Capitolo 17

2.7K 102 22
                                    

"La gente spesso parla di crudeltà bestiale dell'uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, in maniera artistica e creativa"
Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Aiden pov's


I numeri nella mia infanzia sono sempre stati importanti.
Erano la mia salvezza,io contavo i minuti,le ore e i secondi ossessivamente,riuscivo a sapere quanto mancava al ritorno di James.
Sapevo quanto tempo mi rimaneva prima di ripiombare nell'incubo più totale.
Le professoresse hanno sempre pensato che per me la matematica risultasse facile per la mia intelligenza,ma la verità è che ho imparato a contare quando ero molto piccolo,da quando mamma mi faceva il conto alla rovescia per l'inizio del gioco serale,diceva che era il preferito di papà.

Quindi contavo e contavo, meno tre , meno due,meno uno,meno cinquantanove minuti e cinquantotto secondi.
il mio cervello era diventato una calcolatrice e lo è ancora,è una specie di difesa, credo,so solo che mi tranquillizza avere il tempo e i numeri sotto controllo,come se potessi comandarli io.
Peccato che sono un minuscolo puntino in tutto l'universo.

Quando ho conosciuto Aron, ho trovato un luogo dove poter spegnere per qualche ora il cervello.
Lui aveva capito tutto nonostante la tenera età.
Non capisco come gli adulti non se ne siano accorti,avevo sempre dei lividi nuovi,ma le ferite peggiori, il bastardo, me le faceva dove nessuno le avrebbe notate.

La schiena era il suo punto preferito,ne porto ancora i segni.

La famiglia di Aron si accorse di tutto solo dopo la sua morte,sua madre, mi ama come se fossi suo figlio,ha sempre provato ad avere un secondo figlio, ma non ci è mai riuscita quindi sostiene che io sia uno specie di dono da dio.

Cazzate.

Mi hanno visto crescere,poi dopo il riformatorio mia madre se ne è andata via con Amanda,lasciandomi da solo,avevo solo sedici anni e mezzo quando sono uscito da lì e lei non c'era.
Così mi sono ritrovato a casa Evans fino ai diciott'anni,almeno mia madre ha avuto la decenza di lasciare per  iscritto di affidarmi a loro fino al compimento della maggiore età.

Abbandonato.

Quando la mamma di Aron ha visto la mia schiena,mi ricordo che si è messa a piangere e io ho chiesto "è così messa male?".

Quello che non sa è che tutte quelle ferite non sono state procurate solo da una cintura,quell'uomo era un sadico,si divertiva e si stufava presto quindi cambiava spesso oggetto.
Frustini di vari tipi,vetro,bottiglie di birra,sigarette,fuoco...
Il fuoco era il suo preferito.

Usava anche le fascette,mi ricordo che le stringeva così forte che i polsi spesso mi sanguinavano, ma questo avveniva solo nelle vacanze scolastiche così nessuno avrebbe notato i segni.
Io urlavo, piangevo, lui...provava a zittirmi picchiandomi,ma io piangevo ancora di più,così trovó presto una soluzione.

Lo scotch,mi tappava sempre la bocca prima di iniziare,io provavo a scappare,ma non ci riuscivo anzi era peggio perché si arrabbiava di più.

Per fortuna mia sorella era molto piccola,quindi evitava,ma mia madre non si salvava.
Eravamo i suoi giocattoli quando si stufava di uno c'era l'altro.

Se potessi tornare indietro ne parlerei con qualcuno,con le maestre magari..ma ero così piccolo e avevo paura delle conseguenze.

Quando disobbidivi a James, le conseguenze erano sempre terrificanti.

Flashback (13 anni prima)

Meno tre.

Mancano tre ore al ritorno di papà ,oggi la famiglia Evans non è a casa quindi non posso andare a rifugiarmi da loro per vincere il gioco.
Probabilmente perderò,a me non piace mai perdere soprattutto in questo gioco.

Il cuore di fuoco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora