CAPITOLO 13

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CAPITOLO 13

Le successive due settimane trascorsero senza intoppi, a causa dell’intensità degli allenamenti e delle partite, l’argomento mistero era stato un po’ accantonato, ma questo non significava che il pensiero di quello avesse smesso di opprimere i ragazzi coinvolti.

In un angolo della palestra un gruppetto di pallavolisti stava chiacchierando tra loro:

“Tsukki oggi hai fatto proprio schifo a murare” constatò Kuroo con un’aura strafottente.

“Ah si? Bhe si vede che tu fai schifo come mentore e poi ho sbagliato perché il tuo alzatore mi fa innervosire, mi fissa come se volesse sviscerarmi per capire come fare a battermi, è inquietante quello lì” sibilò sulla difensiva Tsukishima.

“Kenma sa senza dubbio come giocare bene le sue carte” fece notare Akaashi mentre si limava le unghie.

“Tsukki non ti consiglio di toccare il tasto “Kenma” per punzecchiare Tetsuro, la prende parecchio sul personale ed entra in modalità <<difensore iperprotettivo>> “suggerì Bokuto.

Nel frattempo Kuroo aveva serrato le labbra in una smorfia contrariata e una spruzzata di rosso gli colorava il ponte del naso per il risentimento, teneva le braccia incrociate sul petto e guardava storto l’occhialuto centrale della Karasuno, ma poi l’oggetto del loro discorso comparve di fronte a loro interrompendoli:

“Ehm Yachi mi ha detto di dirvi che dopodomani i professori organizzeranno una festa per tutti gli studenti, ci sarà un barbecue e varie attività come la musica per ballare, il karaoke e altre cose del genere, siamo tutti tenuti a partecipare. Non ho via di scampo nemmeno questa volta.”

“Dai Kenma, sarà divertente” ridacchiò Akaashi.

“CI SARA’ LA CARNE! HEY HEY HEYYY” esultò Bokuto iniziando a saltellare per la palestra con Akaashi che lo seguiva pacato, Tsukishima guardò la scena sbuffando e poi se ne andò, lasciando soli i due giocatori della Nekoma.

Kenma si sentì afferrare per un polso per essere trascinato in seguito verso gli spogliatoi della Nekoma.

“Kuro dove-“ non fece in tempo a finire la frase che quello chiuse la porta alle loro spalle e si fiondò impetuoso su di lui, abbracciandolo, spiaccicando la faccia nell’incavo del suo collo e stringendolo il più stretto possibile; il biondo poteva sentire i muscoli delle braccia dell’altro contrarsi contro il suo corpo e quelli del petto aderire al suo mento, dunque ricambiò l’abbraccio.

“Hai una carenza di affetto?” sussurrò dolcemente Kenma, passando una mano tra le sue ciocche corvine e ricevendo un mugolio in risposta “è successo qualcosa?”

“Non sei inquietante o insensibile, hai solo il tuo modo di esprimere le emozioni e sai anche essere super dolce!” si lagnò il corvino, mentre sentiva uno sguardo spaesato e interrogativo pungergli la nuca “lo dice Tsukki” continuò “e l’ho sentito dire anche da altri giocatori a volte, ma non è vero! Io vorrei che provassero a vederti per come sei davvero, però le persone si limitano sempre a giudicare gli altri dalle apparenze e non vanno mai oltre, ognuno di noi ha un universo all’interno, ma sembra che le persone si limitino solo ad osservarne la superficie, così non vedranno mai la miriade di corpi celesti meravigliosi che lo popolano.”

Kenma rise e pensò che il suo ragazzo fosse una persona veramente unica e speciale, con un grande cuore e anche una grandissima passione per la scienza, pure nelle persone vedeva gli universi, però diamine se non aveva ragione.

“All’inizio facevano male quelle voci, ma ho smesso di ascoltarle, non mi toccano più, io so chi sono, lo sai anche tu e i nostri amici, il resto non conta, ti preoccupi troppo per me.”

chimica del misteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora