Capitolo 19

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"Gli uomini sono fatti in modo da doversi necessariamente tormentare a vicenda"

Fëdor Michajlovič Dostoevskij


Pov's Aiden

Mi sono sempre piaciuti i giochi fin da bambino, mi ricordo che quando io e Aron insieme ad altri bambini a scuola giocavamo a nascondino, tutti si rifiutavano di contare, ma io invece mi offrivo sempre, era il mio ruolo preferito, non mi piaceva nascondermi, mi piaceva poter contare e trasmettere ansia e agonia alle mie prede mentre si nascondono nel minor tempo possibile, mi sentivo potente.
Nascondermi mi faceva sentire debole, mi faceva paura e la paura è un sentimento che odiavo e odio tutt'ora, perché proviamo paura?

La paura è solo un' idealizzazione, abbiamo paura perché non vogliamo provare dolore, se proviamo dolore abbiamo paura, ma la paura è solo la lunga attesa prima del dolore.

Anche se la odiavo la provavo spesso, e io mi rifiutavo di provarla anche in quei cinque minuti in cui io potevo essere la causa della paura di qualcun'altro, quando andavo a cercare i miei compagni nascosti mi sentivo come se fossi lui, potevo sentire il potere che provava e mi sentivo meno debole.

Ora invece il mio gioco preferito è la seduzione.

La seduzione ti fa sentire potente, quando sai di essere attraente ti senti potente, ma sono le movenze, il fascino e le parole che fanno definitivamente cedere una donna.
Non bisogna andare a caso, c'è uno studio sul l'arte della seduzione, per prima cosa bisogna prenderla per la mente, la psiche umana è così affascinante e complicata, le donne ne sono inevitabilmente attirate.
La seconda fase è quella del contatto fisico,ma soprattutto gli sguardi è così che faccio abboccare le mie prede.

Mi sento potente quando esse cedono nella mia trappola, mi sento un fottuto padrone di qualcosa, finalmente posso comandare e dirigere qualcosa della mia vita.

Sono andato da molti psichiatri nel corso della mia vita, dal riformatorio in poi, tutti mi hanno detto che ho un disperato bisogno di dominare qualsiasi cosa, mi piace dirigere sentirmi padrone di qualcosa, le sedute mi aiutavano, fino a quando non mi davano così tanti farmaci per tranquillizzarmi che sembravo un fottuto zombie.

"In questo modo terremo sotto controllo la sua rabbia, non sarà più un pericolo per gli altri".

Ecco che cos'ero un pericolo, un errore.

Comunque ho cambiato vari psichiatri fino ad arrivare a lei.

Lily Cameron.

È stato facile persuaderla, io gli do il mio corpo e lei in cambio scrive su carta che svolgo le sedute regolarmente, svolgendo la cura farmaceutica a dovere e cazzate varie.

Ecco perché devo tenere un profilo basso con le risse e tutto il resto, se venissero a scoprire che in realtà non svolgo assolutamente nessuna cura sono nella merda fino al collo.

Suono il campanello del quindicesimo piano, mi trovo davanti alla palazzina dove si trova lo studio di Lily Cameron per una delle nostre "sedute".

Chissà cosa ne penserebbe Ara? È così immacolata, che mi disprezzerebbe, non riuscirebbe a capirmi, penso, anche se per l'incendio mi ha capito e mi sono sentito in dovere di raccontargli una mezza verità.

Il portone si apre con uno scatto e io comincio ad avviarmi verso l'ascensore.

Con Ara mi sono sempre trattenuto dal chiedergli perché avesse così tanta paura degli ascensori, ma stimola la mia curiosità.
Da come si comporta non è un trauma leggero, è sicuramente un trauma importante, e in un certo senso posso capirla se non ne vuole parlare, ecco perché non insisto.

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