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Terminati i corsi estivi, mi ero potuta dedicare un periodo di riposo e finite anche le vacanze, il secondo semestre richiamava ogni studente a sedersi nei banchi e frequentare le lezioni presso l'istituto universitario. E lo studio, per me, aveva preso un nuovo nome: Choi Yeonjun.
Capii tardi l'errore: per non avere più traccia di lui nella mia vita, non dovevo frequentare tutti i corsi possibili e immaginabili per focalizzarmi sui miei impegni, bensì l'unica soluzione prevedeva il cambio di università. Yeonjun sembrava letteralmente vivere tra quei corridoi; ovunque mi girassi, lo vedevo e guardandolo, la mia sanità mentale si riduceva in poltiglia. Tuttavia rimasi sempre più presa da lui e a causa sua avevo perso leggermente di vista le mie nuove amicizie a cui mi ero affezzionata – ovvero Marlee, Jaehyuk e gli altri dei club.

Mi lasciai andare ai sentimenti che provavo, facendomi trasportare da quell'effetto devastante che solo Yeonjun riusciva ad avere su di me.
Ero una sciocca, me lo ripetevo giornalmente. Chissà quante altre persone lì dentro si erano prese una cotta per lui, io non ero niente di speciale, probabilmente lo avrei addirittura irritato. Non riuscivo a controllare, però, ciò che c'era in cuor mio, né avrei voluto domarlo poiché era la più completa irrazionalità dell'amore a effettuare un comando su di me.

Erano gli inizi di settembre e mi era arrivata notizia che presto sarebbe stato il compleanno di Yeonjun. Tutta l'università era in visibilio per questo, pure le pareti ne avevano preso nota. Marlee trovava irritante questo atteggiamento esagerato da parte di tutti verso una persona, a suo avviso, maleducata e asociale.

Oh, Marlee. Non sai quanto avrei voluto darti torto e contemporaneamente ragione.

Jaehyuk non se ne curava, sembrava persino essere ignaro della presenza di Yeonjun, e come biasimarlo: dopotutto, non fiatava mai e non lasciava traccia di sé, eccetto che nel mio cuore. Erano le voci che circolavano su di lui a renderlo famoso e desiderabile, Yeonjun non si metteva in mostra per conto suo.

Degnava della sua esistenza solo a noi del club di musica. La chitarra spostata, le sue uniche penne che continuava a dimenticarsi e un fiore. Ogni volta un fiore diverso, dovevano piacergli molto.

E io volevo essere uno di quei fiori che avevano un po' della sua considerazione.

Collywobbles 𐦍 Choi YeonjunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora