! Sapevo di poter contare su di te, sei sempr-"
"Aspetta, cosa intendi dire con <<tu che hai esperienza>>?"
"Bhe sai, pensavo che a Kuroo piacesse fare quel genere di cose con te."
"MA NO! Cioè si! O meglio solo nelle ultime settimane, prima non stavamo nemmeno insieme!"
"Io credevo che aveste quel tipo di relazione anche senza essere fidanzati- ASPETTA HAI DETTO CHE VI SIETE MESSI INSIEME? FINALMENTE! QUANDO E' SUCCESSO? COM'E' STATO?"
"Va bene, ho capito" borbottò Kenma alzandosi faticosamente da terra "facciamo che te lo racconto mentre cerchiamo un posto al fresco e poi ti aiuto anche con il tuo problema."
"SI GRAZIE!" gioì entusiasta Hinata, abbracciando di slancio l'altro.
"Dai Shoyo, sei sudato e fa caldo."
"Scommetto che se fossi un certo ragazzone provocante dai capelli neri non mi diresti così."
"Ma si dà il caso che tu non lo sia, quindi scollati per favore e andiamo."
"Come vuoi."
Kuroo era completamente rincoglionito, ormai la sua testa riproduceva in continuazione la scena del garage e sfornava immagini decisamente poco caste del suo ragazzo, realizzate dalla sua fantasia: vedeva la sua pelle candida e sognava di toccarla, accarezzarla, stringerla, baciarla e morderla, poteva chiaramente immaginare il suo corpo inarcarsi per aderire al proprio, le sue labbra sussurrare il suo nome e rilasciare versi di soddisfazione.
Sospirò pesantemente rigirandosi nel letto, coprendosi il volto imbarazzato con un cuscino; si sentiva sporco inizialmente ad avere quel genere di pensieri, ma Bokuto lo aveva rassicurato affermando che fosse una cosa normale e che sicuramente anche Kenma aveva avuto almeno una volta simili fantasie, d'altronde anche il desiderio era alla base della maggior parte di relazioni, nonostante ciò lui non voleva dare l'impressione di essere affetto da satiriasi.
"Kuroo hai intenzione di passare tutta la giornata a crogiolarti nel letto?" domandò Daichi mentre faceva degli addominali sul pavimento.
"Non ho nulla di meglio da fare al momento."
"Allora vieni a darmi una mano con l'allenamento."
"Ma non puoi farlo stasera? oggi fa un caldo terribile."
"No stasera ho promesso a Suga che sarei andato a fare una passeggiata con lui; quindi vieni qua e tienimi le gambe ferme."
Il capitano della Nekoma si arrese all'insistenza dell'amico e lo assecondò, aiutandolo con gli addominali, ne fecero novanta prima che un urlo irritato li distrasse; la porta della loro stanza sbatté, un Kenma indemoniato si fiondò dentro sbraitando il nome di Kuroo e afferrandolo per il colletto della maglia.
"DOVE CAZZO E'?"
"Kenma non so di cosa tu stia parlando, ti senti bene?"
"NON FARE IL FINTO TONTO, CHI ALTRO SE NON TU AVREBBE LA FACCIA TOSTA DI PRENDERLA?"
"Non ho la minima idea di cosa io abbia fatto o preso... però sappi che mi dispiace Micio."
"RIDAMMI LA MIA NINTENDO!"
"Eh?"
"SMETTILA DI FARE LO STRONZO E DAMMELA, GIURO CHE DI NOTTE NON LA STO USANDO, QUINDI NON C'E' BISOGNO DI SEQUESTRARMELA."
"Kenma, ascoltami, non ce l'ho io."
"In che senso?"
"Nel senso che non te l'ho presa e non ho la minima idea di dove sia."
Negli occhi di Kenma si poteva leggere con chiarezza la confusione che stava provando in quel momento, la rabbia che prima si era impossessata di lui lo abbandonò completamente; lasciò cadere pesantemente le braccia lungo il corpo per poi guardare Kuroo dritto negli occhi.
"Se non ce l'hai tu chi l'ha presa? Nel cassetto in cui l'avevo messa non c'è più! Ed ho già setacciato tutta la camera e nessun' altro avrebbe motivo di prenderla."
In quell'istante un brutto presentimento colpì, come un fulmine, i due ragazzi che con uno scatto felino corsero verso la stanza di Kenma, lasciando un Daichi perplesso seduto sul pavimento.
"Kenma, qual è il cassetto in cui la tieni?"
"Il primo vicino al mio letto."
"Stiamo pensando la stessa cosa vero?" lo incalzò aprendo il cassetto e iniziando a svuotarlo.
"Credo proprio di sì."
"Che casino che c'è qua dentro."
"Non lamentarti, pensa a guardare se c'è qualche indizio che possa ricondurci a un furto del nostro fatidico ladro."
Mentre Kuroo spostò la mano verso il fondo, le sue dita toccarono un cumulo di granelli, così incuriosito lo prese per guardare cosa fosse; piccoli cristalli di sale si poggiavano leggiadramente sul suo palmo, solleticandolo lievemente.
"È sale quello?"
"Si."
"Che cazzo ci fa del sale nel mio cassetto?"
"Se non lo sai tu Micio..."
"Sarà sicuramente qualche sorta di indizio."
"Lo penso anche io."
"Chiamo Keiji e gli dico di portare tutti qua."
Non passarono nemmeno cinque minuti che una mandria di giovani si riversò di corsa all'interno della stanza.
"Cosa è stato rubato?" chiese di botto Oikawa.
"La mia Nintendo" rispose Kenma con un improvviso tick nervoso all'occhio.
"NOO! Kenma mi dispiace, spero la ritroveremo presto, insieme al mio pallone" pronunciò Hinata in apprensione.
Nel frattempo Suga stava togliendo dal pavimento gli oggetti che in precedenza erano contenuti nel cassetto, quando un foglietto scivolò fuori da un quaderno, vinto dalla curiosità lo prese e osservò ciò che vi era scritto sopra; vicino ad un granello di sale tenuto attaccato con dello scotch vi era una sigla che recitava: " – Cl".
"Ragazzi, per caso questo potrebbe essere un altro pezzo d'indizio?"
Come api attratte dal miele, tutti si riversarono intorno a Suga per osservare il misterioso oggetto.
"E ora cosa vuol dire questa roba?" sospirò drammaticamente Oikawa "Per cosa sta meno Cl?"
"Soprattutto che correlazione ha con il sale?" domandò Yamaguchi.
"Il sale scientificamente si chiama cloruro di sodio" iniziò a spiegare Tsukki sistemandosi gli occhiali sul naso "la cui formula chimica è <<NaCl>>, quindi Cl potrebbe indicare il cloro contenuto nel composto ionico."
"Tsukki sei un genio!" strillò Kuroo con gli occhi che brillavano, mentre la sua mente stava architettando una possibile risposta che non tardò ad arrivare "il meno Cl sta a significare che dobbiamo eliminare il cloro dalla formula, pertanto ci rimane solo il sodio, ovvero l'elemento che dobbiamo considerare come un indizio."
"Va bene" concordò Kenma "ma che legame ha con gli altri indizi?"
"Non saprei" ammise Akaashi tenendosi il mento tra il pollice e l'indice "abbiamo rispettivamente un osso insieme a un numero 20, un palloncino a forma di N, un anello con un'incisione e del sodio; non riesco a trovarci un nesso logico."
"Ragazzi, io credo che la nostra ipotesi sul fatto che gli indizi siano un rebus sia giusta" disse deciso Kuroo, attirando tutti gli sguardi su di se "pensate, all'interno dell'anello c'era scritto <<Ti>> giusto? Quindi ritengo che anche gli altri oggetti nascondano delle lettere da unire per formare una parola."
L'idea sembrò convincere tutti, infatti all'improvviso calò un silenzio assordante nella stanza, che lasciò il posto alle innumerevoli riflessioni, tanto che si potevano quasi intravedere gli ingranaggi dei loro cervelli lavorare. Era come se pensieri di tutte le forme e colori svolazzassero nella stanza, contorcendosi per adattarsi meglio alla situazione, entrando anche in conflitto con altri pensieri presenti in quel luogo e svanendo, quando il loro artefice li riteneva errati o fuori luogo. Mentre i pensieri di Bokuto avevano l'aspetto di un teppista con un osso in mano, quelli di Kuroo assumevano sembianze più realiste, se così si possono definire, rappresentando un elemento chimico con 22 come numero atomico, ovvero il titanio, il che lo portò ad una conclusione:
"L'anello che hanno dato a Daichi!" confabulò eccitato mentre iniziava a gesticolare come un matto "che stupido perché non ci ho pensato prima?"
"Spiegati meglio" lo incalzò Iwaizumi.
"Qualcuno aveva ipotizzato fosse d'argento, ma non è d'argento, bensì di Titanio."
"Come fai a dirlo-" iniziò Kenma prima di essere investito dalla consapevolezza " O mio Dio! Hai ragione, le due lettere incise all'interno "Ti" sono il simbolo del titanio."
"Proprio così Micio" approvò rivolgendogli un sorriso dolce "per questo credo che anche tutti gli altri oggetti siano collegati a un elemento, di cui bisogna usare il simbolo per risolvere il rebus."
"Quindi per l'ultimo dobbiamo usare <<Na>>" concluse Akaashi.
"Invece il palloncino pieno d'aria indica l'azoto" intervenne Tsukishima "inoltre è pure a forma di <<N>>, che è la lettera che ci serve, il suo simbolo chimico."
"E il primo indizio? Che cosa c'entra con gli elementi chimici?" Chiese Sugawara.
"Lascia che ti spieghi" gongolò Kuroo schioccando le dita "tieni a mente la tavola periodica. Le ossa sono composte da carbonio, il cui numero atomico è 20, guarda caso proprio il numero che abbiamo trovato dopo la tibia."
"Perciò se utilizziamo <<Ca>> la parola è-" introdusse Kenma, prima che il suo ragazzo completasse la frase.
"Cantina, Ca-N-Ti-Na."
"Esatto."
"Questo significa che gli oggetti rubati sono in cantina" dedusse Oikawa.
"Bisogna capire dov'è la cantina, però." sbuffò Tanaka.
"Oppure chiediamo al responsabile di questo posto." Propose Noya.
"Meglio di no, si desterebbero troppi sospetti, chi diavolo va in vacanza e chiede dove si trova la cantina?" commentò Daichi.
"Io direi di guardarci intorno ogni volta che usciamo, così il primo che la trova lo comunica a tutti" espose Suga ricevendo l'assenso degli altri.

Kenma era disteso sul corpo di Kuroo, con la testa poggiata sul suo petto e le braccia avvolte intorno al suo torace, mentre lui gli accarezzava delicatamente la testa, attorcigliandosi le ciocche intorno alle dita.
La stanza del capitano della Nekoma era deserta, l'unica presenza erano loro due sdraiati sul suo letto ed immersi in un armonioso silenzio, che si facevano cullare dai loro respiri regolari e dai battiti sonori dei loro cuori.
Esistono silenzi davvero bellissimi e piacevoli, quei silenzi in cui non hai bisogno di dire nulla per sentirti confortato, ti basta essere con una persona che per te sia speciale, sapere che è lì accanto a te e in quel momento non c'è bisogno di dire assolutamente nulla, perché riesci a percepire l'aura dell'altro per sentirti al sicuro e protetto, d'altronde il silenzio vale più di mille parole.
Però l'essere umano ha anche un bisogno innato di comunicare per esprimere i propri bisogni, chi più e chi meno, ma si dà il caso che Kuroo appartenesse a quella fascia di persone che dopo un po' si sente in dovere di rompere il silenzio, per tanto strinse il suo ragazzo tra le braccia mugolando:
"Micio, me lo dai un bacio?"
A quelle parole Kenma sollevò lentamente la testa, con uno sguardo leggermente assonnato, rivolgendogli un sorriso, per poi sporgersi in avanti e premere le sue labbra contro quelle dell'altro in un dolce e morbido bacio.

————spazio Liz———————————————

Ehyy, da quanto tempo! Scusate se non ho aggiornato per molto, ma quest'anno, oltre al fatto che ho avuto la maturità, è stato pieno di impegni e novità! In ogni caso porterò a termine questa storia ad ogni costo (:

Ci vediamo al prossimo capitolo cuori <3

chimica del misteroDonde viven las historias. Descúbrelo ahora