"Chiudila qui, Klein", mi consigliò Ryan mentre mi passava una vaschetta di noodles. Come al solito, né io né lui avevamo avuto voglia di cucinare.
"Mettici una pietra sopra, non ti sei mai meritato tutto questo dolore", mi disse e io non potei fare altro che annuire, perfettamente consapevole che fosse impossibile chiudere quel capitolo, il libro non poteva finire così.
"Non ci si libera così di qualcuno", sussurrai prendendo una forchettata di noodles, "Non ne sono capace, Ryan".
"Devi esserlo, Marcus".
Mi guardò severo e non riuscii a staccare gli occhi da lui.
"Frequenta qualcuno di nuovo, passa più tempo con i tuoi amici".
Annuii debolmente. Non potevo frequentare nessuno, il mio cuore non ne era in grado, la mia testa ne era incapace.
"Avvisiamo anche gli altri che sei tornato?", mi domandò piano. Gli avevo spiegato che Honey e Courtney avevano esagerato e preso dalla rabbia avevo subito accusato loro, mentre in realtà l'unica persona con cui avercela era Arthemsis. Lei e la sua falsa incapacità di affrontare il passato, andava bene avere dei giorni no, avere dei giorni in cui i ricordi ti bussavano alla porta, ma lei non li sfidava, non li combatteva. Era più forte, allora perché si arrendeva?
Scossi la testa, avevo smesso di cercare di capirla. Non avevo esitato un secondo ad andarmene perché ero stufo di doverla far ragionare. Ero sempre stato dalla sua parte, dicendo agli altri che la trattavano come una bambina, ma facendomi salire su quel cazzo di aereo aveva dimostrato che a sbagliarsi ero io.
"Mi sembra una buona idea", comunicai a Ryan. Subito estrasse il cellulare dalla sua tasca e chiamò Honey.
Quindici minuti dopo lei, Lio e Courtney erano a casa nostra.
Non seppi definire la loro espressione, non seppi definire le loro parole non dette. Lio mi aveva visto piangere, Honey mi abbracciò con gli occhi lucidi e Courtney... appena la vidi, realizzai di non potercela avere con lei. Non aveva fatto niente di male, l'aveva perdonata anche lei.
"Vieni qui", le dissi e mi abbracciò. La strinsi a me accarezzando i suoi capelli biondi e lisci e rimanemmo così per un tempo infinito.
"Lei non ti merita", mi disse liberandosi dall'abbraccio.
"Lei merita solo ciò che la rende felice", spiegai in un sussurro.
Lio mi venne incontro, sedendosi anche lui sul bordo del letto in camera mia.
"Come fai a non odiarla?", mi chiese e non seppi rispondere.
Non seppi spiegarlo.
L'avevo lasciata dicendo che l'avrei odiata, dicendo che avrei realizzato quel piccolo e malsano suo desiderio che aveva fin da quando ero arrivato ad Ottawa. In realtà, non era così.
Odio e amore erano così simili. Entrambi così forti.
Alzai le spalle e con un lacerante dolore al petto cercai di spiegarmi meglio.
"Arthemsis è come quando nevica. All'inizio sei chiuso in casa al caldo e non ci fai neanche caso, confondi la neve con la pioggia, poi guardando meglio ti accorgi che invece sono fiocchi di neve. Così ti copri ed esci nonostante sai che farà un freddo glaciale. Per amare Arthemsis devi resistere al freddo, devi abituarti ad avere le ossa ghiacciate e il naso rosso", presi una pausa incapace di realizzare che quelle parole erano davvero uscite dalla mia bocca.
"Devi apprezzare il freddo per amarla e, sfortunatamente per me, io amo il caldo".
Courtney propose di andare al Posto Speciale, per rinfrescarci le idee e passare del buon vecchio tempo tra amici. C'eravamo fermati a prendere del cibo siccome avremmo passato su la serata.

BINABASA MO ANG
COME FIOCCHI DI NEVE
RomanceSEQUEL Ricomincia. Accetta. Dimentica. Dimenticare, ecco cosa voleva Marcus. Poter riprendere in mano la sua vita dopo un dolore così letale. Da quando lei se n'è andata, Marcus ha tagliato fuori tutti, giorno e notte si allena con il surf per pot...