CAPITOLO 10

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CAPITOLO 10

Passarono un paio di giorni da quegli eventi e i ragazzi oltre ad essere sommersi da duri allenamenti, non erano riusciti a venire a capo alla faccenda del furto, cosa che causò loro non poca frustrazione, soprattutto ad Oikawa.

Durante questo arco di tempo, inoltre, era evidente che le cose tra Kuroo e Kenma fossero cambiate, nonostante la loro relazione fosse stata sempre alquanto stretta, era palese che fossero diventati ancora più intimi e si facessero gli occhi dolci. Ogni volta che nessuno poteva vederli si scambiavano teneri sorrisi e tra un allenamento e l’altro si sedevano insieme sotto un albero a sorseggiare bibite energetiche, a parte ciò però non avevano ancora avuto occasione di discutere apertamente del loro rapporto.

“Bokuto, non è il momento di deprimersi, abbiamo una partita contro la Nekoma da vincere” gli intimò Akaashi per la quarta volta nel giro di cinque minuti.

“MA ‘KAASHI, HO SBAGLIATO DUE SCHIACCIATE E INOLTRE OGGI NON MI RIESCONO LE DIAGONALI, SONO SOLO D’INTRALCIO, COSA NE SARA’ DELLA MIA CARRIERA DA PALLAVOLISTA MONDIALE??” Si disperò il capitano della Fukurodani sotto gli sguardi scocciati dei compagni di squadra, ormai abituati ai suoi sbalzi di umore.

“Di certo se non sei in grado di fare una diagonale non potrai mai arrivare al palcoscenico mondiale, ma se oggi ti impegni e tiri fuori tutto il tuo potenziale ti prometto che stasera giocherò con te a monopoly e ti preparerò la tisana alla menta che ti piace tanto.” Le parole di Akaashi centrarono in pieno il bersaglio, facendo sì che sul volto di Bokuto spuntasse un enorme sorriso e acquisisse di nuovo la sua tipica sicurezza, in modo da ribaltare le sorti della partita e guadagnarsi la vittoria.

“Akaashi riesce sempre a tirare fuori il meglio di Bokuto, quando si gasa così tanto è quasi impossibile batterlo, maledizione” affermò Kuroo con il fiatone mentre si cambiava.

“Guardiamo il lato positivo, è un ottimo allenamento che ci aiuterà solo a migliorare” constatò Yaku.

“Hai ragione, ma è così frustrante perdere sempre!” Si lamentò Yamamoto.

“Ad ogni modo vedete di darvi una mossa che tra poco abbiamo l’escursione a cavallo” li avvisò Kenma, che smanettava con il cellulare nel frattempo che aspettava il capitano della Nekoma.

“Giusto, ricordati di metterti i pantaloni lunghi se non vuoi ustionarti le cosce” gli rammentò il corvino.

“Ma che sei mia madre?” Sbuffò divertito il biondo, il quale in realtà adorava il fatto che l’altro si preoccupasse per lui.

Era tardo pomeriggio quando i pallavolisti si recarono alle stalle per l’escursione a cavallo, vista la quantità di studenti erano stati divisi in gruppi e loro, siccome fino a poco più di un’ora fa erano a sudare in palestra, componevano l’ultimo gruppo.

I responsabili di quella gita iniziarono ad assegnare un cavallo a tutti e dare istruzioni sul come montare in sella e mantenere il controllo sull’animale.

“WOW AKAASHI, CON QUEL CAVALLO BIANCO SEMBRI PROPRIO IL PRINCIPE AZZURRO, HAI ANCHE GLI OCCHI CELESTI, TI MANCA SOLO UNA PRINCIPESSA DA SALVARE!” Strillò entusiasta Hinata, facendo sorridere il diretto interessato.

“Vi prego mettiamo un vestito rosa di velluto a Bokuto e sperdiamolo nel bosco, così rimediamo la principessa” scaturì Kuroo, mentre accarezzava la criniera del bellissimo stallone nero che gli era toccato, apparteneva alla razza araba, una delle più eleganti, pregiate e stupefacenti.

“Tu lo dici per prendermi in giro, ma guarda che ci starei benissimo con un vestito del genere” borbottò Bokuto imbronciato.

“Oi Hinata, nel caso non lo avessi visto, anche io ho gli occhi azzurri e mi è stato dato un cavallo bianco” fece notare un Kageyama offeso, interrompendo la conversazione.

chimica del misteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora