CAPITOLO 12

34 5 4
                                    

CAPITOLO 12

A colazione servirono i pancakes con la nutella, che vennero molto apprezzati, in particolare da Nishinoya e Bokuto che se ne presero tre piatti.

I ragazzi coinvolti nel mistero stavano tutti aspettando Kuroo, il quale non si era ancora fatto vivo quella mattina, così che Akaashi che faceva il portavoce della “spedizione” avvenuta il giorno precedente potesse raccontare quanto accaduto.

Dopo circa quindici minuti di trepidante attesa, una familiare chioma spettinata fece il suo ingresso in mensa.

“Alla buon’ ora Tetsuro, eri rimasto bloccato nel mondo dei sogni?” brontolò Oikawa.

“Si, scusate, sono rimasto addormentato.”

“Va bene, ora che ci siamo tutti direi di lasciare la parola ad Akaashi” asserì Sugawara battendo le mani.

L’ alzatore del Fukurodani si pulì le labbra leggermente sporche di cioccolato con un tovagliolo e poi iniziò il racconto.

Era afoso il pomeriggio precedente, quando Akaashi, Bokuto e Tsukishima erano andati alla ricerca di “Via Enrico d’Osso”, il sudore imperlava le loro fronti e i loro respiri erano affannosi, mentre salivano sulla ripida stradina che portava al centro del paese.

“Dov’è che dobbiamo andare?” Chiese Bokuto.

“Il navigatore dice che dobbiamo raggiungere la piazza che si trova in centro, dopo di che imboccare la prima strada a destra e poi la prima a sinistra” disse pacatamente Akaashi.

“Dovresti riuscire a non perderti Bokuto.”

“Chiudi il becco Tsukki!”

Nella piazza svettava una chiesa colossale di pietra, le massicce colonne irregolari sostenevano l’edicola e le trifore, dal portone spalancato proveniva aria gelida che faceva accapponare la pelle e la pietra era fredda al tatto.

“Wow” esclamò il capitano del Fukurodani meravigliato, mentre toccava una colonna.

“Questa chiesa risale al Medioevo” spiegò il ragazzo dagli occhi turchesi.

“Questa colonna che sto toccando sarà stata toccata da centinaia di persone più di otto secoli fa! È una cosa incredibile a pensarci”

“Hai ragione, pensare quante epoche abbia “vissuto” questa chiesa e il fatto che nonostante tutto si erga ancora di fronte a noi fa venire i brividi, emana un’aura di mistero immensa.”

Bokuto sorrise a trentadue denti prima di stringere Akaashi al suo petto in un abbraccio, che in risposta avvolse le braccia intorno al suo collo e gli baciò amorevolmente le labbra.

“Vi state letteralmente baciando in un luogo in cui al 90% bruciavano le streghe e giustiziavano persone innocenti accusate di crimini inesistenti o infondati” fece notare Tsukishima.

“E dai dovevi per forza rovinare il momento!” si lamentò il ragazzo dai capelli sparati in aria.

“Non prendertela perché sei il terzo in comodo Tsukishima, sai forse avresti dovuto invitare anche il tuo amico con le lentiggini” ammiccò Akaashi trattenendo una risata all’espressione buffa e imbarazzata che fece l’altro.

“Non me la sono presa, solo cercate di trattenervi un minimo o mi farete venire il diabete.”

“Come vuoi, ora però è il caso di andare. Per di qua.”

I Ragazzi imboccarono una stretta e ombrosa strada, camminarono fino a raggiungere “Via Enrico d’Osso”, che era segnalata da una targhetta di marmo appesa all’angolo di un palazzo.

chimica del misteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora