1. Mare mosso

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Le cinque del mattino, ecco che ore erano.

Le cinque del mattino ed ero già in acqua a cercare di non addormentarmi sulla tavola, per fortuna la sua temperatura fredda e gelata aiutava a restare svegli. Amavo il surf, ma amavo anche dormire e nell'ultimo anno il fattore sonno non era andato particolarmente bene.

"Ancora", sentii dire il coach, mi voltai per lanciargli un'occhiataccia. Facile stare seduto sulla moto d'acqua, senza fare alcuna fatica, avrei voluto vedere lui fare surf a quell'ora del giorno, in pieno inverno.

"Marcus, ancora".

Mi posizionai con la tavola verso riva e la testa rivolta all'indietro ad aspettare che il mare si decidesse a mandarmi un'onda buona. Non era giornata, decisamente, eppure in quei mesi c'erano sempre state onde altissime che avevano fatto in modo migliorassi la mia tecnica e la mia resistenza. Qualcosa non andava, qualcosa non andava nel mare mosso di oggi.

Arrivò l'onda giusta, mi posizionai e quando la sua cresta accarezzò la mia tavola mi alzai in piedi cavalcandola a lungo e alla perfezione.

Alla perfezione.

"Ottimo", si limitò a dire il Signor Wade e mi guardò mentre cavalcavo la seconda, la terza, poi la quarta e decima onda.

"Non ce la faccio più", dissi esausto. Con l'acqua fredda non riuscivo a respirare, avevo mal di testa e gli occhi stanchi.

"Klein", mi richiamò e mi sdraiai sulla tavola, che era diventata la mia migliore amica da mesi ormai, da quando...

"Se continui così vincerai la Blue Surf Competition, ma devi continuare o finirai per rammollirti".

Scossi la testa, evitando di bere l'acqua salata.

Non oggi, oggi non ce la faccio.

"Con tutto il rispetto, io le sono grato dell'aiuto, non sarei arrivato tra i finalisti senza di lei, ma il mio cuore rischia di esplodere".

Scosse la testa anche lui e mi allungò la mano per caricarmi sulla sua moto d'acqua e riportarmi a riva.

Il Signor Wade aveva scoperto il mio grande potenziale un giorno come un altro in spiaggia, mentre facevo surf con Lio, e mi aveva proposto di partecipare ad una gara che si teneva ogni inverno in Portogallo, all'inizio non avevo accettato, poi avevo cambiato idea grazie alla ramanzina che Courtney mi aveva fatto chiamandomi rammollito successivamente a... 

"Mancano due settimane alla finale", iniziò a parlare e capii ne sarebbe uscito un discorso piuttosto lungo.

Mi diressi verso lo spogliatoio con il culo gelato, mentre il coach era dietro a parlarmi.

"Ti seguo da mesi, so che puoi vincere tu la gara. Per ora sei arrivato due volte primo e solo una secondo. Nessuno ottiene risultati così in così poco tempo, Marcus. Lo capisci?", mi chiese e annuii senza aggiungere altro, mentre cercavo di togliermi quella muta del cazzo che non voleva saperne di lasciarmi uscire. Una grande verità, che negavo persino a me stesso, era che della competizione non mi importava granché, ottenere un paio di medaglie mi aveva dato soddisfazione? No.

Volevo tenere la mente occupata ed era per questo che avevo accettato la richiesta del Signor Wade di prendermi sotto la sua ala.

"Mi alleno tutti i giorni, coach", gli dissi posando la muta ad asciugare. Entrai nella doccia e lasciai che l'acqua bollente mi sciogliesse. Wade mi seguì e mi parlò fuori dalla tenda.

"Lunedì alle sei, di nuovo qui", rispose ignorando ciò che gli avevo detto e poi lo sentii uscire dallo spogliatoio della spiaggia per lasciarmi un po' di pace.

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