24. Chicago, quante sorprese!

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Erano passati due giorni dall'ultimo incontro con Alexander. Cercavo di non pensarci ma era inevitabile per me.
Mi mancava parlare con lui, o meglio con Martin ma da una parte ero tremendamente arrabbiata.

"Aspetto che ritorni" aveva scritto nel suo ultimo messaggio. Poco prima di farsi beccare con una tizia attaccata al suo collo.

Mi portai entrambe le mani sul volto, ero esasperata e l'unico giorno libero dal lavoro lo stavo passando chiusa in camera a pensare quanto era disastrosa la mia vita.

Decisi di inviare un messaggio a Bea. Volevo sapere cosa stava facendo ma soprattutto come stava.

"Ti va di essere tristi insieme?" Le proposi. La sua risposta non tardò ad arrivare.

"Vorrei tanto ma ho un impegno molto importante oggi"

Mi incuriosì. Cercai di indagare.

"Vuoi che ti accompagni?"

"Ti ringrazio ma non è necessario"

Mi misi su con la schiena. Ero sdraiata sul mio letto e in sottofondo la radio trasmetteva Dusk Till Dawn di Zayn ft. Sia, una delle mi canzoni preferite del momento.

La risposta di Beatrix mi stranì. Lei voleva sempre il mio aiuto, anche per andare a fare la spesa.

Era una persona che entrava subito in panico e questo non era da lei. Lei aveva sempre bisogno di me.
Mi sentii inutile. In quel preciso momento mi sentii più inutile che mai.

Beatrix non aveva più bisogno di me per scegliere quale snack comprare?

"Sicura?"
Le inviai.

"Sì, grazie lo stesso Lottie"

Posai il cellulare lontano da me e iniziai ad osservare fuori dalla finestra.

Le persone sembravano così spensierate e felici e quasi provai invidia. Anche io volevo essere felice, ma soprattutto anche io volevo sentirmi amata. Sì, amata proprio come quella graziosa coppia che sotto casa mia si stava abbracciando.

Lei gli accarezzò il viso e dopo avergli detto qualcosa fece segno ad un taxi di fermarsi.

Lui le baciò la fronte e poi, la lasciò andare.

Erano bellissimi.

O almeno questo lo pensai fino a quando lui non si voltò.

Che diamine ci faceva Alexander Noel sotto casa mia??

In quel momento ringraziai di non essere ancora in pigiama e corsi da mio fratello che tranquillo se ne stava a fare i compiti in camera sua.

«Matt, smetti con quella roba e metti le scarpe!».

«Sto facendo matematica!».

«Ecco, appunto. Hai bisogno di una pausa» gli dissi andando verso il suo armadio prendendogli il giubbotto.

«Dove andiamo?» mi chiese mentre confuso indossava la seconda scarpa.

«Ho voglia di un dolce, tu no?» gli domandai sorridente.

Stavo usando mio fratello per incontrare Alexander. Ero una persona orribile. Ero decisamente una persona cattiva.

Se Lucifer Morningstar, quel giorno, fosse stato presente, non avrebbe esitato un salo attimo per portarmi con sé all'inferno.

«Sono pronto» mi fece notare dandomi un pizzicotto sul braccio.

«Ahi!» mi lamentai, ma poi mi ricordai che io stavo facendo di peggio.

PERFETTI SCONOSCIUTI (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora